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SEPARAZIONE: NIENTE ADDEBITO SE LA COPPIA “SCOPPIA” TRA LE LENZUOLA

La rubrica dell’avvocato

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a cura dell’ Avv. Claudio Calvello
Patrocinante in Cassazione

SEPARAZIONE: NIENTE ADDEBITO SE LA COPPIA “SCOPPIA” TRA LE LENZUOLA 

Niente addebito nei confronti di alcuno dei coniugi se la rottura coniugale è stata determinata dall’assoluta mancanza 

di rapporti intimi. Irrilevanti, ai fini dell’addebito, sia il tradimento di lui negli anni successivi, sia l’atteggiamento freddo e distaccato di lei nei confronti dei familiari del marito. Tanto si evince dall’ordinanza della Corte di Cassazione, (n. 21017/2017) che ha rigettato i ricorsi avanzati da una coppia le cui rispettive domande di addebito erano state respinte in sede di merito. Come rilevato dalla Corte territoriale il matrimonio era apparso già in crisi dal periodo in cui i coniugi avevano cessato di avere rapporto intimi. Circostanza da cui era già derivata l’intollerabilità della convivenza, come conferma il distacco di lei nei confronti dei parenti del marito e il fatto che, in un periodo successivo, lui avesse intrecciato una relazione con altra donna. Si tratta, quindi, di conseguenze della crisi matrimoniale intercorsa a causa della freddezza in camera da letto e dunque anche la violazione dell’obbligo di fedeltà non costituisce che un effetto o una conseguenza posteriore e non la causa della crisi.

VIOLAZIONE AL C.d.S. E COMUNICAZIONE DATI DEL CONDUCENTE: COME SALVARE I PUNTI DELLA PATENTE

Quando arriva una multa a casa, entro i sessanta giorni successivi il proprietario dell’auto deve inviare alla polizia una comunicazione indicando i dati di chi era alla guida al momento dell’infrazione. In questo modo, l’autorità decurta i punti dalla patente dell’effettivo responsabile. Se il conducente era lo stesso proprietario, la comunicazione va spedita ugualmente ma è su quest’ultimo che graverà sia la multa che la decurtazione dei punti. Se invece la comunicazione non viene inviata, il proprietario non subisce la decurtazione dei punti ma una seconda multa da 282 a 1.142 euro. Quindi, chi vuole evitare di rimanere senza punti può evitare di fornire i dati del conducente ma riceverà l’ulteriore contravvenzione. Oggi tuttavia la Cassazione (Ord. n. 9555/2018) ha stabilito che ben è possibile evitare sia la decurtazione dei punti dalla patente, sia la seconda multa se si mostrano valide ragioni per cui non si è in grado di ricordare chi avesse in prestito la propria auto. Il che può succedere quando il mezzo viene condiviso con altri familiari come il coniuge o i figli. Quindi, in sintesi, per salvare la patente e non pagare l’ulteriore contravvenzione è necessario: 1) rispondere entro 60 giorni all’invito della polizia di comunicare i dati del conducente, 2) in quella sede dichiarare di non poter ricordare tale nominativo e offrire le motivazioni di ciò. In tal caso quindi cade la sanzione pecuniaria per il proprietario dell’auto che comunica di non poter sapere chi era alla guida il giorno della multa. Resta invece sanzionato in ogni caso chi non invia alcuna comunicazione, anche di contenuto negativo. Ecco la comunicazione da inviare per salvare i punti della patente: «Comunico di non essere in grado di ricordare chi fosse alla guida della mia auto in quanto la stessa è utilizzata da mia moglie/marito e dai miei figli (in quali non sono titolari di altro mezzo e tuttavia posseggono la patente); inoltre sono passate ormai diverse settimane dal giorno della violazione». Se l’Autorità che ha elevato la contravvenzione non riterrà valida la giustificazione, sarà il giudice a quel punto a valutare, caso per caso, se le motivazioni fornite erano valide.