LA VISIONE DIETRO L’ANGOLO: Abano quale futuro

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

ABANO: QUALE FUTURO

“Kursaal, Orologio, Centrale, Centro Congressi una lista che rischia di allungarsi sempre di più”pillon

La visione dietro l’angolo” indica che il futuro è vicino, dietro l’angolo abbiamo che se si vogliono affrontare adeguatamente i problemi, oltre ad affrontare le questioni contingenti occorre avere chiara, per non presentarsi impreparati, la visione del futuro e le sfide che ci troveremo ad affrontare.

Le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, il mondo globalizzato, le nuove immigrazioni disegneranno, nel prossimo futuro, scenari completamente nuovi e diversi con una velocità di evoluzione e cambiamento vertiginosa.

Le categorie di pensiero del passato non saranno più in grado di dare risposte adeguate a queste problematiche, non basterà la resilienza (capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento) a salvaguardare la nostra capacità di produrre reddito e benessere. Occorreranno idee nuove e condivise ed una capacità d’azione unitaria e compatta.

Ma proprio qui sta il problema!

Dopo quanto visto durante la pandemia da Covid 19 e cioè l’incapacità del nostro sistema economico produttivo di rispondere efficacemente ai temi della sicurezza nei posti di lavoro e delle strutture sanitarie indifese nel contenere gli assalti dei numeri crescenti dei contagiati e degli infettati, ci si attendeva una risposta compatta e unitaria del Paese, ma invece assistiamo ogni giorno a dispute infinite, divisioni continue, dentro e fuori i vari schieramenti politici, in una polemica ed in una diatriba che non ha mai fine e che, solo apparentemente, dichiara la volontà di affrontare i problemi veri della popolazione.

Anche Abano, da questo punto di vista, non ha saputo distinguersi dalla tendenza generale di lasciarsi andare a polemiche e diatribe infinite. Tutti contro tutti, con ognuno la propria soluzione da proporre. Un lamento generale in cui sembra che tutto debba essere risolto dagli altri, dal pubblico, dal Governo, dalla Regione, dal Comune, non rendendosi conto che è dopo i disastri che occorre rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro, tutti svolgendo il proprio ruolo.

E’ nell’unità di intenti che si potrebbe trovare la forza e le risorse per risollevarsi dalla situazione in cui ci ha spinto questa pandemia. L’alternativa è che ognuno persegua la propria visione e che si disperdano risorse ed energie.

E’ una vecchia questione mai risolta, ma qui sta il vero cambiamento di cui abbiamo bisogno per risollevarsi e proporre uno sviluppo nuovo e duraturo per le Terme Euganee. La pandemia ha solo accelerato una situazione di crisi che già si stava vivendo nel recente passato e dai cui si può uscire solo con un profonda riflessione che individui un nuovo paradigma per rilanciare il ruolo sanitario e turistico della cura termale. Se qualcuno si illude che, con un po’ di tempo, tutto tornerà come prima si sbaglia di grosso perché tornare come prima vorrà dire assistere a nuove chiusure di stabilimenti alberghieri e di altre attività collegate in una realtà in cui già oggi assistiamo a situazioni intollerabili di alberghi e attività commerciali dismesse o in via di dismissione.

Kursaal, Orologio, Centrale, Centro Congressi sono solo alcuni dei temi di una lista che rischia di allungarsi sempre di più.

Se qualcuno pensa di poter avere un vantaggio politico da una situazione di divisione, pensa ad un vantaggio solo personale ed effimero, allora i problemi della Città non avranno soluzione.

La vera sfida politica è quella dell’unità e dei nuovi progetti, e chi non si muoverà in questa direzione si assumerà la responsabilità del disastro futuro di Abano Terme.

 

CORONAVIRUS: LA RIPARTENZA DELLE TERME D’ABANO

L’Intervista
di Aldo Francisci

CORONAVIRUS: LA RIPARTENZA DELLE TERME D’ABANO

Intervista a Cesare Pillon già sindaco di Abano Terme per due legislature ed ex amministratore delegato  AcegasAps

Rispetto alle crisi del passato la pandemia di coronavirus cosa rappresenta per l’economia delle terme euganee e perché niente sarà più come prima?pillon

La prima osservazione da fare è che non sembra essere coscienza collettiva la gravità della crisi aperta nel settore turistico-termale dalla pandemia covid 19. In particolare non si ha la percezione della valenza sociale del turismo per il Bacino Termale Euganeo: Abano e Montegrotto sono quello che sono per la presenza delle Terme e per tutto quello che produce in termini di occupazione ed economia, in primo luogo per tutte le famiglie.

I danni dovuti alla pausa forzata rischiano di essere solo la punta dell’iceberg di un danno molto più grande e permanente. Il turismo termale si caratterizza per l’uso di spazi collettivi promiscui (piscine, sale da pranzo, reparti cura e benessere, sale da ballo, hall, ecc.) che mal si adattano per una ripresa senza conseguenze. Ci vorrà molto

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tempo perché le persone (clienti e dipendenti) riacquisiscano la dovuta sicurezza verso una normale pratica di accoglienza che, da sempre, è stata una delle nostre caratteristiche distinguenti. Inoltre il tema di una riaffermazione della valenza sanitaria delle cure, che già si poneva prima della crisi pandemica, deve fare i conti anche con un cambio di mentalità collettiva che farà della sicurezza e della certificazione di qualità sanitaria l’elemento di discrimine per una scelta di soggiorno.

Un ulteriore problema è che per superare queste difficoltà occorreranno investimenti importanti che male si interfacciano con una oramai riconosciuta, a parte alcuni casi felici, crisi finanziaria endemica del comparto termale. La preoccupazione si aggrava se si pensa a tutte le attività commerciali e di servizio che sono direttamente collegate al comparto turistico-termale. Aver perso il periodo pasquale e tutta la stagione primaverile lascerà ferite, in alcuni casi, inguaribili.

Quale ruolo può giocare la pubblica amministrazione rispetto alla drammatica situazione degli stabilimenti termali e delle attività economiche direttamente collegate ai flussi turistici ridotti a zero?

Un ruolo centrale! Prima di tutto essere rappresentante degli interessi collettivi della Città e poi  esprimere una guida politica nei processi di cambiamento necessari per fronteggiare la situazione attuale e quella futura. Il settore del turismo e del tempo libero , come tutto nel mondo, sta subendo una forte trasformazione. Questo sta stravolgendo i modelli paradigmatici del passato. Non basta la buona volontà per rilanciare un comparto che mostra difficoltà nazionali e mondiali, occorrono progetti e scelte radicali. Bisogna pensare ad un nuovo modello per le Terme che sostituisca quello del passato, che ha oramai ampiamente dimostrato di essere superato. Anche la Città dovrà cominciare a pensare in grande. Gli interventi sul territorio dovranno essere improntati alla massima qualità. Ci dobbiamo confrontare con il Mondo, con la grande qualità degli interventi che hanno fatto la fortune di alcune nuove mete turistiche.

Se si pensa che nel giro di trentanni i flussi turistici mondiali saranno di gran lunga maggiori (il trend di crescita annua è di oltre il 3%), è a questi scenari che dobbiamo guardare.

La pubblica amministrazione ha il compito di creare unità tra tutti i soggetti del territorio e guidare il cambio di passo necessario al rilancio delle Terme. E’ il tempo di scelte radicali e coraggiose. Occorre avere piena consapevolezza che in questi anni si deciderà se ci sarà un  futuro per Abano Terme.

Non illudiamoci, non sarà facile fare squadra e avere una risposta unitaria e collettiva su questi temi, tante sono le spinte individualistiche nel territorio, ma o cresciamo tutti assieme o sarà una lenta ed inesorabile agonia.

Tutti devono essere chiamati a svolgere il loro compito ed il loro ruolo all’interno di un progetto unitario.

Categorie Economiche, Corpi Intermedi, Organizzazioni di Gestione delle Destinazioni (O.G.D.), Consorzi di Promozione, Enti Locali, pur nella loro autonomia di movimento, devono sforzarsi di operare per l’elaborazione di un progetto dinamico, che si sappia adattare ai cambiamenti e che sappia sfruttare le tecnologie e le innovazioni migliori per essere sempre un passo avanti rispetto ai competitors.

Quali misure e strumenti è indispensabili adottare per la ripartenza del comparto termale e come far ritornare gli ospiti negli stabilimenti termali?

Questa è la domanda più difficile a cui rispondere. Servono competenze specifiche da mettere in campo che vanno al di là delle mie esperienze. Posso solo dire che un tema centrale sarà quello del rilancio della valenza sanitaria delle cure termali. Come ho già affermato serve un nuovo modello che deve essere basato sull’innovazione e sulla ricerca scientifica.

L’ottimo lavoro svolto finora, dal Centro Studi Pietro d’Abano, deve essere rafforzato e potenziato, anche con robuste iniezioni di risorse economiche della parte pubblica. Gli studi sull’innovazione e la ricerca non possono essere a spot ma devono essere continui ed in continua evoluzione.

L’unicità delle Terme Euganee deve avere come elemento caratterizzante la qualità. Basta inseguire le mode degli altri, dobbiamo creare un nostro stile.

Su queste basi poi servirà una campagna promozionale massiccia e coordinata tesa ad consolidare il brand awareness (grado di conoscenza della marca da parte dl pubblico),  su cui occorrerà coinvolgere la Regione Veneto e l’intero comparto turistico regionale. Le varie eccellenze venete devono fare rete e offrire un prodotto unico ed esclusivo che non ha eguali al mondo.

Partendo dalla considerazione che l’ONU ha incluso il turismo come uno dei settori chiave degli obbiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, essendo in grado di creare nuovi posti di lavoro e proteggere culture locali e prodotti, occorre puntare decisamente sui temi della sostenibilità. Secondo Booking.com oltre il 40% dei viaggiatori richiede la creazione di uno standard internazionale per le strutture ecosostenibili.

Uno studio pubblicato sul Journal of Tourism Future fa emergere quanto siano importanti nelle scelte, relative ai consumi turistici, l’uso dei social natwork e dei media digitali ma anche e sopratutto la predisposizione al turismo sostenibile e ai soggiorni green. Questi temi interessano tutte le componenti del turismo, dalla qualità delle strutture ricettive, movimento e salute, economia circolare nei consumi energetici e nel ciclo dei rifiuti, fino all’ habitat del contesto.

Occorre, inoltre,  porre molta attenzione alle dinamiche e alle nuove tendenze del turismo mondiale globalizzato quali: il Down Aging (sentirsi giovani), il turismo dei paesi emergenti (BRIC- Brasile-Russia- India- Cina), il turismo Halal (per le persone che vivono secondo le tradizioni mussulmane), il turismo LGBT (per persone omosessuali), l’Undertourism (per chi sceglie mete turistiche meno affollate), il turismo green e Zeri Impact dei Millennial ed altri ancora.

Insomma serve avere una grande capacità di resilienza e di predisposizione ai cambiamenti specie in direzione Smart per stare al passo con le innovazioni e la rivoluzione digitale.

C’è molto da fare per tutti!