copertina Ramazzina

LE ORIGINI DEL SANTUARIO DI MONTEORTONE in un libro di Enzo Ramazzina

È uscito in questi giorni, per i tipi di Vincenzo Grasso Editore, in Padova, il libro di Enzo Ramazzina, intitolato Le origini del santuario di Monteortone attraverso le fonti e i documenti antichi (pagine 276, foto a colori).

L’autore, dopo aver scavato tra le carte di alcuni archivi e sfogliato nelle biblioteche un certo numero di libri antichi, ha inteso rispondere, con dovizia di particolari, ad alcuni importanti quesiti. Per esempio, quali furono i primi storici che si occuparono dei fatti miracolosi accaduti a Monteortone nel 1428? Quando venne scritto e cosa racconta il documento appeso ad una parete del sacello dietro l’altar maggiore, dove si conserva il quadretto taumaturgico della Beata Vergine Maria? Chi era e cosa fece di tanto importante fra Simone da Camerino, da meritarsi una tomba centrale ai piedi del presbiterio? Com’era il rapporto tra i padri della congregazione di S. Maria di Monteortone e la povera e devota gente del luogo? Chi erano i papi che protessero i monaci della nuova comunità, e perché sancirono l’istituzione a Monteortone di una congregazione agostiniana autonoma, sganciata dal ceppo originario? Quanti e quali miracoli avvennero, per intercessione della Madonna della Salute, dal giorno dell’apparizione in poi? Cosa scrisse “veramente” lo storico mons. Giacomo Filippo Tomasino (secolo XVII) sulle origini e la storia del santuario in oggetto? Quali e quante opere d’arte sparirono dal tempio in età napoleonica? Quali gravi danni ebbe a subire la chiesa nel secolo scorso?

Il saggio è di taglio storico, frutto di paziente ricerca delle fonti, di analisi critica dei documenti reperiti, di disposizione attenta e precisa dei dati raccolti. Ricerca, analisi disposizione: tre operazioni che richiedono tanta passione quanta precisione, tanto l’acribia dello storico quanto la poesia del comunicatore. L’autore, come in altri scritti storiografici, letterari e poetici, ha nuovamente riunito tali abilità mettendole al servizio di un luogo preciso, di una vicenda singolare e di un complesso di elementi che hanno nel santuario di Monteortone il loro punto focale.