ALBINO BARALDO 82 anni rilancia il BAR TEVERE

Personaggi aponensi
a cura di Federico Franchin

ALBINO BARALDO 82 anni rilancia il BAR TEVEREALBINO web

A quasi 82 anni ha deciso di tornare dietro al bancone del bar e di riaprire il locale. E’ davvero incredibile la storia di Albino Baraldo, che ha deciso da poche settimane di riaprire il “suo” bar Tevere, in viale delle Terme. E, pensate, che con la moglie Pierina Rinaldo, 79enne, dietro al bancone fanno ad oggi 160 anni in due. Un record assoluto per un locale aperto dal 1960. “Avevo dato in gestione per due volte il bar”, si racconta Albino Baraldo, “e ora che sono terminate non mi andava di lasciare il locale vuote. Ho quindi deciso di rimettermi in discussione per amore di questo locale e di questo lavoro. Lo dovevo a me stesso e a questa città”. Albino Baraldo è uno stakanovista. “Arrivo ad apire il bar prima delle 7 del mattino e ci rimango fino a mezzanotte, l’una di notte”, svela. “In tutto fanno ben 17 ore di lavoro, che non pesano affatto. Non mi sento mai stanco e mi piace il mio lavoro. Questa cosa mi consente poi di tenermi in forma”. Baraldo, che il 10 ottobre compirà 82 anni, ha dedicato tutta la sua vita al bar Tevere, dopo aver maturato alcune esperienze lavorative in Svizzera. “E’ bello lavorare assieme a mia moglie Pierina”, dice. “Con lei ci si completa e non ricordo ci sia stato mai un litigio tra di noi. E’ bello anche aver ritrovato l’amore e l’entusiasmo dei clienti storici, che sono stati felici e sorpresi nel rivedermi dietro al bancone”. Albino Baraldo parla perfettamente ancora il tedesco e il francese, lingue fondamentali per rapportarsi con la clientela che frequenta le terme di Abano e Montegrotto. “Sto cercando di portare avanti quella professionalità imparata in anni di esperienza che adesso si sta perdendo”, osserva. “Ora si fa tutto in modo più sbrigativo, mentre io continuo a curare i particolari”. Baraldo, che nel corso degli anni ha goduto anche dell’aiuto dei figli Stefano e Patrizia, è noto per il modo in cui versa la grappa dall’alto. “Il lavoro è cambiato nel corso degli anni”, sostiene. “Ora è diventato fondamentale il momento dell’aperitivo, che va servito con degli stuzzichini. Per ora sono davvero contento di come stanno andando gli affari, non mi posso lamentare. Abano è cambiata nel corso degli anni ed è cambiata anche la sua clientela”. “Possiamo però dire che questa città ha saputo rialzarsi in fretta dopo i due anni di pandemia”, conclude lo storico barista. “C’è un gran bel giro di gente e soprattutto in questo periodo ci sono tanti clienti, anche stranieri che vengono qui in bar. Speriamo ora che le cose possano proseguire in questo modo e che magari venga estesa anche l’isola pedonale fino a via IV Novembre, come proposto dagli albergatori. Fino a quando avrò le forze rimarrò qui, a seguire il mio bar, e lo farò per amore della mia città”. La specialità del bar Tevere? “L’aperitivo della casa”, svela il quasi 82enne.

 

EPPUR QUALCOSA SI MUOVE

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

EPPUR QUALCOSA SI MUOVEpillon

Archiviata la tornata elettorale anche del comune di Abano Terme, ora per i due comuni termali si apre la stagione delle scelte fondamentali per il futuro di questo territorio.

Alcuni segnali positivi si stanno manifestando in questo ultimo periodo. Prima di tutto un ritorno alle presenze turistiche a livello pre-covid, anche se questo dato è controbilanciato negativamente, a livello economico, dai rincari energetici che hanno pesato fortemente sulle bollette delle attività economiche e delle famiglie.

Le notizie che giungono per alcune situazioni che sembravano irrisolvibili sono incoraggianti.

Il complesso del Kursaal di Abano Terme è stato assegnato con bando della Provincia ad una società che si è impegnata a rilanciarlo e quindi a dare nuovo lustro ad una parte fondamentale della Città.

L’ex hotel Magnolia è stato ceduto alla società proprietaria della Casa di Cura Policlinico di Abano Terme e questo fa ben sperare su investimenti importanti di questa realtà per tutto il territorio.

A Montegrotto è in via di risoluzione la riconversione dell’ ex hotel Cristallo.

Complessivamente le attività commerciali sembrano avere avuto una nuova spinta con riaperture, una per tutte il nuovo locale ex Speak Easy,  e altre nuove aperture.

Tante altre sono le situazioni in movimento e dimostrano una vitalità che non bisogna scoraggiare.

Pur non sottovalutando questi segnali, non sfugge ad un occhio più attento che tantissime altre  sono le questioni che rimangono aperte ed una per tutte quella dell’individuazione di nuove forme di coniugazione della nostra vocazione termale sanitaria.

Più volte abbiamo affermato che il vecchio modello, che ha fatto la fortuna del Bacino Termale Euganeo, dimostra di essere inadeguato ad affrontare la sfida del turismo mondiale.

Se si pensa di avere un futuro dimenticandosi della nostra vocazione originale, che è quella termale sanitaria, affidandosi solo alle mode del wellness, magari tentando di battere la concorrenza con una corsa al ribasso sui prezzi alberghieri, si fa un errore che purtroppo ha segnato il nostro ultimo periodo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: decine di hotel chiusi.

Operando in questo modo si riducono le marginalità, si riducono gli investimenti e lentamente le strutture diventano obsolete oppure, in alternativa si fanno investimenti che non risultano poi solvibili con esiti catastrofici.

Definito il quadro politico amministrativo locale, oggi la sfida è quella di fare seriamente quello che tutti riconoscono essere l’arma vincente per qualsiasi realtà: costruire un progetto moderno e sostenibile ed agire in modo unitario.

Solo in questo modo potremo costruire un nuovo modello di sviluppo e comprendere se questi segnali di ripresa sono legati veramente alla nostra realtà o sono da collegare ad un volano generalizzato che produce la vicinanza alla Città capoluogo.

Le amministrazioni locali godono, ora dopo i risultati elettorali, di un ampio consenso e di solide maggioranze consiliari. Tutte e due sono al secondo mandato e dopo un primo periodo di rodaggio e di programmazione devono ora decisamente sviluppare con le realizzazioni previste nei loro programmi elettorali, senza esitazioni e senza paura.

 

Lombo sciatalgia – Tecnica McKenzie – Terapia Scenar

L’angolo del Terapista
A cura del Dr. Giuseppe Manzo,
iscritto all’Ordine  TSRM dei Tecnici sanitari
di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche,
della riabilitazione e della prevenzione delle province di Ve e Pd,
al n.87 dell’Elenco Speciale a esaurimento di Massofisioterapia 

manzo-12

Lombo sciatalgia - Tecnica McKenzie  - Terapia Scenar

Il sistema di cura del paziente noto come McKenzie Method® of Mechanical Diagnosis and Therapy® (MDT) è un approccio affidabile e utilizzato da medici e pazienti di tutto ilmondo per problemi muscoloscheletrici comuni alla schiena, al collo e alle estremità.

La maggior parte del dolore muscoloscheletrico è influenzato dalle attività quotidiane, dai movimenti e dalle posture.  Alcuni di questi possono aggravare il dolore e altri possono portare sollievo.  Secondo questa tecnica determinati movimenti e posture come quelli in foto (posizione della sfinge e cobra) spesso potrebbero fornire una strategia ai pazienti per controllare o eliminare il proprio dolore e ripristinare la loro funzione.

Le posture di questa Tecnica piu’ i protocolli SCENAR possono aiutare il paziente a controllare senza farmaci i suoi dolori  con  l’utilizzo, alla fine della seduta,  del Kinesio taping che, con la sua azione meccanica di drenaggio ( le pieghe che si vedono tengono sollevata la cute cosi da rilassare la muscolatura )  decontrae i muscoli lombari contratti nelle lombalgie e lombo sciatalgie.

MAGGIORE LIQUIDITà DI DENARO PER GLI ANZIANI

MAGGIORE LIQUIDITà DI DENARO PER GLI ANZIANI

Le persone anziane hanno spesso bisogno di una maggiore liquidità di denaro. Quali strumenti finanziari la legge mette loro a disposizione?DI LAURO-9

- La rendita vitalizia, con la quale un soggetto corrisponde periodicamente alla persona anziana una somma di denaro o altri prodotti. Ciò a fronte della cessione di un bene mobile, immobile o di un capitale (a titolo oneroso) o con donazione o testamento (a titolo gratuito). Nella rendita vitalizia a titolo oneroso, in caso di mancato pagamento delle rate di rendita scadute, il creditore della rendita non può domandare la risoluzione del contratto, ma può far sequestrare e vendere i beni del debitore affinché dalla vendita si ricavi una somma che assicuri il pagamento della rendita.

- Il prestito vitalizio ipotecario, che è un finanziamento concesso da banche o intermediari finanziari a persone di età superiore ai 60 anni; è garantito dall’ipoteca posta su un immobile residenziale solitamente di proprietà dell’anziano a garanzia della restituzione del prestito, degli interessi e delle spese. È uno strumento che presenta diverse criticità, soprattutto nei confronti di eventuali eredi, e che va valutato con molta attenzione.

- La vendita della nuda proprietà con riserva di usufrutto, che consente alla persona anziana di vendere l’immobile e di continuare a vivere nella sua casa e godere di eventuali proventi derivanti da una eventuale locazione per tutta la sua vita o per un periodo definito, ottenendo nel contempo una liquidità immediata proveniente dalla vendita.

Se invece la persona anziana necessita di assistenza sia morale che materiale, che strumenti ha a sua disposizione?

Il contratto di mantenimento consente di ricevere entrambe le prestazioni, che possono essere combinate nel modo più idoneo a seconda delle sue necessità, a fronte della cessione di beni mobili, immobili o di capitale. Ha una forte connotazione personale (infungibilità) che tuttavia non esclude un’assistenza tramite terze persone di gradimento del vitaliziato. Potrà essere pattuito l’obbligo di provvedere a tutte le sue necessità garantendogli il tenore di vita abituale, fornendogli vitto, alloggio, vestiario, cure mediche, altro; oppure assumere solo alcuni di tali obblighi, secondo le esigenze del beneficiario e la disponibilità dell’obbligato.

Esistono altri strumenti che possono garantire un credito alla persona anziana?

La cessione del quinto dello stipendio o dalla pensione è una delle operazioni creditizie possibili. È un contratto di finanziamento a tasso fisso, che permette di ottenere una somma da rimborsare con una trattenuta alla fonte sullo stipendio o sulla pensione pari a un quinto. L’importo sarà definito in base all’età del richiedente e all’ammontare dello stipendio o della pensione. Sarà trattenuto direttamente dall’ente erogatore; è in ogni caso tarato per importi medio bassi e non si addice ad esigenze di liquidità particolarmente significative.

Ad ogni modo il Notaio è sempre disponibile a fornire risposte alle domande dei cittadini ed è sempre al fianco degli anziani e delle persone più deboli.

Salvatore Di Lauro

Notaio in Abano Terme

LA VISITA DI VALUTAZIONE

L’ Ostetrica delle Terme
A cura di Barbara Benevento

LA VISITA DI VALUTAZIONE

VALUTAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO: cosa aspettarsi durante una visita?barbara

Valutazione del pavimento pelvico: perché è così importante? Come si svolge una visita? Iniziamo parlando brevemente della rilevanza di questa parte del corpo.

Il pavimento pelvico svolge una funzione essenziale durante tutta la vita di una donna: si tratta di un insieme di muscoli e fasce che chiudono in basso la cavità addomino-pelvica. Quest’area si estende tra la sinfisi pubica, il coccige e le due spine ischiatiche ed esercita diverse funzioni:

statica pelvica: il pavimento infatti sostiene gli organi pelvici all’interno del bacino;

continenza urinaria e fecale;

• varie funzioni legate alla sfera sessuale, dato che è correlato alla percezione e al piacere sessuale;

• varie funzioni legate alla sfera riproduttiva, poiché svolge un ruolo importantissimo nel posizionamento e poi nell’espulsione del bambino (proprio per questo motivo credo moltissimo nella preparazione specifica al parto).

 

QUANDO FARE UNA VALUTAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO?

Esistono diversi sintomi che possono indicare una disfunzione del pavimento pelvico, come ad esempio:

• Dolore e fastidio all’inizio, durante e dopo un rapporto sessuale;

• Riduzione del piacere sessuale;

• Sensazione di “peso”, che può indicare un prolasso degli organi pelvici;

• Incontinenza urinaria;

• Urgenza urinaria;

• Frequente stimolo urinario;

• Incontinenza fecale.

 

Una valutazione del pavimento pelvico è però utile anche senza la presenza di sintomi: un buon lavoro di prevenzione con visite periodiche, infatti, permette di mantenere il pavimento pelvico in salute.

 

VISITA DI VALUTAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO: IN COSA CONSISTE?

Cosa aspettarsi dunque durante la prima visita di valutazione del pavimento pelvico? Essa è suddivisa in tre parti principali:

- Il colloquio con la paziente, nel quale viene effettuata l’anamnesi; questo step è molto importante perché permette di indagare tutti gli aspetti che servono ad avere un quadro completo della paziente, dalla sua storia clinica ad eventuali sintomi;

- L’esame obiettivo, attraverso il quale vengono valutati diversi elementi, tra cui: la respirazione, la postura e l’allineamento delle pelvi, eventuali punti dolorosi, l’aspetto dei genitali esterni e la sensibilità dell’area perineale;

- La valutazione dei muscoli del pavimento pelvico, che avviene attraverso l’esplorazione della vagina e/o del retto; questo step permette di stabilire se sono presenti contratture, spasmi, punti che causano dolore oppure debolezza, ed è possibile valutare la capacità di questi muscoli di essere attivati e rilassati in modo corretto.

 

A seguito della valutazione, viene pianificato il trattamento in modo completamente personalizzato: in linea generale, vengono pianificate alcune sedute volte al miglioramento o alla risoluzione dei disturbi. A seconda del caso clinico, il trattamento si avvale di esercizio terapeutico, di tecniche osteopatiche e di apparecchiature elettromedicali.

 

Studio Ostetrico

Dott.ssa Ostetrica Barbara Benevento

Via Alessandro Volta/Via Jappelli, 36

Abano Terme (PD)

Cell. 338 9563897 – 391 1387230

https://www.barbarabenevento.it/

Scrivimi un’email a questo indirizzo:

dott.barbara.ostetrica@gmail.com

Visita la mia pagina Facebook

Dottoressa Barbara Benevento Ostetrica

Consulta il mio profilo su Dottori.it

Vuoi parlare direttamente con me?

Chiama al +39 391 1387230

dal lunedì al venerdì ai seguenti orari:

12.30-14.00 e 19.30-21.00

La rubrica dell’avvocato

La rubrica dell’avvocatoa cura dell’ Avv. Claudio Calvello

(Patrocinante in Cassazione – DPO e membro di Federprivacy)

LA NOVITÀ DEL DOPPIO COGNOME: SI VOLTA PAGINA!calvello-7

Diverse sono state le battaglie delle donne ed oggi, grazie a una recente pronuncia della Corte Costituzionale, ai nuovi nati sarà possibile attribuire sia il cognome del padre che quello della madre, o anche solo quest’ultimo. La Corte, in continuità con una sua precedente sentenza del 2016, ha battuto il Parlamento sul tempo, superando i vecchi schemi e allineando l’Italia a quei Paesi dove il bimbo assume il cognome di entrambi i genitori. Secondo quanto affermato dalla Consulta, in nome del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale. Viene dunque cancellato l’automatismo nell’attribuzione del cognome paterno e la nuova regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori, nell’ordine da loro concordato, a meno che essi non decidano, sempre di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di una comunanza d’intenti su quale cognome attribuire al figlio e sull’ordine di attribuzione dei due cognomi, la questione potrà essere risolta dai Tribunali. D’altronde la Corte è stata chiara: l’attuale sistema rappresenta(va) “un retaggio di una concezione patriarcale della famiglia” e “una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna”.

SCONTRO AUTO-CINGHIALE: automobilista vince la causa!

Il problema dei cinghiali è ormai all’ordine del giorno…e sarà sempre peggio se non si metteranno in atto dei severi ed efficaci sistemi di contenimento. A rischio sono ormai non solo le colture (si pensi ai vigneti in primis) ma anche i ciclisti, i motociclisti e gli automobilisti. IL FATTO: Il sinistro è risalente (ottobre 2016) ma il risarcimento è arrivato solo in questi giorni dopo una lunga battaglia legale che ha visto contrapposti un nostro concittadino (assistito dal nostro studio) e la Regione del Veneto. Ed invero, nell’ottobre del 2016 il Sig. B. M. si trovava a Cinto Euganeo (PD) alla guida del proprio veicolo, allorquando un cinghiale di grossa taglia (190 kg) attraversava improvvisamente la sede stradale. A seguito dell’inevitabile impatto l’ungulato moriva sul colpo. I carabinieri intervenuti sul luogo del sinistro ne rinvenivano la carcassa e non potevano che constatare gli ingenti danni occorsi al mezzo (circa 5.000 euro). LA CAUSA: la richiesta stragiudiziale di risarcimento veniva rigettata dalla Regione Veneto cosicchè al danneggiato non restava che rivolgersi al Tribunale. Ciò che fa specie in tutto ciò è che la Regione è rimasta sorda anche alla proposta conciliativa avanzata dal Giudice ed “ingiustificatamente rifiutata dalla Regione”, così come rimarcato anche nella sentenza che ha dato piena ragione all’automobilista. Gli incidenti stradali causati dallo scontro con i cinghiali sono sempre più frequenti nelle nostre zone. Il punto è che la Regione, che deve rispondere per questo tipo di danni, respinge costantemente ogni richiesta risarcitoria stragiudiziale, costringendo il cittadino che vuole ottenere giustizia, a rivolgersi all’Autorità Giudiziaria. Secondo la Regione la presenza della segnaletica di pericolo apposta lungo le strade sarebbe di per sé sufficiente a sollevarla da qualsivoglia responsabilità. Ma così non è. Personalmente sono convinto che questa sia una scelta “scientifica” adottata dalla Regione la quale è ben consapevole che così facendo la maggior parte dei danneggiati “mollano l’osso” rinunciando a rivolgersi ad un avvocato per far valere i propri diritti. I cittadini danneggiati devono invece sapere che alla fine la Regione viene condannata dai Giudici a pagare non solo il danno che il cittadino ha subito ma anche tutte le spese legali. Insomma, come recita un proverbio: “chi la dura la vince!”

 

• Polpette di cinghiale

• Polpette di cinghiale

Taglire la polpa di cinghiale a fette, porla in aceto con aglio, sale, finocchio e pepe per due giorni.polpette cinghiale

Tritare finemente la polpa con i suoi aromi, insieme a prosciutto grasso e magro, aggiungere pane raffermo grattugiato e legare con uova. Fare delle palle grosse quanto un uovo, passarle alla farina e friggerle in olio o in strutto. Coprirle con salsa di pane piuttosto fluida, arricchendola con pignoli e cubettini di cedro candito. Servire caldo.

 

 

USO DEI COLLUTORI

La Rubrica del Dentista

cura di Alice e Francesca Marcato
alice.marcato@alice.it

 

marcato-13

USO DEI COLLUTORI

Dopo una visita di controllo o una seduta di igiene dentale professionale ci chiedono consigli sull’uso del collutorio, sulla sua reale efficacia nel mantenere la bocca sana e quale tra i vari presenti in commercio sia il migliore.

Ma Il collutorio serve, sì o no? A chi? Ecco un tema legato alla pulizia dei denti.

 

Come si usa il collutorio, guida base

Per avere un buon utilizzo del collutorio basta versare il giusto quantitativo nel bicchiere, sciacquare per il tempo che di solito ruota intorno ai 40 secondi e sputare. Ogni collutorio ha delle regole da seguire che sono indicati nelle istruzioni da leggere prima dell’uso. In linea di massima il collutorio non va diluito nell’acqua e va sputato dopo l’uso. E non è necessario sciacquare la bocca una volta espulso il liquido.

 

Il collutorio è utile per l’igiene orale?

In realtà non è indispensabile. Se un paziente non ha particolari problemi e riesce a mantenere un buono stato di salute del proprio cavo orale – con le normali manovre di igiene domiciliare – può tranquillamente fare a meno di usare questo prodotto e non fare uso del collutorio dentale.

Tuttavia il suo utilizzo non è sconsigliato in alcuni casi: L’importante è che sia di supporto alla pulizia dei denti quotidiana con spazzolino, filo interdentale o scovolino : la base della buona igiene orale.

Molto spesso i collutori vengono presentati come liquidi miracolosi capaci di eliminare da soli il 100% di placca e batteri supponendo che da soli possono pulire efficacemente la bocca.

Ritornando alla domanda, sì, il collutorio serve E può aiutare l’igiene orale. Ma da solo non ha utilità e va quindi usato solo dopo un corretto spazzolamento di denti e gengive, accompagnato dall’uso di strumenti come il filo interdentale per eliminare residui di cibo tra gli spazi interstiziali dei denti.

 

Quanti tipi di collutorio esistono?

Il collutorio serve a determinati scopi in base alla tipologia scelta. I prodotti sul mercato vengono divisi in due categorie di massima, a seconda delle funzioni che svolgono. Ecco le differenze tra collutori.

Collutori terapeutici

Sono farmaci (tipo a base di clorexidina) che devono essere utilizzati sotto consiglio o prescrizione del dentista per un tempo limitato; vengono raccomandati per la  cura di infiammazioni gengivali o infezioni, dopo interventi chirurgici in sostituzione dello spazzolamento.

Collutori cosmetici

Possono essere acquistati anche nei supermercati e si limitano a un’azione antibatterica molto blanda. In questi casi il collutorio fa male? No, si possono utilizzare  anche quotidianamente senza problemi.

Se hai bisogno di consigli specifici e di un collutorio da usare quotidianamente, puoi chiedere consiglio al dentista o igienista dentale che possono suggerirne uno specifico. Esistono collutori remineralizzanti, desensibilizzanti, per le lesioni delle mucose, l’integrazione salivare, antibatterici, ecc…

 

 

I BENEFICI PREVIDENZIALI PER CHI SVOLGE UN LAVORO USURANTE

Le ACLI informano
a cura del Caf Acli di Padova
www.aclipadova.it – 049601290

I BENEFICI PREVIDENZIALI PER CHI SVOLGE UN LAVORO USURANTEacli-14

Per tutelare i lavoratori impiegati in attività particolarmente faticose e pesanti, è stata istituita la possibilità di anticipare l’età pensionabile che è stata mantenuta, seppur con alcune modifiche, dalla Legge Fornero del 2011.

La normativa per i lavori usuranti è attivabile da quei lavoratori dipendenti (sia del settore privato che del pubblico impiego) che abbiano svolto nell’arco della propria vita lavorativa talune attività.

Le attività in questione sono riconducibili alle seguenti quattro macro-categorie.

– Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti, cioè coloro che svolgono lavori in galleria, cava o miniera; lavori ad alte temperature; lavori in cassoni ad aria compressa; attività per l’asportazione dell’amianto; attività di lavorazione del vetro cavo; lavori svolti dai palombari; lavori espletati in spazi ristretti.

– Lavoratori addetti alla linea di catena impegnati all’interno di un processo produttivo in serie contraddistinto da un ritmo determinato da misurazione di tempi di produzione, che svolgono attività caratterizzate da ripetizioni costanti dello stesso ciclo lavorativo;

– Lavoratori conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti al servizio pubblico di trasporto collettivo.

Per poter accedere alla pensione anticipata per i lavori usuranti, queste attività devono essere state svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di servizio, o per almeno la metà della vita lavorativa complessiva. Il vantaggio per questi lavoratori consiste nella possibilità di accedere alla pensione con il vecchio sistema delle quote, se più favorevole rispetto alle regole di pensionamento introdotte con la Riforma Fornero.

Il beneficio per coloro che svolgono un lavoro riconosciuto usurante, consiste nella possibilità di accedere a pensione con il vecchio sistema delle quote, se più favorevole rispetto alle regole di pensionamento introdotte con la Riforma Fornero. Nello specifico gli usuranti possono andare in pensione con una anzianità contributiva minima di 35 anni, una età minima pari a 61 anni e 7 mesi ed il contestuale perfezionamento del quorum  97,6.

I requisiti sopra indicati si applicano anche ai lavoratori notturni che svolgono attività lavorativa per almeno 3 ore (nell’intervallo ricompreso tra la mezzanotte e le cinque) nell’intero anno lavorativo; oppure per almeno 6 ore (sempre nell’intervallo ricompreso tra la mezzanotte e le cinque) per almeno 78 giorni l’anno.  Se il lavoro notturno è svolto per meno di 78 giorni l’anno, i valori di età e di quota pensionistica sono aumentati di due anni se il lavoro notturno annuo è stato svolto per un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 e di un anno se le giornate annue in cui si è svolto il lavoro notturno sono state da 72 a 77.

La pensione decorre, di regola, dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti. Si rammenta che la medesima disposizione ha, inoltre, congelato i futuri adeguamenti alla speranza di vita sino al 31 dicembre 2026.

Il beneficio per gli usuranti, come detto, riguarda solo i lavoratori dipendenti. Tuttavia la domanda intesa ad ottenere il riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti può essere presentata anche da lavoratori dipendenti che raggiungono il requisito contributivo minimo cumulando la contribuzione versata in una delle Gestioni Speciali dei lavoratori autonomi (es. commercianti o artigiani).  In tal caso i requisiti anagrafici sono innalzati rispettivamente di un anno ciascuno e la decorrenza della pensione avviene trascorsi 18 mesi dal perfezionamento dei requisiti, in quanto la liquidazione della prestazione avviene a carico delle gestioni speciali.

Quando presentare la domanda 

Per conseguire il beneficio del pensionamento gli interessati devono presentare una apposita domanda alla sede INPS, entro il 1° maggio dell’anno  precedente  a quello in cui si maturano i requisiti agevolati, volta ad ottenere il riconoscimento di lavoro usurante. Per cui entro il 1° maggio 2022 potevano produrre la domanda i lavoratori che perfezionano i requisiti anagrafici e contributivi nel corso del 2023. La presentazione della domanda oltre i termini sopra indicati comporta, in caso di accertamento positivo dei requisiti, il differimento del diritto alla decorrenza da uno a tre mesi a seconda dei mesi di ritardo. Nello specifico il differimento è pari: ad un mese, per un ritardo della presentazione massimo di un mese;  a due mesi, per un ritardo della presentazione superiore ad un mese ed inferiore a tre mesi;  a tre mesi per un ritardo della presentazione pari o superiore a tre mesi.

Come fare la domanda? 

La domanda è telematica e deve essere corredata della documentazione necessaria a dimostrare l’avvenuto svolgimento dell’attività lavorativa usurante. Le maggiori difficoltà sono legate alla ricerca della documentazione, quando si deve dimostrare un’attività usurante avvenuta nei primi anni di carriera lavorativa può succedere infatti che il tempo trascorso sia tale che la documentazione (la certificazione dei turni) non sia più archiviata o che addirittura non ci sia più il vecchio datore di lavoro.

Gli operatori del Patronato ACLI di Montegrotto sono a vostra disposizione per verifica, consulenza e assistenza nella preparazione e invio della domanda di pensione all’INPS: prenota un appuntamento chiamando lo 049601290!