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ABANO TERME  «Fontana interattiva, soldi buttati»

IL MATTINO DI PADOVA 19 agosto 2017
di Federico Franchin

L’assessore Bano deciso a portare il caso alla Corte dei conti

ABANO TERME. «È una fontana da Corte dei conti». L’assessore ai Lavori Pubblici Gian Pietro Bano va all’attacco sulla fontana interattiva del Parco urbano termale. Realizzata un paio di anni fa dal Comune, non è mai entrata in funzione ed è in preda al degrado. «Sono stati spesi 115 mila euro, di cui 90 mila derivanti da un finanziamento rientrante nel progetto Water In E-motion», spiega l’assessore. «Non appena collocata il Comune si è accorto che era difettosa. Doveva essere sostituita e tutto ciò non è mai avvenuto. I pannelli colorati presentano una opacizzazione e i motori che devono metterla in funzione fanno un rumore tale da disturbare la quiete pubblica. È un investimento errato e fallimentare della precedente amministrazione guidata da Luca Claudio». Gian Pietro Bano, che è anche assessore agli Affari Legali, intravede la possibilità di una causa legale. «Dovremo capire come muoverci. Sul tavolo ci sono due ipotesi. La prima di sistemare la fontana e farla entrare in funzione, ma c’è il problema legato al rumore dei motori. La seconda, quella più percorribile, è di chiedere alla ditta di rimuoverla ottenendo, attraverso una causa legale, un risarcimento danni, dato che la fontana era difettosa». L’opera, pensata soprattutto per i bambini, è stata realizzata dalla Arredo Parco di Belluno, che si è aggiudicata l’appalto. L’intento della fontana era di far conoscere il mondo e le bandiere attraverso una fontana sinestetica interattiva con giochi d’acqua. Attualmente la fontana è recintata da una serie di transenne, ma comunque ha chiodi che fuoriescono e che possono recare pericolo a passanti e soprattutto ai bambini. Il progetto Water in E-Motion invece ha coinvolto anche Confesercenti. «Stiamo valutando seriamente l’ipotesi di interessare con un esposto la Corte dei conti», svela Gian Pietro Bano.

«La fontana è stata voluta dalla precedente amministrazione, che ha investito in questo obbrobrio ben 115 mila euro. Soldi pubblici impiegati per un’opera mai utilizzata e mai in funzione. Se non è da Corte dei conti tutto questo… È uno spreco di denaro che grida vendetta».