KURSAAL UNA STORIA INFINITA

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

KURSAAL UNA STORIA INFINITA

Spiace dover constatare che le speranze di vedere in fase di risoluzione i problemi del Kurssal sono, ancora una volta, deluse.PILLON 163

Oramai, però, le responsabilità sono chiare. La provincia di Padova, nelle ultime tre amministrazioni, rinunciando alla sua funzione politica che le deriva come ente proprietario, ha trattato la questione solo come un qualsiasi operatore immobiliare, cercando la massimizzazione dei risultati economici. Se la funzione principale della Provincia è quello di curare gli interessi e promuovere lo sviluppo della comunità provinciale, come può pensare di agire come un qualsiasi operatore del mercato? Per loro sfortuna il mercato ha le sue regole e qualsiasi immobile vale per quanto può rendere e la situazione di assoluto degrado in cui versa attualmente il Kursaal rende un operatore economico sicuro solo delle spese che dovrà affrontare ed insicuro sulla redditività dell’investimento. Questi sono i motivi per cui i bandi non hanno buon fine.

La Provincia deve immediatamente cambiare direzione e pensare di investire direttamente per il mantenimento del valore del suo Patrimonio e svolgere la sua funzione per promuovere lo sviluppo della comunità provinciale.

Occorre necessariamente dare atto al Capogruppo consiliare del Partito Democratico di Abano, Giovanni Amato, di essere l’unico a porre da anni la questione senza avere mai nessuna risposta alle sue precise richieste.

Sopralluoghi su sopralluoghi ed ogni volta la situazione peggiora senza che nessuno si renda conto che la localizzazione del Kursaal è centrale sulla qualità della Città termale e del benessere dei suoi ospiti.

Cosa possono pensare i nostri turisti quando nel cuore della zona termale si trovano di fronte i giardini e il Kursaal transennati da anni, l’hotel Centrale transennato ed abbandonato da anni, lo stesso per l’ex hotel Royal Orologio e per il Centro congressi Pietro d’Abano?

Le Città  Termali stanno cambiando profondamente e senza che nessuno lo abbia mai deciso. E’ cambiato il modo di fare e di intendere il termalismo. La fangoterapia sembra non essere più il nostro tratto distintivo.

Bisogna sicuramente dare merito a quegli imprenditori che stanno investendo ed innovando, ma bisogna stare anche attenti a non lasciare nessuno indietro, altrimenti il  rischio di una crisi sociale sarà molto alto.

Purtroppo il limite di fondo è sempre lo stesso: quello di trovare un’unità di intenti ed una condivisione di obbiettivi che è ben lungi dall’ essere conquistata.

Non aiuta certo un territorio dove tutti sono divisi e dove si sottolineano sempre le distinzioni piuttosto che le cose che dovrebbero unirci.

 

 

TANTI PIANI PER NON FARE NULLA

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

TANTI PIANI  PER NON FARE NULLA

La Provincia di Padova ha avuto una brillante idea. pillon 162

Quella di calare un altro Piano sulla già pianificatissima area delle Terme e dei Colli Euganei. Un nuovo PATI (Piani di assetto del territorio intercomunale) con l’obbiettivo di essere uno strumento di pianificazione intercomunale finalizzato a pianificare in modo coordinato scelte strategiche e tematiche relative al territorio di più comuni.

Peccato che sull’area dei Colli e delle Terme Euganee ci sono già numerosissimi strumenti di rilievo intercomunale, a parte i vari strumenti di pianificazione comunale che devono per forza interagire con quelli di coordinamento sovra comunale.

Il PURT (Piano di utilizzo della Risorsa Termale) che regola dal punto di vista sanitario, minerario e anche urbanistico l’utilizzo della risorsa termale.

Il Piano Ambientale dei Colli Euganei che assicura la tutela e la valorizzazione dell’ambiente e sostiene lo sviluppo economico e sociale della popolazione residente, individuando le zone a grado crescente di tutela: zone di urbanizzazione controllata, zone di promozione agricola, zone di protezione agro-silvo-pastorale, zone di riserva naturale orientata e zone di riserva naturale integrale.

Ricordo che questi piani non sono nati, né senza polemiche né senza battaglie, ma sono stati il frutto di una elaborazione collettiva che ha impegnato per molti anni una collettività che appassionatamente ne ha discusso.

Ora perché una nuova pianificazione? Perché non si mette mano, se qualcuno ritiene che  sia da superare o aggiornare, alla pianificazione in atto?

Qualcuno diceva cha e a pensare male si fa peccato, ma molte volte si indovina.

Ci sono esigenze speciali richieste dalle categorie economiche?

C’è la volontà di individuare nuove prospettive economiche per l’area dei Colli?

Ci sono gli amministratori che vogliono sciogliere alcuni lacciuoli che attualmente impediscono nuove colate di cemento in luoghi sensibili a chiedere una nuova pianificazione?

Forse tutte queste ed anche altre, ma la realtà è che una nuova pianificazione andrebbe inevitabilmente a cozzare con quella esistente e produrrebbe un ulteriore nulla per il territorio.

Mentre nel Veneto si vanno affermando processi di aggregazione e fusione, ultima quella che ha visto nascere Confindustria Veneto Est, che servono a compattare gli sforzi e gli obbiettivi, nella nostra area tutti vanno per conto proprio, orgogliosamente isolati e divisi.

Tutti i vari esperimenti e tentativi di dare un immagine coordinata e condivisa sono deboli, senza risorse e si limitano ad essere la sfilata delle buone intenzioni e delle belle statuine di cui nessuno sente il bisogno e che non riesce a determinare nulla.

Lo ripeteremo all’infinito, questa è la questione centrale.

Occorre costruire un progetto unitario e condiviso che si faccia carico delle grandi questioni che dovremmo inevitabilmente affrontare nel prossimo futuro.

Il nuovo modello termale, la transizione ecologica, la sostenibilità economica e sociale, la sfida della trasformazione digitale, solo per citarne alcune.

Si possono affrontare questi temi con le categorie logiche del passato?

In un territorio dove i rapporti tra comunità locali, tra le categorie economiche non vanno al di là della cortesia personale, la strada da percorrere è molta e molto tortuosa.

Ma se mai si comincia!

 

 

LE SCELTE NON POSSONO PIÙ ESSERE ELUSE

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

LE SCELTE NON POSSONO PIÙ ESSERE ELUSEpillon

Stiamo vivendo momenti difficili caratterizzati da una profonda crisi energetica, aggravata da una guerra che sta avvelenando i rapporti politici e la pace a livello mondiale.

Gli effetti li stiamo vivendo ogni giorno con bollette che crescono a dismisura e prezzi dei carburanti fuori controllo.

I pericoli sono quelli di una situazione sociale insostenibile in cui le tensioni potrebbero raggiungere livelli insopportabili.

Se questo è il quadro generale in cui ci muoviamo, capiamo che non ci possiamo più accontentare di affrontare con gli strumenti del passato una realtà in continuo cambiamento e con velocità a cui non eravamo abituati fino a pochissimi anni fa.

Occorrono scelte coraggiose, avanzate e condivise.

Nell’ultimo editoriale, su questo giornale, avevamo espresso qualche speranza sulla soluzione trovata per il Kursall, una parte centrale  fondamentale per la qualità della nostra Città. Purtroppo le speranze sono state prontamente deluse e agli assegnatari, momentaneamente individuati, è stata revocata l’assegnazione e, così, si ricomincia di nuovo. Basta dare uno sguardo alla copertina di questo Informabano per comprendere cosa era nel passato e cosa è oggi il Kursall e trarre le debite conclusioni.

Non ci stancheremo mai di evidenziare che le attuali incapacità di fare squadra dei vari soggetti del territorio, di condividere obbiettivi e progetti comuni, è un limite invalicabile per quei cambiamenti strutturali di cui c’è bisogno per un rilancio delle Terme.

Per fortuna non tutto è negativo.

E’ di questi giorni l’annuncio di un impegno importante del Comune e del Consorzio di Bonifica per una ricalibratura di alcuni importanti scoli consortili con la costruzione di nuovi corsi d’acqua e nuovi bacini di laminazione  che dovrebbero aiutare non poco a risolvere alcuni dei problemi di deflusso delle acque, che hanno creato non pochi problemi di allagamenti nel recente passato.

Un’altra buona notizia è quella di una ristrutturazione totale della stazione ferroviaria di Abano, che diventerà un nuovo polo di servizi per la mobilità e per la cultura.

Una questione che però non può più essere elusa, specie ora che viviamo una crisi energetica gravissima, è quella di interrogarci finalmente sulle potenzialità energetiche del nostro territorio.

Possiamo ancora pensare che avere nel nostro sottosuolo una risorsa così preziosa senza porsi il problema di come utilizzarla, in modo più moderno e funzionale, salvaguardando sia i livelli di falda che la disponibilità a scopi terapeutici termali e, finalmente, un utilizzo che ci liberi dai combustibili fossili e dagli inquinamenti conseguenti e che ci possa portare verso nuovi modelli di teleriscaldamento per tutta la popolazione?

Attendiamo risposte.

 

 

ALBINO BARALDO 82 anni rilancia il BAR TEVERE

Personaggi aponensi
a cura di Federico Franchin

ALBINO BARALDO 82 anni rilancia il BAR TEVEREALBINO web

A quasi 82 anni ha deciso di tornare dietro al bancone del bar e di riaprire il locale. E’ davvero incredibile la storia di Albino Baraldo, che ha deciso da poche settimane di riaprire il “suo” bar Tevere, in viale delle Terme. E, pensate, che con la moglie Pierina Rinaldo, 79enne, dietro al bancone fanno ad oggi 160 anni in due. Un record assoluto per un locale aperto dal 1960. “Avevo dato in gestione per due volte il bar”, si racconta Albino Baraldo, “e ora che sono terminate non mi andava di lasciare il locale vuote. Ho quindi deciso di rimettermi in discussione per amore di questo locale e di questo lavoro. Lo dovevo a me stesso e a questa città”. Albino Baraldo è uno stakanovista. “Arrivo ad apire il bar prima delle 7 del mattino e ci rimango fino a mezzanotte, l’una di notte”, svela. “In tutto fanno ben 17 ore di lavoro, che non pesano affatto. Non mi sento mai stanco e mi piace il mio lavoro. Questa cosa mi consente poi di tenermi in forma”. Baraldo, che il 10 ottobre compirà 82 anni, ha dedicato tutta la sua vita al bar Tevere, dopo aver maturato alcune esperienze lavorative in Svizzera. “E’ bello lavorare assieme a mia moglie Pierina”, dice. “Con lei ci si completa e non ricordo ci sia stato mai un litigio tra di noi. E’ bello anche aver ritrovato l’amore e l’entusiasmo dei clienti storici, che sono stati felici e sorpresi nel rivedermi dietro al bancone”. Albino Baraldo parla perfettamente ancora il tedesco e il francese, lingue fondamentali per rapportarsi con la clientela che frequenta le terme di Abano e Montegrotto. “Sto cercando di portare avanti quella professionalità imparata in anni di esperienza che adesso si sta perdendo”, osserva. “Ora si fa tutto in modo più sbrigativo, mentre io continuo a curare i particolari”. Baraldo, che nel corso degli anni ha goduto anche dell’aiuto dei figli Stefano e Patrizia, è noto per il modo in cui versa la grappa dall’alto. “Il lavoro è cambiato nel corso degli anni”, sostiene. “Ora è diventato fondamentale il momento dell’aperitivo, che va servito con degli stuzzichini. Per ora sono davvero contento di come stanno andando gli affari, non mi posso lamentare. Abano è cambiata nel corso degli anni ed è cambiata anche la sua clientela”. “Possiamo però dire che questa città ha saputo rialzarsi in fretta dopo i due anni di pandemia”, conclude lo storico barista. “C’è un gran bel giro di gente e soprattutto in questo periodo ci sono tanti clienti, anche stranieri che vengono qui in bar. Speriamo ora che le cose possano proseguire in questo modo e che magari venga estesa anche l’isola pedonale fino a via IV Novembre, come proposto dagli albergatori. Fino a quando avrò le forze rimarrò qui, a seguire il mio bar, e lo farò per amore della mia città”. La specialità del bar Tevere? “L’aperitivo della casa”, svela il quasi 82enne.

 

EPPUR QUALCOSA SI MUOVE

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

EPPUR QUALCOSA SI MUOVEpillon

Archiviata la tornata elettorale anche del comune di Abano Terme, ora per i due comuni termali si apre la stagione delle scelte fondamentali per il futuro di questo territorio.

Alcuni segnali positivi si stanno manifestando in questo ultimo periodo. Prima di tutto un ritorno alle presenze turistiche a livello pre-covid, anche se questo dato è controbilanciato negativamente, a livello economico, dai rincari energetici che hanno pesato fortemente sulle bollette delle attività economiche e delle famiglie.

Le notizie che giungono per alcune situazioni che sembravano irrisolvibili sono incoraggianti.

Il complesso del Kursaal di Abano Terme è stato assegnato con bando della Provincia ad una società che si è impegnata a rilanciarlo e quindi a dare nuovo lustro ad una parte fondamentale della Città.

L’ex hotel Magnolia è stato ceduto alla società proprietaria della Casa di Cura Policlinico di Abano Terme e questo fa ben sperare su investimenti importanti di questa realtà per tutto il territorio.

A Montegrotto è in via di risoluzione la riconversione dell’ ex hotel Cristallo.

Complessivamente le attività commerciali sembrano avere avuto una nuova spinta con riaperture, una per tutte il nuovo locale ex Speak Easy,  e altre nuove aperture.

Tante altre sono le situazioni in movimento e dimostrano una vitalità che non bisogna scoraggiare.

Pur non sottovalutando questi segnali, non sfugge ad un occhio più attento che tantissime altre  sono le questioni che rimangono aperte ed una per tutte quella dell’individuazione di nuove forme di coniugazione della nostra vocazione termale sanitaria.

Più volte abbiamo affermato che il vecchio modello, che ha fatto la fortuna del Bacino Termale Euganeo, dimostra di essere inadeguato ad affrontare la sfida del turismo mondiale.

Se si pensa di avere un futuro dimenticandosi della nostra vocazione originale, che è quella termale sanitaria, affidandosi solo alle mode del wellness, magari tentando di battere la concorrenza con una corsa al ribasso sui prezzi alberghieri, si fa un errore che purtroppo ha segnato il nostro ultimo periodo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: decine di hotel chiusi.

Operando in questo modo si riducono le marginalità, si riducono gli investimenti e lentamente le strutture diventano obsolete oppure, in alternativa si fanno investimenti che non risultano poi solvibili con esiti catastrofici.

Definito il quadro politico amministrativo locale, oggi la sfida è quella di fare seriamente quello che tutti riconoscono essere l’arma vincente per qualsiasi realtà: costruire un progetto moderno e sostenibile ed agire in modo unitario.

Solo in questo modo potremo costruire un nuovo modello di sviluppo e comprendere se questi segnali di ripresa sono legati veramente alla nostra realtà o sono da collegare ad un volano generalizzato che produce la vicinanza alla Città capoluogo.

Le amministrazioni locali godono, ora dopo i risultati elettorali, di un ampio consenso e di solide maggioranze consiliari. Tutte e due sono al secondo mandato e dopo un primo periodo di rodaggio e di programmazione devono ora decisamente sviluppare con le realizzazioni previste nei loro programmi elettorali, senza esitazioni e senza paura.

 

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

“Le aspettative in Città sono molte e la nuova amministrazione sarà chiamata a scelte che non possono più essere rinviate” PILLON-5

Scusate l’immodestia ma possiamo tranquillamente dire che le previsioni, fatte negli ultimi articoli di questo giornale, si sono puntualmente avverate.

Il sindaco uscente, Federico Barbierato, è stato riconfermato nelle elezioni amministrative del 12 Giugno scorso con il 56,52% dei voti validi.

Tre sono le ragioni principali di questo successo, avvenuto al primo turno senza bisogno del turno di ballottaggio.

La prima ragione sta nel fatto che un Sindaco uscente ha un vantaggio competitivo legato al lavoro svolto e alla conoscenza delle problematiche cittadine e la notorietà acquisita in cinque anni di amministrazione. Occorre unire a queste il successo delle liste a lui collegate: il Partito Democratico ha raggiunto un livello di consenso altissimo 31,32%, i Cittadini per il cambiamento il 13,71% e Passione Abano l’11,45%.

La seconda ragione, quella politicamente più rilevante, sta nella divisione degli antagonisti del centro destra. La Lega Salvini-Liga Veneta ha appoggiato il candidato Luigi Ciccarese, Fratelli d’Italia ha indicato un proprio candidato, Antonio Franciosi, e Forza Italia non ha partecipato alla competizione elettorale.

La terza ragione sta nei tempi delle candidature che sono state tardive e contraddistinte da una riconoscibilità non sufficiente dei canditati che, occorre dirlo, hanno lo stesso avuto la capacità di costruire una campagna elettorale ed un risultato complessivamente non disprezzabile del 30,66% Ciccarese e del 12,82% Franciosi.

Ora si aprono cinque anni fondamentali per il nostro futuro, anni in cui si deciderà se Abano saprà raccogliere la sfida di un cambiamento epocale nel campo delle decisioni coraggiose per una rivisitazione profonda dell’assetto della Città e delle ragioni del suo essere luogo di cura termale.

Come nel passato quando la scelta estremamente innovativa di non seguire il modello delle altre località termali, caratterizzate da un centro termale unico e centralizzato e da una ospitalità diffusa, ma di puntare su un modello in cui ogni hotel era anche stabilimento termale, scelta che si è dimostrata vincente e che ancora da dei risultati apprezzabili, ora si pone il bisogno di rinnovare l’offerta termale in modo originale ed non uniformato ai modelli di wellness oramai diffusi in tutto il mondo.

Serve puntare decisamente sulla unicità delle caratteristiche terapeutiche delle nostre acque sapendo intercettare  le nuove esigenze e le nuove tendenze in campo medico e in campo turistico.

Le aspettative in Città sono molte e la nuova amministrazione sarà chiamata a scelte che non possono più essere rinviate, specie nei confronti delle molte aree degradate od obsolete della nostra Città.

La responsabilità è generale, non può sottrarsi nessuno. Ne forze di maggioranza,  ne di opposizione, ne imprenditori , ne forze sociali. Tutti devono fare la propria parte e tutti devono assumere la consapevolezza che ci stiamo giocando il futuro.

 

LE ELEZIONI COMUNALI A GIUGNO, OCCASIONE PER IL RILANCIO DELLE TERME

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

LE ELEZIONI COMUNALI A GIUGNO OCCASIONE  PER IL RILANCIO DELLE TERMEPillon 158

“il Sindaco uscente  Federico Barbierato ha un vantaggio competitivo, forse incolmabile, per i pochi giorni di campagna elettorale che ci separano dal voto.”.

Mentre scrivo mancano dieci giorni alla scadenza dei termini per la presentazione delle liste elettorali e circa quaranta giorni alle elezioni amministrative che si terranno il 12 Giugno. La situazione, rispetto a quanto riportavo nell’ultimo numero di questo giornale, non è variata di molto. Alla ricandidatura del sindaco uscente, Federico Barbierato, si è aggiunta la candidatura, a capo di una o più Liste Civiche di centrodestra, di Luigi Ciccarese, di cui si vedono affissi manifesti in Città con lo slogan : “ Sconosciuto? Eppure tutti ne parlano”, slogan di per sé già sufficientemente eloquente del fatto che si affacci alla vita politica amministrativa senza aver nessuna esperienza pregressa, cosa peraltro non obbligatoriamente negativa.

Del centrodestra ufficiale (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia), ad oggi, nessuna notizia!

Fra rinunce, defezioni e, si dice, molte liti, non è emersa nessuna candidatura, tanto che Ciccarese si è sentito di fare un appello per la loro confluenza sulla sua candidatura.

Anche se si trovasse un candidato dell’ultimo momento, avrebbe pochissime chance di successo. Tutto  questo ha dell’incredibile se si pensa che nelle elezioni politiche e regionali il centrodestra ad Abano Terme ha avuto percentuali di voto considerevoli e  largamente maggioritarie.

Fino ad ora questi i fatti.

Sono lontani i tempi in cui assistevamo a molteplici candidature a sindaco e a consigliere e questo è un segnale fortissimo di disaffezione verso la politica in generale e a quella cittadina in particolare.

Questo fenomeno è molto preoccupante e denuncia un arretramento della vita democratica della nostra Città. Una platea ampia di persone che si impegnano, permette ai cittadini  di selezionare gli amministratori  in base alle esperienze ed alle competenze e chiamare alle responsabilità di  governo le migliori risorse umane. Inoltre, più persone partecipano alla vita politica cittadina più sono i controlli sull’operato degli amministratori e più si impedisce  la creazione e la crescita di  vere e proprie élites oligarchiche.

Ritornando alla competizione elettorale e in questo quadro, lo abbiamo già detto, il Sindaco uscente ha un vantaggio competitivo, forse incolmabile, per i pochi giorni di campagna elettorale che ci separano dal voto.

Stiamo, quindi, assistendo ad una competizione asimmetrica e anomala in cui non tutti iniziano dallo stesso punto di partenza.

Purtroppo in questa situazione non è dato conoscere quali siano i temi veri dei programmi dei candidati: unica vera cosa che interessa ai cittadini. Anche in questo Barbierato ha il grande vantaggio di aver governato negli ultimi  cinque anni e di essersi preparato un quadro ampio di interventi, con tutti i piani di programmazione ed i master plan approvati. Forse non sono perfetti ma almeno ci sono e in questi prossimi cinque anni si potrà vederne i risultati.

Mai come in questa competizione, i temi programmatici saranno importanti perché, che si voglia o no, si dovranno affrontare questioni di importanza vitale per il nostro futuro.

Il modello termale su cui si sono fondate e realizzate le fortune del passato è chiaramente sorpassato e lo dimostra un fatto inequivocabile: le permanenze medie degli ospiti nelle strutture alberghiere sono vertiginosamente ridotte da circa due settimane, degli anni d’oro, ai pochi giorni di adesso.

Pian piano sono cambiate le dinamiche sociali e quella che in passato era la centralità del Termalismo, non c’era famiglia di Abano che non avesse qualcuno che a vario titolo lavorava negli alberghi, e andata via via trasformandosi in una marginalità in cui per moltissimi residenti c’è la completa estraneità ai temi della termalità.

Si impone quindi un cambiamento urgente di paradigma e di modello per le nostre Terme e questo non lo possono fare solo gli imprenditori termali, ma deve essere il frutto di una riflessione collettiva, di tutte le componenti cittadine, con in prima fila le amministrazioni comunali.

In un mondo in cui si è dimostrato che le grandi trasformazioni urbane sono uno dei motori dei flussi turistici, non si può pensare ad una Città immobile che si dia un po’ di belletto, una “pitturatina” e come per incanto rinasca una Città termale nuova.

Abbiamo un centro che ruota intorno all’isola pedonale, vero fulcro della città turistica, completamente disastrato nelle sue funzioni pubbliche: il Kursaal chiuso ed in stato di abbandono, il Centro Congressi chiuso da anni, gli hotels Orologio e Centrale in uno stato di degrado inaccettabile. Non si esce da questo stato di cose senza interventi coraggiosi e radicali che cambino il volto della nostra Città e la rendano più attrattiva per un mondo turistico che guarda al futuro e non al passato.

Non si tratta di sprecare suolo con nuove lottizzazioni o aree di espansione, Abano Terme non ha bisogno di nuove residenze, ce ne sono già troppe! Si tratta di avere il coraggio di riqualificare le aree già costruite e dare a loro nuove funzioni che siano al passo con la dinamicità dei cambiamenti in atto nel mondo.

Lo abbiamo visto, ampiamente in questi ultimi anni, che non siamo in grado di rigenerarsi da soli. Dobbiamo investire in nuovi progetti dotandoci dell’esperienza dei migliori professionisti in strategie turistiche e di personalità di altissimo profilo professionale nel campo della pianificazione degli interventi di riqualificazione urbana.

Gli strumenti di pianificazione generale ci sono, è stato approvato definitivamente il PAT (Piano Assetto Territorio) che permetterà di affrontare il grande teme della riconversione degli hotels dismessi e  ora si tratta di dotarsi di progetti esecutivi all’altezza di queste sfide.

Se si aggiunge che con il PNRR il territorio ha acquisito oltre venti milioni di euro, si aprono occasioni vere di sviluppo.

Se non sapremo vincere le resistenze che si oppongono ai cambiamenti assisteremo ad un continuo declino delle nostre Terme e saremo destinati ad essere sempre più uno dei tanti comuni della cintura di Padova, sempre più luoghi anonimi e senza identità.

IL SINDACO DELLA GENTE

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

IL SINDACO DELLA GENTE

“Verso le elezioni amministrative”.PILLON 157

Due mesi fa scrivevamo che a pochi mesi dalle elezioni comunali di Abano Terme non c’erano notizie relative a candidature, programmi e coalizioni o liste che intendessero presentarsi ai cittadini per la sfida che oramai è sempre più vicina. Rispetto a due mesi fa nulla è cambiato, ad eccezione della ricandidatura, di pochi giorni fa, del Sindaco uscente Federico Barbierato con l’appoggio della coalizione (Partito Democratico, Cittadini per il cambiamento e altre due liste civiche) che lo ha appoggiato in occasione della sua prima elezione nello scorso 2017.

Vorrei ribadire che questo, oltre ad essere un segnale di inadeguatezza delle forze politiche, specie del centrodestra, sono una inequivocabile mancanza di rispetto per i cittadini elettori.

Con quale coraggio si presenteranno al giudizio dei cittadini forze politiche che sono state assenti per gli ultimi cinque anni e non hanno contribuito in nessun modo, anche in modo critico, alla risoluzione dei problemi di Abano Terme?

Adesso partiranno concitate trattative per imbastire qualcosa che possa assomigliare ad un candidato credibile per fronteggiare la candidatura del sindaco uscente.

Sulla stampa locale è stata paventata l’ipotesi che il candidato sindaco del centrodestra venga scelto dai partiti provinciali sorpassando senza pudore le realtà locali.

Si sente anche parlare di liste civiche che si richiamerebbero a realtà del recente passato che pensavamo superate e sepolte: a buon intenditore, poche parole.

Non è escluso che nei prossimi giorni parta anche quello sport locale molto diffuso che si basa sulle calunnie, le maldicenze e su quelle che oggi vengono chiamate fake news (notizie false), che sono attualmente molto in voga sui social media.

Assisteremo alla presentazione di programmi assemblati qua e là e genericamente riferiti alla realtà di Abano Terme.

I programmi devono nascere da anni di presenza sul territorio e da un continuo confronto con i cittadini e le varie realtà cittadine (Categorie economiche e sociali, associazioni culturali, sociali e del volontariato) e non possono essere frutto di una improvvisazione condita da rivalse e rancori quando non sono frutto di sovrastrutture ideologiche che poco hanno a che fare con i problemi amministrativi.

In questo quadro, l’amministrazione uscente ed il Sindaco Barbierato possono, invece, vantare cinque anni di lavoro sul campo, con impegno e buoni risultati.

Oggi la nostra Città ha riassunto un ruolo ed una funzione riconosciuta a livello cittadino e extra cittadino che ci rende protagonisti della scena nazionale.

La macchina amministrativa comunale ha ripreso vigore e i cittadini hanno risposte adeguate ai loro bisogni.

Certo, la strada da fare è ancora molta, molte sono le cose da fare per rilanciare quello che tutti giudichiamo l’elemento generatore del nostro benessere ed è la nostra vera ricchezza: il termalismo.

Occorre pensare in grande, rapportarci ad un mondo globale ed in continuo cambiamento, a quegli esempi di eccellenza che sono presenti dentro e fuori la nostra Città.

Abano non ha bisogno di una amministrazione che navighi a vista o che persegua interessi di parti o di lobby.

Servono amministratori esperti e non stagisti o apprendisti, specie in questo momento in cui si devono impiegare i finanziamenti del Pnrr.

Abano non ha bisogno di un sindaco inventato all’ultimo momento.

Abano ha bisogno di un sindaco della gente!

 

 

ALL’ULTIMO RESPIRO

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

ALL’ULTIMO RESPIRO

“Una competizione vera avrebbe il merito di far emergere il meglio che può esprimere la Città”. pillon 156

Passate le feste Natalizie, mancheranno circa quattro mesi alle elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e del Sindaco del Comune di Abano Terme.

Allo stato attuale questo sembra un problema inesistente per il dibattito politico in Città.

Non ci sono ancora candidati ufficiali, non si sanno quali forze saranno schierate in campo, se ci saranno coalizioni, se ci saranno nuovi soggetti che faranno capolino, se il centro sinistra saprà mettere da parte le divisioni e presentarsi unito, se il centrodestra saprà fare lo stesso o se la scena politica ci possa riservare ancora altre sorprese.

Per quanto riguarda proposte e programmi neanche l’ombra.

In questo quadro occorre avere la consapevolezza che i cittadini non sono in grado, ad oggi, di farsi un’idea sulla loro scelta elettorale. Questo è un problema non di poco conto per una vera partecipazione democratica. Il rischio è quello di decidere sull’onda di sensazioni, simpatie o posizionamenti ideologici, che poco hanno a che vedere con il buon governo di una amministrazione locale.

Se è vero che negli ultimi anni la fiducia dei cittadini, nei confronti della politica in generale, si è fortemente ridotta è anche vero che per riconquistarla occorre avere un approccio trasparente con gli elettori che devono poter scegliere, in base a proposte credibili e non propagandistiche,  chi dovrà guidare Abano Terme nei prossimi anni.

Non c’è dubbio che in questa situazione il Sindaco uscente, se decidesse di candidarsi per un secondo mandato, avrebbe un vantaggio competitivo evidente (vedi le ultime elezioni a Montegrotto).

Una competizione vera avrebbe il merito di far emergere il meglio che può esprimere la Città e quindi le forze politiche, che intendono presentarsi di fronte agli elettori, devono rompere gli indugi e mettere sul tappeto uomini e proposte che possano essere attentamente valutate.

Non sta a noi dettare l’agenda politica ma, da tempo dalle pagine di questa rubrica, sono stati indicati alcuni temi fondamentali per il futuro della Città quali: il rilancio della valenza sanitaria delle cure termali, la risoluzione di questioni, fondamentali per il territorio, quali il futuro del Kursaal, dell’ex Hotel Orologio, del Cento congressi Pietro d’Abano, degli hotel dismessi, le nuove frontiere della digitalizzazione e delle dinamiche legate alla evoluzione tecnologiche, il tema della Smart City e, non ultimo, il tema della costruzione dell’unità di intenti e di progetto fra i decisori politici e le categorie economiche.

In questi ultimi tempi l’Amministrazione comunale ha licenziato alcuni importanti strumenti di pianificazione quali il PAT (Piano Assetto del Territorio), la variante di piano regolatore per l’attuazione delle indicazioni del Master Plan di Abano Civitas (ex Comparti Centrali), Il Piano del Verde con relativo regolamento, il Master Plan di Salus per Aquam (Abano Bagni) e il Master Plan della Porta Metropolitana (ex I° ROC) con la pubblicazione del bando per le manifestazioni di interesse.

Questi sono strumenti importanti e la prossima Amministrazione sarà chiamata a darvi attuazione.

Per questi motivi le scelte dei cittadini saranno importanti e dovranno essere fatte con grande consapevolezza scegliendo candidati credibili e competenti e programmi seri.

I dilettanti allo sbaraglio è meglio che si facciano da parte.