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PAOLO GHEDINA CI HA LASCIATO

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PAOLO GHEDINA CI HA LASCIATO

“Quello che veramente ami rimane”

Con la discrezione e la leggerezza che gli erano caratteristici e il suo sguardo un po’ enigmatico e un po’ indagatore, ma sempre aperto e fiducioso, Paolo Ghedina ci ha lasciati.

Un nemico spietatamente devastatore, accanitosi per quasi un anno in un crescendo di crudeltà contro la sua tenace speranza di vita, lo ha portato via da questo mondo.

Può darsi che di lui qualcuno si sia dimenticato e che altri, come i ragazzi di oggi,  non ne abbia mai saputo nulla, ma niente e nessuno può cancellare quello che Paolo Ghedina ha fatto per la comunità di Abano.

Ma anche per altre comunità: Montegrotto, Rubano, Vedelago.

“Quello che veramente ami rimane, quello che veramente ami è la tua vera eredità”, dice il Poeta.

Paolo – che era molto affezionato a questi versi di Ezra Pound – ha profondamente amato il suo lavoro di operatore culturale e le imprese che mediante esso si dedicò a realizzare con grande passione e inesausta energia sono frutto di questo amore.

Di esso e del suo lavoro lascia adesso preziosa eredità a noi, a coloro che l’hanno conosciuto e anche a coloro che non l’hanno conosciuto, perché di tale eredità tutti oggi possiamo beneficiare.

Ad Abano Terme – lo affermo da testimone diretto – fu colui che rifondò la Biblioteca Civica, dirigendola con passione e competenza per vent’anni (1982-2002), colui che lavorò senza risparmiarsi al progetto della bella sede attuale e che diresse il complesso trasloco delle raccolte librarie e delle attività dalla vecchia sede alla nuova e infine colui che curò poi, vent’anni fa esatti, l’inaugurazione essa (qui nella foto di sinistra è ritratto durante il suo discorso inaugurale) avviandone così le attività che sono continuate fino ad oggi.

Oltre che rifondatore di biblioteche ad Abano, Paolo Ghedina lo fu anche a Vedelago, dove, invitato con insistenza dall’Amministrazione Comunale a trasferirsi, ristrutturò la sede e le attività di quella Biblioteca dando ad essa nuova vita e rilanciandone una presenza pulsante di belle iniziative nel cuore della comunità.

Ma Paolo Ghedina fu addirittura il vero fondatore tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso di altre due importanti istituzioni culturali: la Biblioteca di Rubano (qui ideò e diede, tra l’altro, avvio anche alla Rassegna di Canto Corale, la cui XXXVIII edizione si sta svolgendo proprio in questi giorni) e, prima ancora, la Biblioteca di Montegrotto Terme (dove risiedette a lungo, venendovi anche eletto consigliere comunale, e dove ora ha scelto di tornare come sua estrema dimora).

Organizzò convegni e congressi in ambito bibliotecario (tra cui un’ Assemblea nazionale dell’Associazione Italiana Biblioteche, alla quale era iscritto da membro attivissimo), fu redattore di riviste e autore di molti testi in ambito biblioteconomico, operando in questo campo anche come apprezzato docente e formatore.

Fu dunque in primis un valoroso bibliotecario Paolo Ghedina, ma non fu solo questo.

Curatore e organizzatore di numerosissime mostre d’arte (cito solo quella da lui curata con grandissimo successo ad Abano nel 1999 presso i propilei del Montirone, ”Donne d’acqua. Bellezza, mito e sensi da Cranach a De Chirico”, e quelle successive (2003), da lui denominate “Giardino dell’arte” e allestite presso la Villa Comunale a Vedelago con opere di importanti scultori quali Augusto Murer, Wolfgang Alexander Kossuth), Paolo Ghedina sviluppò con instancabile dedizione un parallelo impegno sia nel campo dell’arte antica (suo fu il primo allestimento della Donazione d’arte Roberto Bassi Rathgeb negli spazi dell’allora Villa Zasio, poi denominata Bassi, come oggi è conosciuta) sia parallamente in quello delle arti contemporanee.

Seguì infatti il lavoro di parecchi artisti e concorse alla costituzione dell’Associazione Artisti Aponensi.

Fu il fondatore e fin dal primo istante di esistenza l’appassionato promotore dell’Associazione Amici dei Musei di Abano, Montegrotto e Due Carrare, organizzando visite a importanti musei, mostre e città d’arte in Italia e all’estero.

Paolo era un appassionato amante della musica – adorava Mozart, di gran lunga il suo autore preferito – e organizzò molti concerti e rassegne.

Insieme facemmo anche nascere l’Orchestra da camera di Abano Terme che, dopo un periodo di splendore, dovette purtroppo cessare l’attività per motivi economici.

Paolo Ghedina è stato anche un raffinato bibliofilo, collezionista e studioso di libri antichi e rari, è stato scrittore assai prolifico in campi diversi (la sua bibliografia, ancorché incompleta, nel sito www.paologhedina.it) e, negli ultimi quindici anni della sua vita, anche attore di teatro e camminatore lungo le vie di antichi pellegrinaggi come la Via Francigena.

Era molto orgoglioso dell’unico figlio, Marco, laureato in lingua e letteratura cinese, il quale è stato ed è tuttora docente di lingua italiana in Cina.

Insieme a Paolo e a mio fratello Aldo andai a fargli visita otto anni fa e fu un’occasione per conoscere in simpaticissima compagnia (Marco conosceva bene la capitale cinese, anche negli aspetti meno turistici) quella città meravigliosa che è Pechino, un’occasione irripetibile.

Paolo amava tantissimo suo figlio e considerava l’essergli padre il più bel regalo che aveva avuto dalla vita.

Per me fu amico vero e sincero, fraterno vorrei poter dire, e forse solo la sua assenza sopraggiunta adesso senza possibilità di ritorno mi fa comprendere appieno quanto sia stata per me importante l’amicizia con lui.

Paolo Ghedina era molto religioso, cattolico praticante (ogni anno, a Pasqua, veniva a portarmi in dono un ramoscello di ulivo benedetto, con mia gioia e gratitudine): sono sicuro che ieri è salito negli alti cieli del suo Paradiso per ordine perentorio del Padreterno, accompagnato dai cori di innumerevoli angeli splendenti.

Bruno Francisci