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Storia di Abano. QUANDO I FRATELLI D’INZEO DOMINAVANO I CONCORSI IPPICI AD ABANO

Storia di Abanodinzeo

QUANDO I FRATELLI  D’INZEO  DOMINAVANO I CONCORSI IPPICI AD ABANO

Per incentivare il turismo e ripristinare l’immagine della stazione di cura di Abano, oscurata dal lungo periodo bellico, si pensò di promuovere, verso la fine degli anni ’40, l’iniziativa dei concorsi ippici”. Venivano organizzati, nei primi tempi, all’interno dell’area che s’estendeva dietro l’Hôtel Todeschini. Successivamente, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, furono trasferiti allo stadio di Monteortone, che la società degli “Albergatori Aponensi” aveva acquistato dai fratelli Aldo e Gino Buja. In poco meno di cinque lustri, in quel campo sportivo, poi denominato “Stadio delle Terme”, ebbero luogo ben dodici concorsi ippici, dei quali cinque si fregiarono del titolo di “internazionale”.

Per ogni concorso partecipava, mediamente, un centinaio di cavalli e, tra i fantini, primeggiavano nomi celebri, come Piero e Raimondo D’Inzeo, Pesserico, Tommasi, Longoni, Treves ed altri. Oggi i box per i cavalli sono allestiti presso il campo ostacoli attiguo a Villa Bassi e si presentano in fila, ordinati come tante villette a schiera, ma, in quell’epoca, gli animali dovevano trovare ospitalità nelle stalle dei contadini della zona, e l’incombenza di risolvere il problema era affidata a Salvador Condè, responsabile ippico dell’organizzazione alberghiera.

Questo infaticabile e singolare funzionario dell’Azienda di Cura (poi Atp), che cortesemente respinse il titolo di “Cavaliere”, motivando il rifiuto con le parole del filosofo Kant (“fare il proprio dovere è un dovere e non occorre essere premiati”), trovava anche il tempo di scrivere le cronache per i giornali locali, di cui era corrispondente (dirigeva, tra l’altro, il periodico “Abano Settimana”), di inventare racconti e novelle e di comporre… versi. Curiosamente, in una sua poesia del 1951, figurano i nomi dei cavalli partecipanti al concorso ippico di formula A di quell’anno: Furia IV, Ghibli, Fiamma, Soffio, Oratore, Marte, Girino, Avventura, Andantino, Vezzoso, Blue Bell, Pippinello, Pioniere, Gelsomino, Saporita, Obelisco, Berenice, Sciopero, Giordano, Capinera, Orfeo, Nabucco, Norge, Libeccio.

Ma chi è Salvador Condè? Personaggio eclettico dai mille interessi, o, come lui stesso ama definirsi, “curioso del sapere e sofferente della noncuranza”, fece parlare di sé soprattutto nell’agosto 1962, quando, allo scopo di rendere un utile servizio alla propria città, pubblicizzandone le caratteristiche e le risorse, si presentò a “Campanile sera”, la notissima trasmissione condotta da Mike Bongiorno. In quell’occasione, Abano, contrapposta a Civitanova Marche, perse la serata per demerito di alcuni partecipanti locali, ma non del Condé, il quale, anzi, vinse brillantemente il proprio numero televisivo, sostenendo la parte dell’ ’inquisitore”.

Appassionato di astronomia (quale esperto di questa disciplina, era stato invitato anche a “Lascia o raddoppia?”), preferì sempre definirsi “astrofilo”. E sulla sua carta d’identità figura, appunto, la qualifica di “astrofilo”. Acquistò, via via,  strumenti sempre più importanti, tanto da allestire, sul tetto della sua casa, in via Stella, una cupola girevole, con una complessa attrezzatura telescopica, mèta di molti visitatori. Fu l’ideatore della grande meridiana orologio-solare, in marmo policromo, che costituisce la pavimentazione della Piazza del Sole e della Pace, accanto al duomo di Abano. Tale meridiana, costata centinaia di milioni, indica un percorso astronomico, filosofico e didattico d’estremo interesse e si può considerare una delle più grandi esistenti in Europa.

Enzo Ramazzina