Sgarbi

Iper di Abano e Due Carrare Sgarbi dice no e va all’attacco

IL MATTINO DI PADOVA 19 luglio 2017
di Federico Franchin

IL CRITICO CONTRO LE DUE GRANDI STRUTTURE DI VENDITA 

ABANO TERME. Vittorio Sgarbi, il noto critico d’arte, opinionista, scrittore, politico e personaggio televisivo, scende in campo contro i centri commerciali di Abano e soprattutto Due Carrare. «Solo una mente perversa può pensare di costruire un centro commerciale da 32 mila metri quadri in prossimità del Catajo» dice Vittorio Sgarbi in un video che circola da qualche giorno su Facebook, «un castello curato da un proprietario che lo ama come la propria madre. In un luogo ai piedi dei Colli Euganei, un paradiso, si pensa a un luogo di sviluppo industriale con dei capannoni. Non è da meno Abano, città turistico-termale, dove sorgerà un capannone di fronte ad una delle più belle ville di Abano (Villa Mocenigo Mainardi, ndr)». Sgarbi non usa mezzi termini. «Si rovina un paradiso come il Catajo con un centro commerciale, perché il sindaco di Due Carrare ha deciso di trasformare Due Carrare da un luogo tranquillo in un luogo a sviluppo industriale, che andrà ad ammazzare chi ha botteghe e attività tra Abano e Monselice. Falliranno tutti. Il sindaco si deve vergognare. Invece di sostenere il proprietario del Catajo, Cervellin, costruisce un centro commerciale. Invito il sindaco a chiedere scusa».

Il critico d’arte, nel video diffuso in rete, annuncia di aver già preso contatti per salvare Abano e Due Carrare da una nuova cementificazione. «Ho parlato con il ministro, con il soprintendente: tutti sono indignati», sottolinea. «Due Carrare non è Las Vegas. Siamo di fronte a sindaci con idee sbagliate, che rovinano le nostre imprese. Ho parlato con il presidente della Regione Zaia, chiedendogli di tenere fede al suo no al consumo del territorio. Spero che Zaia mantenga la sua parola».

«Il sindaco di Due Carrare il centro commerciale lo faccia a casa propria, ma di 3,2 metri quadri, non 32mila», conclude Sgarbi. «Il Catajo è un bene spirituale e lo spirito non ha prezzo. Rifletta sindaco, per non diventare peggio della Raggi. Salviamo il Catajo dagli speculatori».