«Dizionario, il sogno si avvera»

DIZIONARIO noneso Copertina«Dizionario, il sogno si avvera»

Nòneso-Ladino/Italiano e viceversa: «Per salvare e diffondere la nostra cultura»

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«TRENTINO» 8 luglio 2018

CLES. «Un sogno che si avvera, dopo 25 anni di attività che l’associazione Rezia sta mettendo in campo per far conoscere, e riconoscere, la ladinità del nones». Così ieri la presidente di Rezia, Caterina Dominici, ha presentato il nuovissimo Dizionario Nòneso Ladino/Italiano e Italiano/ Nòneso Ladino promosso dall’Accademia della Lingua Nonesa Ladina in collaborazione con un pool di esperti e cultori di varia cultura ed estrazione geografica, edito da Aldo Francisci Editori di Abano Terme. Nulla a che vedere con il monumentale Vocabolario Anaunico Solandro di Enrico Quaresima (Tuenno 1883-Trento 1969) edito nel 1964 dalla Fondazione Cini di Venezia, che rimane una pietra miliare, ma strumento per far conoscere, anzi per contribuire a salvare, parole e significati del noneso che si stanno perdendo.

«Da tempo – ha detto la Dominici – l’associazione nònesa ladina Rezia, e negli ultimissimi anni in particolare l’Accademia della lingua nònesa ladina, ha elaborato un progetto di un vocabolario di facile consultazione che servisse in particolare alle nuove generazioni. Dopo anni di ricerca e lavoro è finalmente ultimato, crediamo proprio che questo dizionario possa contribuire alla diffusione della lingua nònesa-ladina e in particolare a conservarla». «Questo dizionario serve a salvare il salvabile di un patrimonio di parole a rischio», ha aggiunto il presidente dell’Accademia Candido Marches. L’idea di crearlo gli è venuta alcuni anni fa: «Dei giovani mi chiedevano come si traducesse in italiano una parola nonesa o come fosse la sua corretta pronuncia. Ho pensato che qualcosa si doveva fare per non perdere questo ricchissimo patrimonio di cultura popolare. Parlandone con l’allora consigliera provinciale Caterina Dominici, è partita l’idea del dizionario tra mille difficoltà e peripezie».

Il noneso, lingua o dialetto che sia, ha varianti fonetiche e parole che cambiano dall’Alta alla Bassa Valle, e in alcuni casi anche tra paese e paese. Difficile riassumere il tutto in un’unica fonetica, una sorta di Koinè che in altre realtà ladine, come la val di Fassa e la Gardena-Badia, è arrivata dopo un complicato confronto di parlate. «La base morfologica-sintattica si trova nella grammatica di Ilaria Biasi, edita dalla Regione nel 2005», ha detto l’esperto linguista di formazione oxfordiana David Wilkinson, marito della Dominici e consulente per questa operazione che punta a ridare slancio all’uso comune del noneso anche tra i giovani. Per Wilkinson nessun dubbio che il noneso sia una lingua di radice neo latina come il portoghese e lo spagnolo: «Infatti una parlata non è più un dialetto quando contiene coerenti morfologia, sintassi e lessico che si scostano sia dalla lingua nazionale sia dalle parlate o dialetti vicini. Condizioni che il noneso presenta in pieno».

Alla presentazione anche alcuni dei fondatori e membri dell’Accademia della Lingua Nonesa Ladina come la professoressa Liliana Turri, già insegnante di inglese e tedesco in varie scuole superiori fuori regione, la scrittrice Antonietta Dalpiaz, i poeti in noneso Fabio Widmann, Dolores Keller e Carla Ebli. Presenti anche Carlo e Luciana Recla di Ronzone, appassionati collezionisti di parole antiche oltre che di cose e testimonianze del passato. Il Dizionario, 456 pagine e costo 22 euro, sarà in edicola a partire da metà luglio. (g.e.)

“Dimenticati” i piccoli proprietari

IL MATTINO DI PADOVA 8 maggio 2018
di Federico Franchin

comparti centrali

Comparti centrali, mai spedite le lettere del 2012. Nuova grana per Claudio?

ABANO TERME. Dalla questione “riqualificazione comparti centrali” di Abano si potrebbe prospettare per l’ex sindaco Luca Claudio una nuova grana, quella relativa ad un’omissione di atti d’ufficio. I funzionari dell’ufficio tecnico comunale, alle prese in queste settimane con i fascicoli relativi al vecchio (e decaduto) Piano particolareggiato per i comparti centrali, la zona dell’Abano Storica, hanno portato alla luce vere e proprie inadempienze amministrative commesse, in fase istruttoria, dalla precedente amministrazione.

I fatti risalgono al 2012 e sono relativi alle notifiche, obbligatorie per legge, da inviare a tutti i titolari di un qualsivoglia diritto reale sull’area interessata dall’intervento di pianificazione urbanistica ed edilizia. «All’interno dei fascicoli erano ancora presenti gran parte delle lettere, datate 2012 e mai pervenute ai piccoli proprietari del Centro Storico», dichiara il dirigente dell’ufficio tecnico Leonardo Minozzi. «Nell’informare i titolari di immobili nell’area dei comparti centrali ci si è “dimenticati” di circa metà di loro, cittadini che non hanno mai potuto esprimere un parere – come previsto dalla legge – circa lo sviluppo urbanistico su cui insisteva la loro proprietà».

«È evidente che la legittimità di quel piano era viziata da omissioni e pesanti errori che hanno danneggiato la piccola proprietà», prosegue il sindaco Federico Barbierato. «Il Comune, nell’ambito di un complessivo intervento di riqualificazione, sta provvedendo in questi giorni a recapitare le lettere di invito, indirizzate a tutti i proprietari di immobili nell’area dei comparti centrali, attraverso il quale l’amministrazione intende raccogliere proposte e osservazioni in vista della redazione di un nuovo Piano Particolareggiato per il Centro storico. Ad oggi il numero dei destinatari delle lettere è di 114 tra privati e ditte».

Altri guai in vista quindi per Luca Claudio dopo l’inchiesta sulla tangentopoli delle Terme? «Abbiamo già contattato i nostri legali per capire come muoverci e i passi da percorrere in questa incredibile questione», spiega ancora il primo cittadino. «Non escludiamo nulla, compresa un’eventuale denuncia, nel caso si evidenziassero responsabilità dirette da parte dell’ex sindaco. Il mandato di Luca Claudio è stato un mix di incompetenza e di malaffare, un mix esplosivo di errori e di malafede, che hanno tenuto fermo lo sviluppo del paese».

«Ora bisogna tutelare le piccole proprietà»

«Ora bisogna tutelare le piccole proprietà»

pillon

«Sui comparti centrali serve pensare a una liberalizzazione per i piccoli proprietari, evitando così di continuare a ragionare esclusivamente su un progetto di pianificazione complessiva». L’ex…

«Sui comparti centrali serve pensare a una liberalizzazione per i piccoli proprietari, evitando così di continuare a ragionare esclusivamente su un progetto di pianificazione complessiva». L’ex sindaco di Abano Cesare Pillon (nella foto) ha le idee chiare e indica la via di uscita da una stasi che, sul piano di riqualificazione dell’Abano Storica, ormai va avanti da decenni. «Per come si è messa la situazione ritengo che se non si completa la parte edificabile dei comparti centrali non è di certo un danno», spiega l’ex primo cittadino aponense. «Ciò che conta, in questo momento, è iniziare a ristrutturare gli edifici vecchi. Il vantaggio poi per quella zona è che non ci sono vincoli dettati dalla Soprintendenza, che aveva tentato di inserirne a suo tempo uno sui comparti, mai concesso». Per Cesare Pillon serve un piano guida, ma senza i veti attuali e la necessità di dare carta bianca ai piccoli proprietari. «Inseriti in un ragionamento generale, che incorpora anche la Res o chi la rileverà, i piccoli proprietari sono in una situazione di debolezza, in quanto schiacciati dalla forza della Res e dal fatto che è proprietaria di oltre il 50% dei comparti centrali», osserva Pillon. «Se si riesce a ragionare innanzitutto con i piccoli proprietari, i cui interessi vanno salvaguardati, si può arrivare intanto a sistemare già in totale una metà delle aree. Quella dei comparti centrali è una partita complicata, che va affrontata ormai in quest’ottica. E mi pare che l’amministrazione comunale attuale si stia muovendo in questo senso». «Sistemare l’Abano Storica», ricorda l’ex primo cittadino, «vuol dire riqualificare la città di Abano Terme».

IL MATTINO DI PADOVA
6 maggio 2018
di Federico Franchin

Sorpresa, si riparte dal via nel rebus comparti centrali

Sorpresa, si riparte dal via nel rebus comparti centrali

Azzerato il piano particolareggiato, con la Res in liquidazione, il sindaco di Abano comunica ai 70
proprietari che attende le loro indicazioni per il nuovo progetto

IL MATTINO DI PADOVA
6 maggio 2018
di Federico Franchin

ABANO TERME. Nuovo piano particolareggiato al via sui comparti centrali, la zona del centro storico. Dopo vent’a

nni si riparte da zero nel progetto di riqualificazione di un’area abbandonata a sé stessa. In arrivo nei prossimi giorni le lettere di invito, rivolte ai proprietari di immobili nell’area dei comparti centrali, attraverso cui il Comune intende raccogliere proposte e osservazioni per la stesura di un nuovo piano. Dopo lo stop al centro commerciale in piazza Mercato, il Comune muove i primi passi per dare corpo al progetto di riqualificazione.

La cronistoria. Lo scorso gennaio il Comune ha annullato, in autotutela, prima con delibera di consiglio e poi con delibera di giunta, la variante urbanistica approvata dall’amministrazione Claudio con cui si concedeva il via libera alla Res, società ora in liquidazione, proprietaria di gran parte degli immobili (oltre il 50%), per la realizzazione di un centro commerciale in piazza Mercato. Lo stesso piano particolareggiato, datato 2002 e successivamente prorogato nel 2012, decadrà poco dopo a causa

della scadenza dei termini. L’amministrazione guidata dal sindaco Federico Barbierato, vista la situazione in cui versa la Res, che essendo in liquidazione non dà garanzie al Comune, avvia ora la fase che porterà alla redazione del nuovo strumento urbanistico aprendo alla partecipazione dei soggetti direttamente coinvolti.

I proprietari. Sono oltre settanta. Il “sondaggio” coinvolgerà tutti i possessori di immobili, tra privati e ditte, nell’area compresa tra parte di piazza Caduti, via Gobetti, via Donati, Piazza Mercato e il quadrante compreso tra via Matteotti, via Appia Monterosso, via Stella e via Mussato. I cittadini interessati avranno a disposizione 60 giorni (dalla data di ricezione della comunicazione) per presentare eventuali proposte e interventi da attuare all’interno delle loro proprietà. «Possiamo, finalmente, iniziare a ragionare sul futuro di un pezzo importante della città lasciato a se stesso per troppo tempo», il commento del primo cittadino. «Non potevano non farlo senza il coinvolgimento di tutti quei cittadini direttamente coinvolti dall’intervento di riqualificazione».
comparti centraliLe prospettive. «Ci sono costi e oneri di urbanizzazione alti in quell’area, che oggi non permettono lo sviluppo e la trasferibilità», annota Cesare Pillon, ex sindaco che ha avuto a che fare con la questione comparti ancora dai tempi in cui era assessore. «Bisogna verificare se l’onerosità dovuta all’urbanizzazione con piazze, verde, sottoservizi, fognature è compatibile con il mercato attuale. All’epoca iniziale dei comparti l’edilizia tirava, ora è necessario rendere gli oneri compatibili con la situazione del mercato immobiliare. Il quadro economico è mutato nel tempo e quindi va ripensato tutto tenendo presente anche questo punto di vista». Anche Pillon, quindi, oggi probabilmente farebbe la stessa scelta di fondo appena adottata dalla giunta Barbierato: ripartire da zero. «La Res è in liquidazione», conclude Pillon. «Anche per questo va rifatto tutto il ragionamento sui comparti portato avanti in questi decenni».

Micro-telecamere fissate alle divise dei vigili di Abano

IL MATTINO DI PADOVA 28 ottobre 2017
di Federico Franchin

Sei “bodycam” in dotazione a ogni turno in servizio Il Comune termale è il primo a sperimentarle in Veneto 

ABANO TERME. Si chiama “bodycam”, è una telecamerina portatile che gli agenti della Polizia locale indosseranno sul petto durante il loro servizio. Il Comune di Abano è il primo ad adottarla in tutto il Veneto, il quarto in Italia dopo Torino, Brugherio e Alessandria. La “bodycam” è invece estremamente diffusa all’estero. Basti pensare che a Londra sono 22.000 quelle in dotazione alle forze dell’ordine di Sua Maestà. «È di fatto un terzo occhio in dotazione alle forze dell’ordine», spiega Loris Angeloni, country manager della ditta Axon che rifornirà il Comune di Abano. «La telecamerina sarà in grado di registrare per 12 ore consecutive le immagini in versione full hd. La “bodycam” sarà agganciata al taschino delle divise dell’agente e filmerà le immagini. Solamente con un doppio click partirà la registrazione, che terrà conto anche dei due minuti precedenti». Sei le apparecchiature messe a disposizione della municipale aponense.

Tutti gli agenti in turno ne avranno una e le immagini in diretta potranno essere trasmesse in tempo reale al comando di Polizia locale. «Conserveremo i video per 7 giorni. Le immagini saranno immagazzinate nel software e non potranno essere modificate. Le telecamerine saranno estremamente utili in caso di verifica di disastri ambientali, di manifestazioni, di ingiurie e anche nei quartieri per filmare eventuali situazioni di emergenza»

Le nuove telecamerine, che si aggiungeranno ai 17 occhi elettronici dislocati lungo le strade della città, serviranno: a garantire l’agente di operare nell’esercizio delle proprie funzioni, a scoraggiare condotte aggressive, a tutelare i cittadini in modo poco invasivo e ad avere a disposizione fonti di prova.

«Dovremo ora approvare settimana prossima l’adozione delle bodycam con una delibera di Giunta», rileva il sindaco Federico Barbierato. «Poi verrà redatto un regolamento e successivamente l’attrezzatura sarà ufficialmente utilizzabile dai nostri agenti. È uno strumento in più per garantire la sicurezza in centro, ma anche nei quartieri». «Ci stiamo muovendo per aumentare sempre di più la sicurezza nella nostra città», conclude la comandante della Municipale Francesca Aufiero. «Abbiamo cambiato le dotazioni radio e prossimamente ci sarà anche il corso di tiro per i nostri agenti. Le telecamerine saranno un bel deterrente verso i potenziali delinquenti».

ABANO Barbierato dice sì al Controllo di vicinato

IL MATTINO DI PADOVA 1 settembre 2017
di Federico Franchin

ABANO TERME. Sì al Controllo di vicinato ad Abano, proposta avanzata dal presidente del consiglio comunale Stefania Chiarelli e dal suo gruppo di minoranza Abano Viva. Il sindaco Federico Barbierato conferma tutta la sua aperturaverso le minoranze, sposando in pieno la proposta della civica aponense: «Accetto la proposta, il Controllo di vicinato è certamente uno strumento utile per garantire la sicurezza, sono quindi pronto a sottoscrivere il protocollo d’intesa previsto dal Decreto Minniti». 

Montirone, un progetto per ridare vita al parco

IL MATTINO DI PADOVA 29 agosto 2017
di Federico Franchin

A soli due anni dalla riqualificazione le vasche sono senza acqua termale Il Comune: «Convenzione con gli albergatori e bando per mostre temporanee»

ABANO TERME. Il Montirone vuole tornare a splendere. Uno dei simboli di Abano, dopo l’inaugurazione in pompa magna del 2015 dell’allora ex sindaco Luca Claudio, è stato lasciato in balia di se stesso. Le famose vasche fumanti di acqua termale sono rimaste attive solamente per pochi mesi, salvo poi tornare spente.

Si tratta di cinque vasche (due grandi e tre piccole). Le vasche dovrebbero contenere acqua termale a una temperatura di circa 70 gradi: era stato quindi necessario approntare particolari accorgimenti per la messa in sicurezza. Gli interventi di ripristino delle vasche erano costati 126mila euro con gran parte dell’investimento che era stato coperto da un contributo regionale. Le vasche “vivevano” grazie all’acqua termale che fornivano gli albergatori vicini grazie ad una convenzione scaduta e mai più rinnovata.

«C’è da fare un ragionamento su questo», spiega l’assessore al Bilancio Francesco Pozza. «Dobbiamo capire come ripristinare le vasche e che tipo di convenzione portare avanti per far tornare a vivere al più presto uno dei simboli della nostra città. Certamente saranno ora necessari alcuni lavori di manutenzione straordinaria alle vasche».

L’idea dell’amministrazione è anche di ridare vitalità ai due padiglioni, sedi di sporadiche mostre. «Si concluderà il prossimo 20 settembre un bando per la selezione di artisti per delle esposizioni», svela l’assessore alla Cultura Cristina Pollazzi. «Dall’1 ottobre si partirà con delle esposizioni di artisti. Ci sarà una selezione per animare delle esposizioni temporanee d’arte, soprattutto da parte dei giovani. Una commissione esaminerà le domande per verificarne la validità in base ai requisiti». Il nuovo Montirone coinvolgerà anche le scuole. «L’Istituto comprensivo Vittorino da Feltre ha chiuso un progetto europeo (Pon) sulla storia delle acque termali e del termalismo», annuncia Pollazzi. «Il progetto prevede l’installazione di alcuni cartelloni, in modalità provvisoria, proprio all’interno del Montirone. È bello vedere come la scuola possa concorrere alla vita della città».

BARBIERATO REPLICA A 35ZERO31 «Io contro l’Alìper dal 2012 ma Lazzaretto dov’è stata?»

IL MATTINO DI PADOVA 27 agosto 2017
di Federico Franchin

ABANO TERME. «Se 35zero31 e la sua leader Monica Lazzaretto hanno carte in mano che possano bloccare la costruzione del nuovo Aliper bene. Dal canto mio posso dire che abbiamo guardato le procedure e purtroppo non c’è nulla che possa far pensare ad un blocco dei lavori». Il sindaco di Abano, Federico Barbierato, replica a muso duro a 35zero31, che ha accusato il primo cittadino di essersi arreso nella lotta contro la costruzione del nuovo centro commerciale in zona Dancing P1. «Dai tempi dell’Ascom porto avanti questa battaglia», sbotta il sindaco. «È dal 2012 che combattiamo, bloccando i consigli comunali e facendo ricorsi. Mi chiedo dove sia stata in questi cinque anni la Lazzaretto, che ora mi accusa di non fare a sufficienza. Purtroppo la palla è passata in Regione, che a settembre convocherà la conferenza decisoria. Noi come nuova amministrazione, dato che ormai sono stati dati tutti i permessi, potremo solo confermare la nostra contrarietà al centro commerciale. Ma non basterà, perché dovremo sperare in enti come Veneto Strade e la Regione». Federico Barbierato annuncia invece una dura lotta nella perequazione e nelle opere che il gruppo Alì-Aliper deve realizzare in favore del Comune di Abano Terme. «Il campo da calcio in erba sintetica è già in fase di realizzazione nei pressi del centro commerciale Ca’ Grande. La pista ciclabile, prevista dall’ipermercato verso via Flacco, cercheremo invece di bloccarla. Non vogliamo agevolare l’accesso al supermercato, vogliamo tutelare le nostre attività. Cercheremo di monetizzare o di ottenere un’altra opera, da un’altra parte. In totale si tratta di 700 mila euro per il campo da calcio in erba sintetica e di un milione per la ciclabile».

FEDERALBERGHI TERME ABANO MONTEGROTTO, ASCOM E GUBIOCE CONFERMANO LA CONTRARIETÀ AL SUPERMERCATO NEL CENTRO DI MONTEGROTTO

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Sarà presentata oggi alla Giunta Comunale di Montegrotto Terme la variante di incremento della superficie commerciale proposta dall’ASPIAG-Despar, in merito al supermercato che dovrebbe sorgere in pieno centro città.

“Come categoria economica che rappresenta la vocazione del territorio, – spiega Emanuele Boaretto, Presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto – difendiamo i diritti di chi ha investito già da tempo nelle strutture alberghiere e proprio nella zona attigua alla quale dovrà sorgere il supermercato.

La nostra preoccupazione e presa di posizione non fa solo riferimento al singolo hotel, uno dei più prestigiosi 5 stelle cittadini rinnovato da pochissimo, ma rivolge la sua preoccupazione a tutto il tessuto socio-economico rispetto al quale una scelta di questo genere andrà a innescare pesanti conseguenze.

In termini urbanistico-architettonici, si sta esplicitamente compromettendo la possibilità di dare un ingresso, se non prestigioso quanto meno dignitoso, alla città di Montegrotto. Con questa scelta l’Amministrazione Comunale sta vanificando quanto assicurato in fase elettorale, di fare una programmazione urbanistica sensibile alle esigenze del turismo. L’intervento, come quello in questione ha un profilo indecifrabile, risponde più agli interessi delle amministrazioni passate che alle necessità di oggi.

I nostri suggerimenti nel merito sono stati più volte presentati all’Amministrazione del Comune di Montegrotto, che però sembra voler proseguire per la strada di una programmazione urbanistica non coerente con le esigenze della destinazione termale turistica. È assente nel confronto con le categorie economiche e con gli enti territoriali, che lavorano per dare un futuro alle aziende della filiera turistica e per tutelare la risorsa turistica e termale del Bacino Euganeo.

Dal punto di vista della viabilità è fuori dubbio che una attività di questo genere appesantirebbe ulteriormente uno snodo cittadino e l’aumento del traffico in quel punto mal si concilierebbe con le attuali esigenze logistiche dell’area.

Ci risulta incoerente che l’attuale Amministrazione Comunale, eletta in forte contrapposizione con quelle precedenti, prosegua tranquillamente un progetto urbanistico figlio della mala gestione degli ultimi 15 anni, andando addirittura ad aumentare la superficie commerciale, senza nemmeno convocare (nonostante la questione sia stata posta mesi fa) albergatori, commercianti, enti preposti alla tutela e salvaguardia del territorio.

Nella pratica Montegrotto Terme presenta delle emergenze urbanistiche gravi e urgenti rispetto a quella di costruire un nuovo supermercato, in presenza di numerose attività commerciali già in forte difficoltà.

Basti pensare alla sistemazione di Piazza Mercato, piuttosto che agli hotel dismessi; invece le uniche iniziative che si stanno intraprendendo sono quelle che esulano dal nostro patrimonio turistico e che rischiano di riportarci allo status di un paese qualsiasi.

Le imprese alberghiere sono quelle che più contribuiscono in città in termini di imposizione fiscale, nella generazione di posti di lavoro, di flussi turistici e di indotto.

Riteniamo che le nostre posizioni a sostegno del comparto debbano essere recepite.

Alla Giunta comunale che si riunirà giovedì chiediamo di valutare bene il significato di diritti acquisiti dai cittadini di Montegrotto Terme, perché ciò significa proteggere anche quei cittadini che da anni investono milioni di euro generando valore per tutto il territorio.”

Siamo sulla stessa linea di Federalberghi Terme Abano Montegrotto – ribadisce il presidente mandamentale dell’Ascom, Michele Ghiraldo – perché riteniamo che il consumo del territorio e la cementificazione siano la negazione dell’attività turistica che, per l’intera provincia, ma soprattutto per l’area termale, è l’essenza della nostra economia.

La giunta di Montegrotto – aggiunge Ghiraldo – si trova davanti ad una scelta: farsi ammaliare dalle sirene dell’introito facile o farsi paladina della lotta per la salvaguardia del territorio e la promozione di un turismo verde e sostenibile che è poi ciò che chiedono i turisti”.

Noi non siamo stati interessati della questione – dichiara Aldo Buja, Presidente di Gubioce.Anche Gestione Unica guarda con preoccupazione alla vicenda della realizzazione del nuovo supermercato nell’area adiacente all’hotel Esplanade Tergesteo.

Al di là delle strette questioni tecniche legate alla destinazione d’uso dei terreni e pur non conoscendo nel dettaglio i termini della questione, lascia perplessi la scelta di realizzare una struttura commerciale di quel genere e dimensione in quella che è di fatto una delle porte d’ingresso della città di Montegrotto e ancor più, accanto ad una struttura ricettiva e termale. Le motivazioni, dal prevedibile aumento del traffico, alla necessità di reperire i parcheggi, alla incompatibilità di due attività così lontane come il turismo termale e la grande distribuzione, sono chiare a tutti.

La sensazione è ancora una volta che la programmazione territoriale venga lasciata alle proposte dei privati, limitandosi il pubblico, come troppo spesso accade in tutti i comuni d’Italia, a delegare scelte d’interesse collettivo a cambio dell’incasso degli oneri di urbanizzazione.”

Iris Rocca

Ufficio Stampa

Federalberghi Terme Abano Montegrotto

Abano vuole bloccare il cemento

IL MATTINO DI PADOVA 23 agosto 2017
di Federico Franchin

La giunta rivisiterà il Pat dell’èra Claudio: «Alìper, situazione compromessa»

ABANO TERME. La ricognizione che la giunta comunale di Abano approverà domani, voluta dalla legge regionale per il contenimento del consumo del suolo, sarà l’occasione per il sindaco Federico Barbierato di ribadire la sua volontà di rivedere il Pat adottato dal suo predecessore Luca Claudio. La legge regionale prevede la realizzazione di una planimetria che individua gli ambiti di urbanizzazione consolidata da individuarsi con provvedimento appunto della giunta. «Prima della stesura del documento ci siamo confrontati anche con la Regione per comprendere al meglio la natura di questo atto», osserva Barbierato. «Domani andremo in giunta ad approvarlo, rispettando i tempi assegnati dalla Regione. Per l’immediato futuro provvederemo a una rivisitazione del Pat adottato dalla precedente amministrazione, ma non approvato da Provincia. Con la filosofia di impedire la nascita di nuove “ cattedrali” e le speculazioni immobiliari che purtroppo hanno portato ad una Abano solo di cemento. Rigenerazione urbana e recupero del patrimonio edilizio esistente connoteranno la riadozione del nuovo Pat nella filosofia di una Abano città del benessere e della sostenibilità». L’amministrazione Barbierato mira quindi ad una diminuzione della cubatura prevista dal Pat adottato da Claudio, ma anche ad un capitolo importante sul tema grandi strutture di vendita. «Purtroppo, per quanto concerne il nuovo centro commerciale Alìper, la situazione è già compromessa», ammette il primo cittadino aponense. «Tutto è già stato approvato e rimane solamente la conferenza decisoria prevista il mese prossimo in Regione. Una conferenza che darà il via libera definitivo ai lavori, nella quale potremo opporci solo attaccandoci ai possibili problemi legati alla viabilità». Discorso diverso invece riguarda il centro commerciale previsto in piazza Mercato. «Anche in questo caso dobbiamo fare i conti con una situazione delicata, ma non definitivamente compromessa. C’è una convenzione siglata tra il Comune e la Res, società proprietaria di gran parte dei comparti centrali di Abano, che cercheremo di prendere in mano e di rivedere.

Ci confronteremo con la Res e proveremo a bloccare la realizzazione del centro commerciale previsto dalla giunta Claudio. Già il commissario aveva provato a bloccare il tutto, salvo poi dover far marcia indietro dato che la Res aveva impugnato il suo atto di fronte al Tar.