CUCINA PADOVANA. Zabajon

CUCINA PADOVANA Zabajon  

ingredienti (per ogni tuorlo d’uovo):

• 2 cucchiai di zucchero • 5 gr di zucchero a piacere • 1/2 guscio d’uovo di vin di Cipro o Malvasia, o altro analogo • 1 pizzico di cannella • Panna montata a piacere

 

Si batte il tuorlo d’uovo con lo zucchero fino a farlo diventare spumoso, e si aggiunge allora il vino e la cannella Si cuoce a bagnmaria, mescolando sempre con attenzione finché il composto comuncia ad addensarsi Si toglie allora il pentolino dal fuoco Si serve in tazza, caldo Sullo zabaione si può aggiungere un ciuffo di panna montata Qualcuno aggiunge anche 5 gr di burro per ogni uovo prima di iniziare la cottura.

UN LIBRO DIVERTENTE PER CONOSCERE ABANO

LIBRI DA LEGGEREUN LIBRO DIVERTENTE  PER CONOSCERE ABANO

Immaginatevi un famosissimo campione sportivo che, venuto per riposarsi ad Abano, esce senza security dall’hotel di lusso dove soggiorna e subito si trova circondato dai fan che reclamano autografi e selfie. E lui che non solo non snobba i suoi tifosi, ma si ferma e si sottopone senza mostrare insofferenza e fastidio per questi “assalti” che almeno un po’ gli rovinano il relax. Fausto Coppi fu davvero un mito irresistibile per milioni di tifosi e quando veniva a riposarsi nella nostra Abano torme di ragazzini lo circondavano: lui accettava di parlare con loro, condividendo persino le sue caramelle preferite “ai gusti di miele o di menta o di tamarindo”. Uno di quei ragazzi che allora tampinavano il Campionissimo – come era soprannominato Coppi – era Livio Pezzato, l’autore di questo gran bel libro. In esso egli non solo non ha dimenticato l’incontro con quel mitico personaggio, persino nel particolare delle sue caramelle, tanto da dedicargli il titolo (che testimonia anche l’importanza di una Abano frequentata da big che oggi magari vanno altrove), ma ha saputo soprattutto scrivere la storia della sua città, nel mentre racconta i mille interessanti aneddoti della propria vita.

Pezzato credo siano pochi ad Abano a non conoscerlo. Da poco in quiescenza, egli è stato per moltissimi anni uno dei più bravi e soprattutto amati “medici di famiglia”. Erano medici quelli, come lo è stato Pezzato, che della tua salute sapevano tutto, che erano sempre disponibili senza orari, che venivano a visitarti a domicilio e che ti curavano prima di tutto con le parole, la comprensione e la condivisione. E va da sé che questi medici del posto sapevano tutto, segreti e pettegolezzi, splendori e miserie, allegria, burle e comicità insieme ai momenti seri o tristi – insomma tutto quello che fa parte della vita.

In questo libro divertentissimo Livio Pezzato offre al lettore la possibilità di conoscere infinite vicende della recente storia di Abano, organizzando la narrazione come una serie di racconti, spesso spassosi e qualche volta seriamente riflessivi sulla realtà della vita, i quali si possono leggere cominciando da qualunque punto del volume a caso o scegliendo nell’indice. Vi si possono trovare tantissimi singolari personaggi, molti dei quali ancora viventi, e preziose notizie storiche e ambientali

Livio Pezzato è stato anche un politico (consigliere comunale e assessore alla cultura), ma è in primo luogo un poeta in lingua veneta colto e sensibile. Appassionato di caccia e di pesca molto sui generis, ma soprattutto amante della natura e del paesaggio euganeo, al quale si riferiscono molte preziose informazioni e descrizioni deliziose.

Non mancano qua e là ne “La caramelle di Fausto Coppi” anche riflessioni profonde sull’esistenza e sul senso della vita, quelle che continuamente ci facciamo tutti: la disarmata semplicità e la sincerità profonda con cui si esprime a questo riguardo Pezzato colpiscono inaspettatamente il lettore. Ma è del tutto impossibile dare qui conto della ricchezza del libro, per cui non mi resta che consigliarne vivamente la lettura. E credo che dovrebbe leggerlo ogni aponense cui stia a cuore conoscere la storia della propria città.

Bruno Francisci

Proverbi Veneti

PROVERBI VENETIPROVERBI VENETI
A cura di Aldo Francisci

 

Tèndare e tose e bàtare e nose xe tenpo perso.

Ae done, ai sassi e ai bissi, colpi ciari e fissi.

Fèmene, cani e bacaeà pi che te bati, pi i vien boni.

Do fémene e un’oca fa un mercà.

Do fémene fa un marca’, tre fa na piassa.

Ghe voe sete fémene pa’ fare un testimone.

Sento omani sta in amicissia, do fémene fa barufa.

Co parla na bea fémena tuti ghe da rason.

Eà fémena: che eà piasa, che eà tasa e che eà staga casa.

E fémene xe come e meansane, ghe voe el baston pa farle vegnere su drite!

E fémane xe come e scorese: o te e moi o te e sofeghi.