STAZIONE FFSS Abano

Non supera il lutto, si getta sotto il treno

IL MATTINO DI PADOVA 25 marzo 2017
di Federico Franchin

La commerciante Nicoletta Barzon, 55 anni, era caduta in depressione dopo la morte del figlio trentenne e non si è più ripresa

Suicidio ieri mattina, poco prima delle 7, sui binari all’altezza della stazione di Abano Terme, a Giarre. La vittima, una donna, Nicoletta Barzon, del 1961, titolare del negozio di abbigliamento “Intimi segreti” di via Vespucci ad Abano, si è gettata sotto al treno proveniente da Padova in direzione Bologna, sul binario 2. Sul posto è intervenuta la Polfer per i rilievi e l’identificazione del cadavere. Secondo una prima ricostruzione pare che ad accorgersi dell’accaduto sia stato il macchinista del treno proveniente da Bologna verso Padova. Nonostante la donna non abbia lasciato nulla per motivare il suo gesto, tutto porta gli inquirenti a concludere che il suicidio è da ricondurre alla depressione in cui la donna era piombata dopo la morte nel sonno del figlio Andrea Malachin, 30 anni, nell’agosto 2015.

Il gesto. Nicoletta Barzon si è diretta ieri mattina, poco prima delle 7, verso la stazione di Abano, a Giarre, con la propria auto, una Citroen C3 colore avio. La donna ha fatto la poca strada dall’abitazione di via Tito Livio a via Stazione con il chiaro intento di farla finita. Pochi minuti per arrivare in stazione, parcheggiarci di fronte la sua auto, chiuderla e poi dirigersi verso i binari della stazione. A quell’ora non c’era nessuno in stazione, il momento giusto per farla finita nel silenzio più assoluto. Mancavano pochi minuti alle 7 quando la donna ha deciso di gettarsi sulle rotaie del binario 2 venendo travolta dal treno proveniente da Padova verso Bologna. Terribile l’impatto, con il corpo di Nicoletta Barzon che è stato trascinato per circa 250 metri dal mezzo, senza che il macchinista se ne sia accorto.

Segnalazione. A notare la presenza di un cadavere sui binari è stato il macchinista del treno proveniente sul binario 1 in direzione opposta, da Bologna verso Padova. Il macchinista ha avvertito immediatamente la Polfer, giunta in pochi attimi sul posto. Straziante il quadro che si trovato di fronte con il corpo della donna ridotto a brandelli. Una scarpa è stata anche ritrovata a distanza di oltre 200 metri. Per un paio di ore la Polizia ferroviaria ha lavorato alla rimozione del cadavere (assistita dall’impresa funebre) e per i rilievi del caso. Un meccanico con un carro attrezzi, una volta capito che si trattava di Nicoletta Barzon, è giunto nel frattempo alla stazione di Abano per rimuovere la Citroen C3 con la quale la donna era giunta sul luogo del dramma.

Depressione. A spingere Nicoletta Barzon al terribile gesto è stata una forte depressione, accentuatasi nell’agosto del 2015, quando era scomparso il figlio, Andrea Malachin. Quella morte e il distacco dal marito, malato da tempo, sono stati troppo per la donna, che non è più riuscita a riprendersi, cadendo sempre più nel baratro. Tanto da provare altre volte a farla finita. Nicoletta Barzon era tornata a casa mercoledì dopo tre settimane di ricovero, che avrebbero dovuto servire a dare ossigeno al proprio morale. Impresa purtroppo non riuscita. Nonostante la vicinanza degli amici e dei colleghi commercianti. La storia di Nicoletta Barzon ha ricordato immediatamente quella di Augusto Rigoni, titolare del negozio di calzature “Il Calzolaio” di piazza Repubblica, che nel luglio 2015 aveva deciso di farla a sua volta finita gettandosi sotto ad un treno. Ma se per la donna si è trattato di uno stato depressivo, per Augusto Rigoni era stata l’angoscia degli affari.

Il ricordo di amici e conoscenti «Aveva un sorriso contagioso. Una persona solare e squisita»

Nicoletta Barzon era una nota commerciante di Abano. Il suo negozio “Intimi segreti” è molto conosciuto e frequentato sia dai residenti che dai turisti. La commerciante aveva aperto molti anni fa l’attività, prima operando in via Martiri d’Ungheria e poi spostandosi, sette anni fa, in piena isola pedonale, in via Vespucci. Persona stimata da tutti, Barzon ha lasciato ieri un vuoto in tutta la città termale. Primo a piangere la sua scomparsa sono stati i colleghi commercianti, dei veri amici su cui contare in ogni momento. «È un giorno tristisimo», commenta Michele Ghiraldo, presidente mandamentale di Ascom Abano, «Era una donna gentilissima, sempre con il sorriso sul volto. Un sorriso contagioso. Era però anche una donna, che dentro di sé portava grande sofferenza, data dalla mancanza della famiglia. Le vicissitudini del marito, la scomparsa del figlio di trent’anni, nel 2015, l’hanno segnata profondamente. Negli ultimi due anni è stato per lei sempre più difficile accettare di essere sola». Claudio Lazzarini, titolare del negozio di abbigliamento “Anteprima” di viale delle Terme ancora non ci crede. «Era appena stata dimessa dopo un ricovero durato tre settimane», rivela Claudio Lazzarini, «Era tornata al lavoro mercoledì, le avevo consigliato di mangiare e di farsi forza. Pensavo che il momento difficile fosse passato. Sapevamo del malumore interiore di Nicoletta e per questo abbiamo sempre cercato di aiutarla e di sostenerla. Purtroppo non è bastato. Il suicidio è avvenuto in ogni caso per problemi personali, che vanno al di là del discorso lavorativo. L’attività di Nicoletta funzionava e quindi non c’entra l’aspetto economico».

A ricordare Nicoletta Barzon è anche Nicola Piran, fotografo de il mattino di Padova, che fino a qualche anno fa aveva lo studio fotografico proprio in via Vespucci, di fronte al negozio della donna. «Era una degna persona», ricorda Nicola Piran, «Non ti negava mai la parola o il saluto. Era una persona con la quale si poteva parlare. Nicoletta era una donna squisita, ci vedevamo sempre e per cinque anni è stata una vicina di bottega. La sua scomparsa mi rattrista molto». Nicoletta Barzon è scomparsa senza far rumore. «Era una donna molto gentile, ma riservata», ricordano i vicini di casa di via Tito Livio, dove la donna risiedeva. «Non negava mai il saluto, era sempre disponibile, ma non abbiamo mai avuto un rapporto stretto con lei. Eravamo a conoscenza della scomparsa del figlio avvenuta due anni fa, ma Nicoletta non ha mai dato segni di cedimento. Non abbiamo mai notato nel suo volto uno stato depressivo».

«Ci dispiace molto», proseguono i vicini di casa, «La vedevamo spesso uscire con la sua bicicletta da casa. Abitava da sola e non è mai stata una donna particolarmente in vista».

La notizia del suicidio di Nicoletta Barzon ha presto fatto il giro del web. Numerosi i messaggi di cordoglio e di affetto da parte di amici o semplici clienti di bottega. «Ciao Nico, hai trovato la pace con tuo figlio», ha scritto un conoscente sulla pagina Facebook Sei di Abano Terme Se.