Dopo l’intervista ai domiciliari Claudio rischia di tornare in cella

IL MATTINO DI PADOVA 5 marzo 2017
di Carlo Bellotto e Federico Franchin

Ad Abano e Montegrotto univoco il commento dei politici. Talarico: «Basta, è ora che cali il silenzio». Lazzaretto: «Dichiarazioni imbarazzanti». Tambozzo: «Vuole influenzare la campagna elettorale»

ABANO TERME. La sua fama lo ha sempre preceduto. Non le ha mai mandate a dire.

I suoi giudizi e le sue opinioni, almeno quelle che finivano sulla stampa sono sempre stati taglienti, senza peli sulla lingua. Luca Claudio, ex sindaco di Abano e Montegrotto è così e resta così, non lo hanno cambiato nemmeno 252 giorni di carcere. Ma l’intervista rilasciata al mattino nella quale si professa innocente potrebbe costargli caro. Nelle poche righe nelle quali il giudice Tecla Cesaro gli ha concesso gli arresti domiciliari c’era il divieto di comunicare con persone diverse dai suoi familiari. Ora l’ex sindaco rischia un richiamo formale da parte del giudice o, nel caso in cui il non aver rispettato questa prescrizione venga ritenuto, una volta valutati i motivi e le circostanze della violazione, un comportamento grave, un inasprimento della misura, che vorrebbe dire tornare in carcere.

L’ex primo cittadino si trova ancora in custodia cautelare, visto che la sentenza di patteggiamento a 4 anni per le mazzette alla Terme non è ancora diventata definitiva (lo sarà a breve). Quindi l’eventuale decisione in merito al suo comportamento la prende il Gip, come prescrive l’articolo 276, comma 1 del codice di procedura penale, eventualmente dopo aver valutato una richiesta del pubblico ministero Federica Baccaglini e previo esame della relazione della polizia giudiziaria preposta alla vigilanza sugli arresti domiciliari di Luca Claudio. Se il pm non richiederà l’aggravamento della misura, molto probabilmente Claudio la passerà liscia.

Nel frettempo dei contenuti dell’intervista si è parlato alle Terme dove è unanime il pensiero dei suoi avversari dopo la sua ennesima professione di innocenza. «Non vorremmo più sentirne parlare», osserva Sabrina Talarico di Grande Abano «Vorremmo calasse il silenzio su una triste vicenda che ha pesantemente segnato le Terme. Su una persona che ha governato per 15 anni due città e che ha ammesso episodi di corruzione patteggiando 4 anni di reclusione, il giudizio politico è negativo e prescinde da quello giudiziario. Ci auguriamo che sia un capitolo chiuso. Siamo certi che Abano meriti uno splendido futuro e un’amministrazione fatta di persone perbene e competenti, che migliorino l’economia e l’immagine della città». Monica Lazzaretto di 35zero31 le fa da eco. «Trovo imbarazzanti le dichiarazioni di Claudio», dice. «Dovrebbe imparare a tacere, perché Abano ha bisogno di guardare avanti senza di lui. Claudio deve riflettere, riprendersi la sua vita: la città ha già cambiato pagina». È forte anche la reazione di Fabio Tambozzo della Lega Nord. «Claudio continua a dare messaggi distorti alla sua gente», rileva Tambozzo «Sta tentando di influenzare la campagna elettorale. È già imbarazzante pensare ci sia qualcuno che lo voti o che voti i suoi seguaci. Faccio presente a Claudio che i partiti non possono influenzare la magistratura». Gian Pietro Bano dei Cittadini per il Cambiamento. «Mi auguro cali presto il silenzio sulla vicenda di Luca Claudio. Continua a professarsi innocente come quando era in libertà. I giudici dovrebbero riprenderlo dopo che ha anche patteggiato e quindi ammesso le proprie colpe. Claudio non è andato contro il sistema, sono invece i partiti che non hanno voluto il suo sistema». Federico Barbierato, candidato sindaco. «Sinceramente meglio pensare alla sicurezza, vista la rapina di ieri, che a Claudio. Abano vuole cambiare pagina. Che era innocente lo diceva anche in campagna elettorale, tutti hanno capito il suo gioco». Emanuele Boccardo, candidato per Abano dice No. «Con i partiti è opportuno dialogare dato che rappresentano le istituzioni. I cambiamenti si fanno dall’interno». «Rimango basito», aggiunge Alessio Zanon candidato di Forza Abano. «Se lui stesso ha ammesso ora si professa innocente? Ce l’ha coi partiti perché non l’hanno mai candidato alle regionali e provinciali». Infine lapidario il commento del sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello. «Lasciamo a Claudio il suo momento di gloria. Meglio non commentare e pensare anzi al fatto che ora può riabbracciare i tre figli e i suoi genitori».