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INAUGURATO IL MUSEO PRESSO VILLA BASSI

INAUGURATO IL MUSEO PRESSO VILLA BASSIdi Aldo Franciscimuseo 2

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La cinquecentesca villa veneta torna a vivere dopo il restauro che ha coinvolto l’intero edificio e i suoi affreschi e che ora ospita le preziose opere della Collezione Roberto Bassi Rathgeb

 Il 7 dicembre 2018 è stato inaugurato dal sindaco Federico Barbierato e dall’assessore alla cultura Cristina Pollazzi il Museo Civico di Villa Bassi Rathgeb.
All’odierna realtà museale, formalmente istituita come tale nel lontano 1984 per iniziativa dell’allora assessore alla cultura Giovanni Comelli, è stata data nuova vita grazie all’impegno del Comune di Abano Terme che, d’intesa con la Regione Veneto e la Soprintendenza, ha definitivamente scelto di aprire al pubblico come museo la cinquecentesca Villa Bassi Rathgeb, ubicata all’incrocio tra via Appia Monterosso e viale Mazzini, a due passi dal centro termale.
L’evento appare per molti versi storico, non fosse altro che per i tempi resisi necessari per giungere a questo momento. La villa divenne infatti proprietà comunale nel lontano 1979, grazie all’impegno determinante dei sindaci Federico Talami e Armando Gennaro.
Talami fu anche colui che ebbe il merito di accogliere nel 1972 e valorizzare immediatamente con mostre temporanee (la prima delle quali si tenne già nel 1973 presso il Kursaal a cura di Pier Luigi Fantelli e Bruno Francisci) , con ricco catalogo in italiano e tedesco) la munifica donazione di opere d’arte fatta al Comune dalla signora Isabella

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Bassi Rathgeb che volle così attuare il desiderio espresso dal defunto marito Roberto. Lo stesso professor Talami seppe poi tessere pazientemente i necessari e lunghi rapporti con la signora Isabella per il perfezionamento della donazione che si protrasse fino ai primi anni Novanta del secolo scorso.

La villa veniva frattanto intestata nel 1983, per iniziativa dello stesso assessore Comelli, a Roberto Bassi Rathgeb con la denominazione ufficiale di “Villa Comunale Roberti Bassi Rahgeb (già Dondi Dell’Orologio)”: a partire da quell’anno venne poi più conosciuta col semplice nome di  “Villa Bassi”, mentre fino ad allora agli abanesi era stata famigliare come “Villa Zasio”.

Subito dopo l’acquisto le porte della villa furono aperte al pubblico e vi furono organizzate per quasi vent’anni, a cura dei direttori del Museo Bruno Francisci e Paolo Ghedina, numerose esposizioni temporanee di opere della donazione  Bassi Rathgeb – unitamente a prestigiose mostre d’arte contemporanea di maestri come Francesco Messina, Emilio Greco, Luigi Dalla Vigna e altri ancora. Durante lo stesso periodo nella stagione estiva vennero organizzate – utilizzando il loggiato come palcoscenico – rassegne teatrali e musicali di pregio.

Finalmente la villa venne restaurata nel suo attuale aspetto per iniziativa di grande impegno economico delle amministrazioni rette dal sindaco Cesare Pillon (1993-2001), grazie soprattutto all’impegno dell’allora assessore alla cultura Eloisa Pennisi che seguì passo dopo passo i lavori.
Viene ora finalmente destinata dall’amministrazione Barbierato ad accogliere l’ingente patrimonio donato, come s’è detto, alla città dalla vedova di Roberto Bassi Rathgeb, illustre collezionista e storico dell’arte bergamasco, legato alle terme aponensi da lunga frequentazione. Si tratta di un patrimonio di oltre 420 opere tra dipinti, disegni, incisioni, reperti archeologici e mobili d’alto antiquariato.
Gli imponenti ma filologicamente rispettosi interventi di restauro della Villa, eseguiti su progetto e direzione dei lavori dell’arch. Roberto Giannerini, hanno tra l’altro interessato anche i cicli di affreschi in essa presenti, affreschi datati, per la gran parte, all’ultimo scorcio del ‘500, e, grazie alle attribuzioni del professor Pier Luigi Fantelli, riconducibili ad artisti di ambito veronesiano e più esattamente zelottiano (Giovanni Battista Zelotti affrescò, da solo o con Paolo Veronese, diverse ville palladiane).

Agli studi del Fantelli fecero seguito i rilevanti contributi della giovane ricercatrice Sara Pedron, mentre la storica Patrizia Leone dedicava un importante contributo sulle vicende della Villa (pubblicato nel fondamentale volume, edito dal Museo Civico, “Il ‘palazzo domicale in Abano’ tra terme e campagna. La Villa Comunale Bassi Rathgeb ex Zasio già Dondi Orologio e Secco”).
Oltre agli affreschi, i restauri hanno ridato dignità anche agli stucchi settecenteschi e all’Oratorio che, dopo il 1775, il marchese Giovanni Antonio Dondi Orologio, volle fosse innalzato nelle esatte forme della Casa di Nazareth conservata nel Santuario di Loreto.
Con il procedere dei lavori, parti dell’edificio e delle adiacenze sono state purtroppo dalla precedente amministrazione Claudio sottratte all’utilizzo culturale e destinate ad accogliere uffici comunali: è sperabile che anche questi spazi possano presto venire dedicate ad attività museali.
Ed ecco che ora, in base al progetto di un’équipe capitanata dall’arch. Bruno Segato che ha firmato gli allestimenti museali, il corpo nobile della villa viene adassumere l’aspetto di una elegante casa-museo. Nei saloni affrescati del piano nobile tornano i mobili d’epoca, le armi e le armature, i reperti archeologici conservati dal raffinato collezionista e storico dell’arte bergamasco Roberto Bassi Rathgeb. Il fior fiore della sua importante raccolta d’arte, allestito sotto forma di quadreria, trova invece stabile collocazione al secondo piano della nobile dimora.  Un’ulteriore selezione di dipinti, disegni e acqueforti della Collezione Bassi Rathgeb viene proposta in una mostra temporanea all’intero dei suggestivi ambienti ipogei della Villa. Nei medesimi ambienti viene previsto un “corner” informativo dove i visitatori potranno “entrare” nel mezzo millennio di storia della Villa, dei suoi successivi proprietari e del professor Bassi Rathgeb, figura singolare di uomo di cultura, sul quale è giusto dare qualche notizia in più.

“Uomo d’altri tempi” lo definì il grande storico dell’arte Rodolfo Pallucchini nella prefazione al catalogo della citata storica mostra del 1973, curato da Pier Luigi Fantelli e Bruno Francisci, ma unanime è sempre stata la valutazione delle sue qualità di studioso e del suo acume di ricercatore.
Nell’ambito degli studi storici artistici, la bibliografia delle sue opere pubblicata da Pier Luigi Fantelli e Giuliana Mazzi, conferma infatti la profondità dei suoi interessi e delle sue ricerche, incentrare soprattutto sull’arte veneta e lombarda, con monografie e con numerose pubblicazioni sulle riviste più autorevoli.
Roberto Bassi Rathgeb nacque a Bergamo nel 1911 da una benestante famiglia bergamasca di origine svizzera che possedeva in quella città un antico palazzo ricco delle opere e degli oggetti d’arte e d’antiquariato che sono ora di proprietà del Museo di Abano. Rimasto orfano all’età di quattro anni, il giovane Roberto manifestò presto la propensione a dedicarsi agli studi scientifici, congiuntamente a quella per la storia dell’arte. Conseguita l’abilitazione all’insegnamento di matematica e fisica, fu docente di fisica ed elettrotecnica presso diverse scuole bergamasche. Nel 1950, a Vienna, sposò Isabella Hiibsch di professione farmacista.  Agli obblighi dell’insegnamento, affiancava la passione per l’arte. Frequentazioni attente di musei, mostre, chiese, antiquari e studi approfonditi, lo hanno portato, tra gli anni cinquanta e sessanta, ed essere valutato  come il più importante storico dell’arte bergamasca.
Oltre alla residenza di Bergamo, che negli ultimi anni frequentava sempre più di rado, Roberto Bassi Rathgeb ha abitato per periodi lunghi a Padova e per alcuni anni ha avuto a disposizione anche un appartamento a Vienna.
Abano e le sue Terme lo videro soggiornare spesso presso la Casa di Cura, oggi Policlinico di Abano Terme, fondata dal dott. Leandro Sotti che era suo amico e che fu il primo ad assecondare il suo desiderio del lascito alla città.  Roberto Bassi Rathgeb spirò presso la casa di Padova nel 1972 senza lasciare discendenti. Ha voluto essere sepolto nel cimitero di Abano Terme, dopo riposa anche la moglie Isabella.
“La realtà del Museo di Abano si inserisce in un contesto particolare – osserva il sindaco Federico Barbierato – quello del bacino termale e si ritiene che la formazione culturale del turista, specie straniero, sia tale da prefigurare un’elevata risposta. Certo vi dovrà essere una declinazione dell’offerta costruita sul target del turista ove svago e cultura s’intrecciano”.
“Il Museo – riferisce proseguendo l’assessore alla cultura Cristina Pollazzi – sarà un soggetto attivo e partecipativo, in grado di dialogare con la città di Abano, offrendo accanto alla collezione momenti di musica, teatro, danza. Il suo ruolo sociale sarà la sua funzione essenziale, il fine della sua esistenza: infatti, contribuirà alla conoscenza e alla trasmissione del sapere integrandosi ed identificandosi con il territorio e con la sua storia, non solo garantendo la salvaguardia della collezione, ma anche favorendo attività tese a favorire uno spazio di fruibilità culturale.”
Alla giornata dell’inaugurazione hanno fatto seguito l’8 e il 9 dicembre altre due giornate dedicate alla nuova istituzione cittadina che, con la direzione dello scrittore e regista Giancarlo Marinelli e l’organizzazione della funzionaria comunale Federica Trevisanello, hanno offerto un ricchissimo susseguirsi di eventi culturali che hanno spaziato dalla danza alla multivisione, dalla musica al dibattito e ad altre manifestazioni ancora, tra cui un incontro con il notissimo storico dell’arte e showman Vittorio Sgarbi.

Il nuovo Museo Civico resterà aperto al pubblico di venerdì e sabato dalle 15 alle 18 e di domenica dalle 14,30 alle 18,30.