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IL COLESTEROLO COME CAMPANELLO D’ALLARME!

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Il Biologo Nutrizionista

a cura della Dottoressa Carolina Capriolo

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IL COLESTEROLO COME  CAMPANELLO D’ALLARME!

“Non è la causa  ma il sintomo” 

Viviamo con l’idea che il colesterolo faccia male e che sia fondamentale mantenerlo a valori tendenzialmente bassi anche a costo di usare farmaci. Siamo sicuri di non dover approfondire l’argomento?

Un concetto fondamentale da tenere a mente è che per l’85% il colesterolo è prodotto autonomamente dal nostro organismo, per lo più a livello del fegato, e solo il restante 15% è assunto attraverso il cibo.

Esso partecipa alla formazione delle membrane cellulari, dando una stabilità meccanica alle cellule. Questo grasso serve a produrre energia ed è essenziale per la sintesi di alcuni ormoni; infine è anche coinvolto nella produzione di vitamina D. Si può quindi dedurre quanto questo elemento sia indispensabile per la salute dell’uomo.

Nonostante ciò, la presenza di un elevato livello di colesterolo nel sangue comporta un alto rischio di malattie cardiovascolari.

E qui arriviamo al punto centrale: se queste gravi patologie sono causate dalla presenza di molto colesterolo nel sangue, e questo elemento è per lo più prodotto dal nostro stesso corpo, per quale ragione l’organismo inizia a produrne di più?

La ragione consiste nella presenza di uno stato d’infiammazione dell’organismo, ossia una condizione in cui il corpo, perché sottoposto a stress o perché carente di elementi nutrizionali o ancora perché alimentato nella maniera scorretta,  ha bisogno di riparare e ricostruire i tessuti, quindi ricorre alla produzione di ulteriore colesterolo come meccanismo di difesa.

In altre parole si può dire che il colesterolo non sia la causa della malattia cardiovascolare, quanto invece rappresenti il sintomo che qualcosa nel nostro corpo non va!

Per quanto riguarda l’alimentazione, diminuire il consumo di uova, di carne e di oli per limitare i livelli di colesterolo non otterrà molti risultati in questo senso. Converrebbe di più cercare di placare l’infiammazione che ha scatenato questo stato. Ossia diminuire l’apporto di carboidrati, poiché è dimostrata la loro azione pro-infiammatoria, aumentare parallelamente i grassi buoni, gli omega 3 e assumere vitamina C, poiché la mancanza di quest’ultima comporta nel tempo lesioni alle pareti arteriose (che sono costantemente sotto sforzo e che hanno bisogno di una grossa capacità elastica); queste microlesioni, dovute agli sforzi meccanici, richiamano colesterolo come elemento di riparazione.

In conclusione fate attenzione: una verità “limitata” può indurre a fare scelte sbagliate, non è importante avere solo tante informazioni, ma anche saperle interpretare.