Abano Storia. 50 anni di Biblioteca Civica di Abano 1970 – 2020

Abano Storia
di Lara Rigotti

CINQUANT’ANNI DI BIBLIOTECA CIVICA 1970 – 2020biblioteca1

Il 25 aprile 1970, su decisione dell’allora Sindaco di Abano Terme Federico Talami, apriva le porte al pubblico la Biblioteca Civica di Abano Terme. L’istituzione, dal punto di vista amministrativo risaliva all’anno precedente. Si trattò di una decisione davvero innovativa per i tempi, poiché pochi Comuni possedevano una biblioteca, ma ancor più rivoluzionaria fu la scelta di assumere un bibliotecario a tempo pieno. Il primo bibliotecario, l’allora giovanissimo Bruno Francisci, si gettò a capofitto in quell’impresa e non solo riuscì ad allestire la biblioteca in brevissimo tempo, ma la rese subito il centro della vita culturale di Abano.

Dedicandosi  anima e corpo a quel-lo che a molti era sembrato un azzardo, attirò talmente tanti utenti da rendere subito insufficienti le due stanzette iniziali che erano ubicate nell’attuale sede della Polizia Locale. Ma il servizio crebbe ancora e vennero utilizzati ulteriori spazi nel medesimo edificio e si rese necessario assumere un aiuto bibliotecario, Antonio Zanon, che tanti cinquantenni e sessantenni aponensi ricordano con affetto.

Un’altra intuizione geniale del duo Federico Talami e Bruno Francisci fu quella di comprendere che la biblioteca da sola non sarebbe mai stata in grado di rispondere ai bisogni informativi e di lettura dei propri utenti. Fu per questo che si impegnarono strenuamente per fondare il Sistema Bibliotecario di Abano Terme. Per ottenere questo risultato girarono a lungo nei Comuni contermini per convincere Sindaci e Assessori sulla necessità di fondare biblioteche in ogni Comune e di metterle in rete. Nel 1977 nacque il Sistema e Bruno Francisci ne divenne il direttore, pur mantenendo anche la direzione della Biblioteca di Abano.

Anche grazie al contributo del Consorzio, il successo della Biblioteca fu tale da richiedere una nuova sede, che venne individuata nell’ex Consorzio agrario. L’ampliamento consentì di attivare molte attività culturali e infatti, grazie alle numerose relazioni intrecciate da Bruno Francisci, in quegli anni vennero a parlare in Biblioteca numerosi intellettuali, tra i più prestigiosi del panorama nazionale.

Lo sviluppo dell’intensa attività culturale comportò che Bruno Francisci divenisse dirigente dei servizi culturali del Comune di Abano Terme, per potersi occupare anche del nascente Museo Civico e successivamente della stagione di prosa e di Abano danza. Fu così che agli inizi degli anni ’80 divenne direttore della Biblioteca Paolo Ghedina, prematuramente scomparso l’anno scorso. Con la sua competenza di fine bibliofilo, la sua vasta erudizione e l’esperienza maturata come fondatore della Biblioteca di Montegrotto, Ghedina impresse un’impronta indelebile nello sviluppo delle collezioni della Biblioteca di Abano e nell’articolazione dei suoi servizi. Sempre attento alle novità che si sviluppavano nell’ambiente bibliotecario, Ghedina seppe cogliere la necessità di trasformare la tradizionale impostazione bibliotecaria, sviluppando ulteriormente i servizi, ma in particolare avviando l’automazione.

Come spesso avviene nei servizi culturali, proprio il successo della Biblioteca determinò la saturazione di diversi servizi e il conflitto sotterraneo tra diversi tipi di pubblico. In particolare studenti e anziani necessitavano di silenzio per studiare e per leggere i quotidiani, mentre i bambini avevano bisogno di potersi muovere con una certa rumorosità. In questo conflitto sotterraneo i bambini risultarono soccombenti e quindi diradarono la loro presenza in Biblioteca. Ghedina e Francisci si fecero interpreti di queste difficoltà ed esercitarono una grande prssione per ottenere nuovi spazi.

Fu così che agli inizi degli anni ’90 si rese necessario individuare una nuova sede per sviluppare ulteriormente la Biblioteca che, come detto, soffriva la carenza di spazi per i diversi pubblici. L’Amministrazione Gennaro quindi affidò al famoso architetto Paolo Portoghesi la progettazione del nuovo edificio. Paolo Ghedina si prodigò grandemente nel progettare la riarticolazione dei servizi nei nuovi spazi, in particolare dedicando grande attenzione al rilancio della sezione ragazzi, che era quella che più aveva sofferto negli ultimi anni. Ed ecco che finalmente il 9 ottobre del 1999, l’allora Sindaco Cesare Pillon tagliò il nastro di quella che sin da subito divenne una delle migliori biblioteche del Veneto.

Poco dopo, avendo Paolo Ghedina scelto di trasferirsi in altro comune, viene nominato a ricoprire la carica di direttore della Biblioteca Daniele Ronzoni che, peraltro, di Ghedina era stato per un decennio qualificato e attivissimo vice. Comincia così una terza fase – quella che tuttora perdura – di sviluppo di questa nostra preziosa istituzione.

Si tratta di una fase molto importante che vede alla guida di una squadra molto efficiente di collaboratori Daniele Ronzoni, il quale imprime una svolta decisiva ai servizi erogati dalla Biblioteca, configurandoli in una dimensione molto vicina alla contemporaneità, in modo particolare con lo sviluppo delle tecnologie informatiche e multimediali.

Un aspetto molto qualificante assunto dalle attività della Biblioteca Civica di Abano Terme è la qualificata e permanente, quasi quotidiana programmazione, curata incessantemente dal direttore Ronzoni nelle sue sale di eventi culturali: conferenze sui più disparati argomenti (dalla storia alla psicoterapia, dalla letteratura alle scienze sociali, alla musica, al cinema, ai viaggi, ecc.), incontri con l’autore, lezioni, proiezioni di film, dibattiti sull’attualità, ecc. hanno fatto diventare la Biblioteca una vera e proprio centro culturale, una piccola università aperta a tutti.

Non è peraltro facile nel breve spazio di questo articolo rifare la storia degli ultimi vent’anni della Biblioteca Civica, perché se ne è abbondantemente parlato l’anno scorso, in occasione dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario dell’inaugurazione della sede attuale. Dando un’occhiata alla situazione attuale, possiamo dire senza tema di smentite che oggi la Biblioteca Civica è uno dei fiori all’occhiello dell’Amministrazione Comunale e anche uno dei punti di riferimento della comunità, pur attraendo molti utenti dal circondario. Il suo Direttore, Daniele Ronzoni – riprendendo curiosamente la funzione espletata da primo direttore Francisci – è oltretutto anche direttore di quella rete che è cresciuta fino a annoverare oggi una trentina di biblioteche, ottimamente funzionante per il prestito bibliotecario sotto l’eccellente guida di Ronzoni.  Tutti i pubblici trovano un motivo per andare in Biblioteca: i bambini e i ragazzi per le prime letture, gli studenti delle superiori e dell’Università per studiare e per socializzare, gli adulti per prendere a prestito libri e DVD, gli anziani per leggere quotidiani e riviste, cittadini italiani e stranieri per usufruire delle postazioni per navigare in Internet, curiosi e appassionati per seguire i gruppi di lettura, le presentazioni di libri, le conferenze, le proiezioni di film, i corsi e tanto altro ancora. Da un po’ di tempo poi è nata Biblioamat, l’Associazione degli Amici della Biblioteca, che collabora per arricchire il bouquet di offerta culturale. Possiamo a questo riguardo affermare che la caratteristica forse più importante impressa all’odierna Biblioteca di Abano dal direttore Daniele Ronzoni è l’intreccio di relazioni umane e culturali, una viva socialità, dai bambini agli adulti, che ne caratterizza il funzionamento.

Si tratta peraltro di una caratteristica che, grazie anche al decisivo impegno dell’Amministrazione Comunale guidata da Federico Barbierato e in particolare alla passione dell’assessore alla cultura Cristina Pollazzi, potrà produrre frutti preziosi per molti anni a venire.

Chiudiamo perciò con uno sguardo rivolto al futuro.

Nel prossimo futuro la Biblioteca dovrà quindi diventare ancora più sociale, nel senso di luogo di incontro e di scambio della comunità, e più social, cioè più presente sui mezzi di comunicazione sociale. Altra linea di sviluppo sarà quella di un potenziamento dei servizi digitali, già adesso attivi tramite il prestito di ebook. Ma il digitale non potrà mai soppiantare i servizi impropriamente detti tradizionali. Infatti molti utenti aspettano con ansia la fine dell’emergenza per il coronavirus e di poter tornare a prendere in prestito i libri e a rivedere il sorriso dei bibliotecari, perché alla fin fine una biblioteca come quella di Abano è fatta più di rapporti umani che di libri.

Ma vorrei concludere queste note con una considerazione. La Biblioteca Civica di Abano Terme nel corso degli anni – e negli ultimi in modo particolare – è  stata un vero presidio di cultura, una sorgente d’acqua purissima per acquietare la nostra sete di sapere e di pensare, di essere vivi: qualcosa di simile a un monastero medioevale che, circondato da orde barbariche, seppe tenere viva la fiamma del pensiero, della letteratura, della scienza e in definitiva di ciò che è l’essenza stessa del nostro essere umani.

Auguri, cara Biblioteca,  per altri 50 splendidi anni!

CUCINA PADOVANA Scopetoni all’ebraica

Scopetoni all’ebraicacucina 146

Dissalare tre aringhe (o 6 filetti) in acqua tiepida. Mondarle ben bene. Tritare una mela e una cipolla, che condirete con il succo di 1 limone e un cucchiaio di aceto. Tritare due uova sode. tritare anche le aringhe e mescolarle a tutto il resto, legando con 5 cucchiai d’olio d’oliva o di semi. Variante: aggiungere una barbabietola rossa, pure tritata. Comporre a cupoletta in un piatto di portata e servire, decorando a piacere con spicchi di uova sode.

CUCINA PADOVANA fortaia rognosa

 

Fortaia rognosa

Ingredienti: uova -salame – prezzemolo – cipolla – sale – olio

cucinaIn una terrina sbattere con sale e poco pepe i tuorli e gli albumi delle uova, aggiungere le fette di salame taglaite a pezzetti, il prezzemolo ben lavato e tritato. In un tegame soffrigere nell’olio un po’ di cipolla tagliata sottile, versarvi quindi il composto e cuocerlo finchè risulta dorato. Servire caldo.

CUCINA PADOVANA pollame ai ferri

 • Pollame ai ferri

 

Ingredienti: pollo – olio – sale e pepe – succo di limone a piacere.cucina padovana

Si disossa un pollo, lo si unge con olio, salando e pepando molto bene e lo si fa arrostire a fuoco lento. C’è chi prima fa marinare il pollo per qualche ora, irrorandolo anche di succo di limone.

CUCINA PADOVANA

 

Rane in brodetto

cucinaTritare cipolla e aglio, farli imbiondire in olio, aggiungere le coscette di rana infarinate.

Irrorare con vino bianco e poco aceto con poca acqua.

Cospargere di prezzemolo tritato e cuocere per otto minuti.

LIBRI DA LEGGERE

Caterina Dominici, Inno ai Patriarchi di Giacomo Leopardi o de’ principii del genere umano, Aldo Francisci Editore, 2019, Abano Terme, pp. 264.dominici inno

La concezione dell’umanità, della storia, della natura, della civiltà, del male, dell’infelicità costituisce il fondamento dell’ispirazione dell’Inno ai Patriarchi, nel quale quella concezione trova ampio e approfondito svolgimento. Nell’Inno trovarono sistemazione i risultati delle approfondite e tormentate rifl essioni del Leopardi sulla vita e sul destino dell’uomo, sul divenire dell’umanità attraverso la storia, che egli andava annotando frequentemente nelle pagine dello Zibaldone.

L’uomo ama e desidera quello che non ha limite, odia e rifiuta il senisitivo, di cui conosce e individua l’esiguità. A risolvere la contraddizione tra il desiderio dell’illimitato e la realtà contingente e limitata, che quel desiderio non potrà mai appagare, interviene l’opera dell’immaginazione e delle illusioni: il fondamento dell’ispirazione de l’Infinito.

A soddisfare quell’intima esigenza dell’uomo, la natura concorse con la varietà e l’indefinità. Il vario, l’indefinito, il misterioso di una paesaggio naturale, di un cielo parzialmente ricoperto da nubi in movimento, la visione di un orizzonte, contemplato da un angolo, infondono sentimenti indefiniti e piacevolissimi.

L’ispirazione degli Inni aveva attinto copiosamente alla squisita sensibilità leopardiana che, di fronte agli spettacoli naturali,si commuoveva incomparabilmente, vibrando con incontaminata schiettezza.

L’aspirazione era radicata nell’animo del Leopardi, trascendendo limiti di spazio e di tempo, così come l’ammirazione per gli antiche epoche dell’umanità e in particolare per quella biblica dei Patriarchi.

 

PAOLO GHEDINA CI HA LASCIATO

Ghedina articolo

PAOLO GHEDINA CI HA LASCIATO

“Quello che veramente ami rimane”

Con la discrezione e la leggerezza che gli erano caratteristici e il suo sguardo un po’ enigmatico e un po’ indagatore, ma sempre aperto e fiducioso, Paolo Ghedina ci ha lasciati.

Un nemico spietatamente devastatore, accanitosi per quasi un anno in un crescendo di crudeltà contro la sua tenace speranza di vita, lo ha portato via da questo mondo.

Può darsi che di lui qualcuno si sia dimenticato e che altri, come i ragazzi di oggi,  non ne abbia mai saputo nulla, ma niente e nessuno può cancellare quello che Paolo Ghedina ha fatto per la comunità di Abano.

Ma anche per altre comunità: Montegrotto, Rubano, Vedelago.

“Quello che veramente ami rimane, quello che veramente ami è la tua vera eredità”, dice il Poeta.

Paolo – che era molto affezionato a questi versi di Ezra Pound – ha profondamente amato il suo lavoro di operatore culturale e le imprese che mediante esso si dedicò a realizzare con grande passione e inesausta energia sono frutto di questo amore.

Di esso e del suo lavoro lascia adesso preziosa eredità a noi, a coloro che l’hanno conosciuto e anche a coloro che non l’hanno conosciuto, perché di tale eredità tutti oggi possiamo beneficiare.

Ad Abano Terme – lo affermo da testimone diretto – fu colui che rifondò la Biblioteca Civica, dirigendola con passione e competenza per vent’anni (1982-2002), colui che lavorò senza risparmiarsi al progetto della bella sede attuale e che diresse il complesso trasloco delle raccolte librarie e delle attività dalla vecchia sede alla nuova e infine colui che curò poi, vent’anni fa esatti, l’inaugurazione essa (qui nella foto di sinistra è ritratto durante il suo discorso inaugurale) avviandone così le attività che sono continuate fino ad oggi.

Oltre che rifondatore di biblioteche ad Abano, Paolo Ghedina lo fu anche a Vedelago, dove, invitato con insistenza dall’Amministrazione Comunale a trasferirsi, ristrutturò la sede e le attività di quella Biblioteca dando ad essa nuova vita e rilanciandone una presenza pulsante di belle iniziative nel cuore della comunità.

Ma Paolo Ghedina fu addirittura il vero fondatore tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso di altre due importanti istituzioni culturali: la Biblioteca di Rubano (qui ideò e diede, tra l’altro, avvio anche alla Rassegna di Canto Corale, la cui XXXVIII edizione si sta svolgendo proprio in questi giorni) e, prima ancora, la Biblioteca di Montegrotto Terme (dove risiedette a lungo, venendovi anche eletto consigliere comunale, e dove ora ha scelto di tornare come sua estrema dimora).

Organizzò convegni e congressi in ambito bibliotecario (tra cui un’ Assemblea nazionale dell’Associazione Italiana Biblioteche, alla quale era iscritto da membro attivissimo), fu redattore di riviste e autore di molti testi in ambito biblioteconomico, operando in questo campo anche come apprezzato docente e formatore.

Fu dunque in primis un valoroso bibliotecario Paolo Ghedina, ma non fu solo questo.

Curatore e organizzatore di numerosissime mostre d’arte (cito solo quella da lui curata con grandissimo successo ad Abano nel 1999 presso i propilei del Montirone, ”Donne d’acqua. Bellezza, mito e sensi da Cranach a De Chirico”, e quelle successive (2003), da lui denominate “Giardino dell’arte” e allestite presso la Villa Comunale a Vedelago con opere di importanti scultori quali Augusto Murer, Wolfgang Alexander Kossuth), Paolo Ghedina sviluppò con instancabile dedizione un parallelo impegno sia nel campo dell’arte antica (suo fu il primo allestimento della Donazione d’arte Roberto Bassi Rathgeb negli spazi dell’allora Villa Zasio, poi denominata Bassi, come oggi è conosciuta) sia parallamente in quello delle arti contemporanee.

Seguì infatti il lavoro di parecchi artisti e concorse alla costituzione dell’Associazione Artisti Aponensi.

Fu il fondatore e fin dal primo istante di esistenza l’appassionato promotore dell’Associazione Amici dei Musei di Abano, Montegrotto e Due Carrare, organizzando visite a importanti musei, mostre e città d’arte in Italia e all’estero.

Paolo era un appassionato amante della musica – adorava Mozart, di gran lunga il suo autore preferito – e organizzò molti concerti e rassegne.

Insieme facemmo anche nascere l’Orchestra da camera di Abano Terme che, dopo un periodo di splendore, dovette purtroppo cessare l’attività per motivi economici.

Paolo Ghedina è stato anche un raffinato bibliofilo, collezionista e studioso di libri antichi e rari, è stato scrittore assai prolifico in campi diversi (la sua bibliografia, ancorché incompleta, nel sito www.paologhedina.it) e, negli ultimi quindici anni della sua vita, anche attore di teatro e camminatore lungo le vie di antichi pellegrinaggi come la Via Francigena.

Era molto orgoglioso dell’unico figlio, Marco, laureato in lingua e letteratura cinese, il quale è stato ed è tuttora docente di lingua italiana in Cina.

Insieme a Paolo e a mio fratello Aldo andai a fargli visita otto anni fa e fu un’occasione per conoscere in simpaticissima compagnia (Marco conosceva bene la capitale cinese, anche negli aspetti meno turistici) quella città meravigliosa che è Pechino, un’occasione irripetibile.

Paolo amava tantissimo suo figlio e considerava l’essergli padre il più bel regalo che aveva avuto dalla vita.

Per me fu amico vero e sincero, fraterno vorrei poter dire, e forse solo la sua assenza sopraggiunta adesso senza possibilità di ritorno mi fa comprendere appieno quanto sia stata per me importante l’amicizia con lui.

Paolo Ghedina era molto religioso, cattolico praticante (ogni anno, a Pasqua, veniva a portarmi in dono un ramoscello di ulivo benedetto, con mia gioia e gratitudine): sono sicuro che ieri è salito negli alti cieli del suo Paradiso per ordine perentorio del Padreterno, accompagnato dai cori di innumerevoli angeli splendenti.

Bruno Francisci