KURSAAL UNA STORIA INFINITA

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

KURSAAL UNA STORIA INFINITA

Spiace dover constatare che le speranze di vedere in fase di risoluzione i problemi del Kurssal sono, ancora una volta, deluse.PILLON 163

Oramai, però, le responsabilità sono chiare. La provincia di Padova, nelle ultime tre amministrazioni, rinunciando alla sua funzione politica che le deriva come ente proprietario, ha trattato la questione solo come un qualsiasi operatore immobiliare, cercando la massimizzazione dei risultati economici. Se la funzione principale della Provincia è quello di curare gli interessi e promuovere lo sviluppo della comunità provinciale, come può pensare di agire come un qualsiasi operatore del mercato? Per loro sfortuna il mercato ha le sue regole e qualsiasi immobile vale per quanto può rendere e la situazione di assoluto degrado in cui versa attualmente il Kursaal rende un operatore economico sicuro solo delle spese che dovrà affrontare ed insicuro sulla redditività dell’investimento. Questi sono i motivi per cui i bandi non hanno buon fine.

La Provincia deve immediatamente cambiare direzione e pensare di investire direttamente per il mantenimento del valore del suo Patrimonio e svolgere la sua funzione per promuovere lo sviluppo della comunità provinciale.

Occorre necessariamente dare atto al Capogruppo consiliare del Partito Democratico di Abano, Giovanni Amato, di essere l’unico a porre da anni la questione senza avere mai nessuna risposta alle sue precise richieste.

Sopralluoghi su sopralluoghi ed ogni volta la situazione peggiora senza che nessuno si renda conto che la localizzazione del Kursaal è centrale sulla qualità della Città termale e del benessere dei suoi ospiti.

Cosa possono pensare i nostri turisti quando nel cuore della zona termale si trovano di fronte i giardini e il Kursaal transennati da anni, l’hotel Centrale transennato ed abbandonato da anni, lo stesso per l’ex hotel Royal Orologio e per il Centro congressi Pietro d’Abano?

Le Città  Termali stanno cambiando profondamente e senza che nessuno lo abbia mai deciso. E’ cambiato il modo di fare e di intendere il termalismo. La fangoterapia sembra non essere più il nostro tratto distintivo.

Bisogna sicuramente dare merito a quegli imprenditori che stanno investendo ed innovando, ma bisogna stare anche attenti a non lasciare nessuno indietro, altrimenti il  rischio di una crisi sociale sarà molto alto.

Purtroppo il limite di fondo è sempre lo stesso: quello di trovare un’unità di intenti ed una condivisione di obbiettivi che è ben lungi dall’ essere conquistata.

Non aiuta certo un territorio dove tutti sono divisi e dove si sottolineano sempre le distinzioni piuttosto che le cose che dovrebbero unirci.

 

 

D’Annunzio a Fiume, tra guerra e quotidiano. Biblioteca Civica di Abano mercoledì 12 settembre

GIOVEDI’ 12 SETTEMBRE 2019 ore 21

Biblioteca Civica di Abano Terme – Via Matteotti, 71

A cento anni dall’Impresa fiumana (12 settembre 1919)

 “Chi manda a me in questa notte questi uomini

se non l’eterna poesia?”

D’Annunzio a Fiume, tra guerra e quotidiano

Relatori Prof. MARCO CHINAGLIA e Prof. ANDREA GREGGIO

Ingresso libero

Info: Biblioteca Civica  tel. 049/8617970  e-mail: biblioteca@abanoterme.net

INTERVISTA CON CRISTINA POLLAZZI ASSESSORE ALLA CULTURA DI ABANO TERME

L’intervista di Aldo Francisci

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INTERVISTA CON CRISTINA POLLAZZI ASSESSORE ALLA CULTURA DI ABANO TERME

La incontriamo presso la sede del Museo Civico, aperta da pochi mesi, e ci accoglie con l’orgoglio della padrona di casa che mostra lo splendore della propria residenza. “Si tratta certamente del risultato di cui vado più fiera” dice l’Assessore “non solo perché siamo riusciti a chiudere una partita cominciata ben quarant’anni fa, ma soprattutto perché il Museo che abbiamo aperto al pubblico non sarà un contenitore inerte di opere, bensì un soggetto partecipativo, mutevole e dinamico, in costante rilettura del suo contenuto”.

I tagli dei nastri sono sempre fonte di gioia per i politici.

“Non si tratta solo di inaugurare per farsi belli, ma di dotare Abano di un Museo” prosegue la Pollazzi “che sarà un soggetto attivo e partecipativo, in grado di dialogare con la città, offrendo accanto alla collezione momenti di musica, teatro, danza. Il suo ruolo sociale sarà la sua funzione essenziale, il fine della sua esistenza: infatti, contribuirà alla conoscenza e alla trasmissione del sapere integrandosi ed identificandosi con il territorio e con la sua storia, non solo garantendo la salvaguardia della collezione, ma anche favorendo attività tese a favorire uno spazio di fruibilità culturale”.

L’Assessore sembra un fiume in piena e quindi per frenare l’entusiasmo cerchiamo di fare gli avvocati del diavolo: deve ammettere, però, che stiamo parlando di attività rivolte a un pubblico minoritario.

“Fin dall’inizio del mio incarico ho seguito delle linee di principio che per me sono fondanti il compito di un Assessore alla Cultura: rafforzare in tutti la curiosità del sapere, la capacità del confronto costruttivo e competente, offrendo varie opportunità in relazione alle proprie inclinazioni. Chiarito questo, non mi sento di proporre eventi dai contenuti solo puramente edonistici, di sicuro successo, ma che scalfiscono solo la superficie lasciando poco o nulla all’interiorità e al sapere. Questa convinzione ha reso e rende più complesse sia la scelta tematica sia l’organizzazione legata alla realizzazione delle Manifestazioni. La molla di questo mio lavoro non si identifica, quindi, con finalità elettoralistiche, ma con una volontà di essere al servizio di una città per seguire la strada di un miglioramento culturale, in senso lato, continuo”.

Tutto interessante, ma possiamo tradurre in esempi concreti?

“Premesso che il nuovo turista non si accontenta più dell’offerta del Termalismo tradizionale, ma sceglie anche a seguito di valutazioni di contesto come ambiente naturale, enogastronomia ed offerta culturale, Abano Terme ora deve configurarsi anche come centro culturale, grazie, per esempio, a precisi progetti come la mostra fotografica All about woman di Eve Arnold nei meravigliosi spazi dell’ipogeo della Villa. Si tratta della prima di una serie di esposizioni in grado di parlare ad un pubblico internazionale qual è quello dei frequentatori della Villa. Il nome di Eve Arnold è legato soprattutto ai ritratti di personaggi dell’alta società e dei divi di Hollywood (Marilyn Monroe, Joan Crawford, Liz Taylor, Marlene Dietrich, Indira Gandhi, ecc.), ma ciò che preferiva era altro: gli incontri con la gente comune, con gli anziani, con le donne, con i bimbi, che aveva conosciuto nei suoi solitari lunghi viaggi in India, in Afghanistan, in Cina, in Mongolia oppure nei quartieri dei diseredati, dei discriminati, come Harlem”.

Ma come siete riusciti a ottenere questa prestigiosa esposizione?

“In questo, come in altri casi, è stato decisivo aver creato una rete di collaborazioni. Mi dispiace non poterle citare tutte, ma solo a titolo di esempio vorrei ricordare la convenzione triennale con il Dipartimento dei Beni culturali dell’Università degli Studi di Padova. La collaborazione scientifica, che nasce da questo accordo, è finalizzata allo studio e alla valorizzazione della collezione dei dipinti del Museo. In particolare verranno organizzati dei cicli di conferenze, denominate “Ospiti in Villa Bassi”, da tenersi periodicamente. La prima serie di conversazioni si è tenuta con un altissimo gradimento da parte del pubblico”. Altra collaborazione importantissima è quella della Fondazione Cariparo che ha elargito un ricco contributo triennale per lo sviluppo del Museo, il quale ora si avvarrà della competente gestione di Coopculture, una della realtà più importanti in Italia nel campo delle istituzioni culturali.

Ma oltre al Museo cos’è stato fatto?

“Il Comune di Abano Terme ha ottenuto il titolo di Città che legge dal Centro per il libro e la lettura, emanazione del Ministero dei Beni Culturali. Questo risultato è stato ottenuto anche grazie alla sottoscrizione del Patto di Abano per la lettura, firmato da numerosi soggetti: il Comune, l’Associazione Biblioamat, tutte le scuole e le librerie del territorio. Il Patto prevede, tra l’altro, l’istituzione del tavolo di coordinamento e monitoraggio, che ha, tra i suoi compiti, la formulazione del piano biennale degli obiettivi con la programmazione di azioni atte alla promozione territoriale della lettura. Tra queste vorrei ricordare i due flash mob letterari che hanno portato centinaia di ragazzi a leggere ad alta voce in zona pedonale, alcuni incontri con l’autore all’interno della rassegna La fiera delle parole, ma soprattutto Libriabano. Si tratta di un nostro ciclo estivo di presentazioni di libri che quest’anno vedrà presenze prestigiose come il filosofo Massimo Cacciari e il vincitore del Premio Campiello Opera prima”.

Se si comincia a parlare di libri, si finisce col parlare di biblioteca, no?

“Infatti la Biblioteca Civica, che è un fiore all’occhiello della nostra comunità, in particolare con le sue attività culturali favorisce il diritto dei cittadini all’educazione permanente, molla per la formazione di Cittadini consapevoli, anche e soprattutto in tempi in cui viene messo in discussione il valore della cultura. Grazie alla collaborazione con numerose associazioni, tra le quali voglio ricordare Biblioamat, i cui volontari stanno arricchendo la Biblioteca, e Filosofia di vita, nel corso del 2018 in Biblioteca sono stati realizzati ben 172 incontri tra corsi, film, presentazioni di libri, conferenze e riunioni di gruppi di lettura.

La cultura, però, non è solo istituzioni culturali, ma anche spettacolo. Su questo fronte cosa è stato fatto?

“Abbiamo ulteriormente rilanciato la stagione di prosa, il cui successo rende persino problematico trovare un posto libero. Grazie alla collaborazione con il nostro concittadino Francesco Bonsembiante, noto produttore cinematografico, abbiamo potuto organizzare una prestigiosa rassegna di film di giovani autori italiani e poi ospitare parte del Detour. Festival del cinema di viaggio, d’altronde quale luogo più adatto di Abano per un Festival cinematografico dedicato al viaggio? Nei giorni scorsi si è svolto Super Walls, biennale internazionale di street art, che ha portato in città un decina di esponenti di questa recente forma d’arte che certamente contribuiranno a favorire quell’immagine, cui tende l’Amministrazione, di freschezza, novità e cambiamento del centro termale. La nostra dev’essere una città in movimento, una città viva e l’immediatezza comunicativa di questo tipo di espressione artistica risponde particolarmente ai gusti di un target giovane, per cui abbiamo arricchito la manifestazione con rock band, ma abbiamo anche affiancato conferenze sul tema e momenti a carattere ludico-didattico per i bambini”.

Insomma, la cultura è un ponte verso il futuro. Giusto?

“Certo, ma è anche riscoperta delle proprie radici. Come possiamo pensare al nostro futuro, se dimentichiamo il nostro passato? Per esempio l’anno scorso abbiamo messo in campo un ricco programma di iniziative per ricordare il centenario della fine della Grande guerra. In effetti nell’immaginario collettivo la Prima guerra mondiale evoca battaglie sui monti e lungo il Piave. Troppo spesso ci si dimentica che anche Abano Terme, ma allora era ancora Abano Bagni, dal 1915 al 1918, è stato coinvolta nella guerra, prima come città ospedaliera e poi, dopo la ritirata di Caporetto, come sede del Comando supremo dell’Esercito guidato da Armando Diaz che alloggiava presso l’Hotel Trieste. Bene per ricordare tutto questo, tra l’altro, in isola pedonale è stata allestita una rievocazione storica che ha visto la collaborazione di alcuni dei più prestigiosi gruppi di rievocatori. Insomma, Abano è stata inserita in una grandiosa macchina del tempo che ha consentito di tornare indietro di un secolo. Ma non finisce qui perché ho intenzione di promuovere altre iniziative legate alla riscoperta del nostro passato, come per esempio quelle per ricordare il nostro più illustre concittadino: Pietro d’Abano”.

Il futuro è rappresentato dalle giovani generazioni. Cosa è stato fatto per loro?

I giovani sono il pubblico del futuro e quindi, a mio avviso, è fondamentale realizzare delle attività pensate appositamente per favorire il loro precoce avvicinamento alla cultura nelle sue più disparate espressioni. In questi anni ho fatto in modo che, quando possibile, ci fosse uno spazio dedicato ai più piccoli nelle iniziative organizzate dal mio assessorato. Oltre a ciò ho rilanciato il sabato a teatro e parchi da favola, due attività rivolte espressamente all’infanzia.

Sembra che il suo bilancio sia positivo, dunque.

“Non è ancora tempo di bilanci, perché nei prossimi tre anni intendo ulteriormente favorire la crescita culturale della nostra Città. In effetti, per me le attività culturali e le manifestazioni sono anche un momento di coesione sociale e leve per la crescita del tessuto economico della città, particolarmente per il settore turistico. L’impegno profuso in termini di risorse umane ed economiche da parte dell’Amministrazione per la crescita della cultura nel nostro Comune non va considerato come un spesa, bensì come un vero e proprio investimento. E’ la cultura il vero motore dello sviluppo di una comunità e io punto su di una crescita che si misuri non solo sulla ricchezza materiale prodotta, ma soprattutto sulla qualità della vita raggiunta dai nostri concittadini”.