grande guerra 2

ABANO TERME. Sanità in Guerra. Giovedì 19 aprile ore 21 VILLA BASSI. Centenario Grande Guerra 1918-2018

grande guerraSANITA’ IN GUERRA
Giovedì 19 aprile ore 21
VILLA ROBERTO BASSI RATHGEB

Sui 5 milioni di uomini mobilitati dall’esercito italiano durante la grande guerra, oltre 650.000 furono i caduti, oltre 900.000 i feriti e quasi 2 milioni e mezzo gli ammalati (106.000 di questi ultimi poi deceduti). Sommando questi numeri, molto arrotondati, si evince che transitarono per le strutture della sanità militare quasi 3 milioni e mezzo di uomini; ben più del 50% cioè del totale dei mobilitati e questo al netto dei feriti e dei malati austro-ungarici che come prigionieri vennero presi in carico dalle strutture sanitarie militari italiane.
La traduzione di questi numeri, molto spesso poco enfatizzati, si tradusse in una presenza più che capillare di strutture sanitarie nei territori a ridosso del fronte e di retrovia: ospedali, ambulanze chirurgiche, laboratori battereologici, convalescenziari, lavanderie, stazioni di disinfezione, alle quali associare strumenti di logistica come treni ospedali, treni sanitari, ambulanze fluviali.
Il Veneto, specie dopo Caporetto fu letteralmente tappezzato di queste strutture tanto da arrivare a contare almeno 700 strutture ospedaliere (per la sola sanità militare italiana e al netto di quella austro-ungarica presente nelle provincie occupate) che distribuite su varie locazioni ed edifici e ripartite per specialità, portano di fatto a dire che non esistesse di fatto comune che non ospitasse almeno una struttura sanitaria con punte che arrivano a 25 ospedali per la città di Mogliano Veneto in provincia di Treviso o i 15 di Camposampiero in provincia di Padova o le tre grosse strutture ospedaliere presenti ad Abano che arrivavano ad occupare ben 10 complessi tra alberghi e residenze di importanti dimensioni.
Molti di questi edifici, alla fine della guerra tornarono immediatamente alla loro funzione originaria, scuole, alberghi, ville, fabbriche e in pochissimo tempo si perdette cognizione di causa della funzione che svolsero durante la guerra: al pari delle trincee del fronte, luoghi di sofferenza e di morte dei quali oggi, pur avendoli spesso sotto gli occhi tutti i giorni, abbiamo perso ogni percezione confinando la morte in guerra a quell’immaginario collettivo fatto di assalti alle trincee nemiche o di terribili bombardamenti a tappeto.

In allegato il programma completo

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