pillon foto

TANTI PIANI PER NON FARE NULLA

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

TANTI PIANI  PER NON FARE NULLA

La Provincia di Padova ha avuto una brillante idea. pillon 162

Quella di calare un altro Piano sulla già pianificatissima area delle Terme e dei Colli Euganei. Un nuovo PATI (Piani di assetto del territorio intercomunale) con l’obbiettivo di essere uno strumento di pianificazione intercomunale finalizzato a pianificare in modo coordinato scelte strategiche e tematiche relative al territorio di più comuni.

Peccato che sull’area dei Colli e delle Terme Euganee ci sono già numerosissimi strumenti di rilievo intercomunale, a parte i vari strumenti di pianificazione comunale che devono per forza interagire con quelli di coordinamento sovra comunale.

Il PURT (Piano di utilizzo della Risorsa Termale) che regola dal punto di vista sanitario, minerario e anche urbanistico l’utilizzo della risorsa termale.

Il Piano Ambientale dei Colli Euganei che assicura la tutela e la valorizzazione dell’ambiente e sostiene lo sviluppo economico e sociale della popolazione residente, individuando le zone a grado crescente di tutela: zone di urbanizzazione controllata, zone di promozione agricola, zone di protezione agro-silvo-pastorale, zone di riserva naturale orientata e zone di riserva naturale integrale.

Ricordo che questi piani non sono nati, né senza polemiche né senza battaglie, ma sono stati il frutto di una elaborazione collettiva che ha impegnato per molti anni una collettività che appassionatamente ne ha discusso.

Ora perché una nuova pianificazione? Perché non si mette mano, se qualcuno ritiene che  sia da superare o aggiornare, alla pianificazione in atto?

Qualcuno diceva cha e a pensare male si fa peccato, ma molte volte si indovina.

Ci sono esigenze speciali richieste dalle categorie economiche?

C’è la volontà di individuare nuove prospettive economiche per l’area dei Colli?

Ci sono gli amministratori che vogliono sciogliere alcuni lacciuoli che attualmente impediscono nuove colate di cemento in luoghi sensibili a chiedere una nuova pianificazione?

Forse tutte queste ed anche altre, ma la realtà è che una nuova pianificazione andrebbe inevitabilmente a cozzare con quella esistente e produrrebbe un ulteriore nulla per il territorio.

Mentre nel Veneto si vanno affermando processi di aggregazione e fusione, ultima quella che ha visto nascere Confindustria Veneto Est, che servono a compattare gli sforzi e gli obbiettivi, nella nostra area tutti vanno per conto proprio, orgogliosamente isolati e divisi.

Tutti i vari esperimenti e tentativi di dare un immagine coordinata e condivisa sono deboli, senza risorse e si limitano ad essere la sfilata delle buone intenzioni e delle belle statuine di cui nessuno sente il bisogno e che non riesce a determinare nulla.

Lo ripeteremo all’infinito, questa è la questione centrale.

Occorre costruire un progetto unitario e condiviso che si faccia carico delle grandi questioni che dovremmo inevitabilmente affrontare nel prossimo futuro.

Il nuovo modello termale, la transizione ecologica, la sostenibilità economica e sociale, la sfida della trasformazione digitale, solo per citarne alcune.

Si possono affrontare questi temi con le categorie logiche del passato?

In un territorio dove i rapporti tra comunità locali, tra le categorie economiche non vanno al di là della cortesia personale, la strada da percorrere è molta e molto tortuosa.

Ma se mai si comincia!