ALL’ULTIMO RESPIRO

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

ALL’ULTIMO RESPIRO

“Una competizione vera avrebbe il merito di far emergere il meglio che può esprimere la Città”. pillon 156

Passate le feste Natalizie, mancheranno circa quattro mesi alle elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e del Sindaco del Comune di Abano Terme.

Allo stato attuale questo sembra un problema inesistente per il dibattito politico in Città.

Non ci sono ancora candidati ufficiali, non si sanno quali forze saranno schierate in campo, se ci saranno coalizioni, se ci saranno nuovi soggetti che faranno capolino, se il centro sinistra saprà mettere da parte le divisioni e presentarsi unito, se il centrodestra saprà fare lo stesso o se la scena politica ci possa riservare ancora altre sorprese.

Per quanto riguarda proposte e programmi neanche l’ombra.

In questo quadro occorre avere la consapevolezza che i cittadini non sono in grado, ad oggi, di farsi un’idea sulla loro scelta elettorale. Questo è un problema non di poco conto per una vera partecipazione democratica. Il rischio è quello di decidere sull’onda di sensazioni, simpatie o posizionamenti ideologici, che poco hanno a che vedere con il buon governo di una amministrazione locale.

Se è vero che negli ultimi anni la fiducia dei cittadini, nei confronti della politica in generale, si è fortemente ridotta è anche vero che per riconquistarla occorre avere un approccio trasparente con gli elettori che devono poter scegliere, in base a proposte credibili e non propagandistiche,  chi dovrà guidare Abano Terme nei prossimi anni.

Non c’è dubbio che in questa situazione il Sindaco uscente, se decidesse di candidarsi per un secondo mandato, avrebbe un vantaggio competitivo evidente (vedi le ultime elezioni a Montegrotto).

Una competizione vera avrebbe il merito di far emergere il meglio che può esprimere la Città e quindi le forze politiche, che intendono presentarsi di fronte agli elettori, devono rompere gli indugi e mettere sul tappeto uomini e proposte che possano essere attentamente valutate.

Non sta a noi dettare l’agenda politica ma, da tempo dalle pagine di questa rubrica, sono stati indicati alcuni temi fondamentali per il futuro della Città quali: il rilancio della valenza sanitaria delle cure termali, la risoluzione di questioni, fondamentali per il territorio, quali il futuro del Kursaal, dell’ex Hotel Orologio, del Cento congressi Pietro d’Abano, degli hotel dismessi, le nuove frontiere della digitalizzazione e delle dinamiche legate alla evoluzione tecnologiche, il tema della Smart City e, non ultimo, il tema della costruzione dell’unità di intenti e di progetto fra i decisori politici e le categorie economiche.

In questi ultimi tempi l’Amministrazione comunale ha licenziato alcuni importanti strumenti di pianificazione quali il PAT (Piano Assetto del Territorio), la variante di piano regolatore per l’attuazione delle indicazioni del Master Plan di Abano Civitas (ex Comparti Centrali), Il Piano del Verde con relativo regolamento, il Master Plan di Salus per Aquam (Abano Bagni) e il Master Plan della Porta Metropolitana (ex I° ROC) con la pubblicazione del bando per le manifestazioni di interesse.

Questi sono strumenti importanti e la prossima Amministrazione sarà chiamata a darvi attuazione.

Per questi motivi le scelte dei cittadini saranno importanti e dovranno essere fatte con grande consapevolezza scegliendo candidati credibili e competenti e programmi seri.

I dilettanti allo sbaraglio è meglio che si facciano da parte.

 

Fagiani stufati con prosciutto

• Fagiani stufati con prosciuttocucina 156

Vestire dei fagiani, ben mondati, con fette di prosciutto grasso e magro, ponendo nella cavità addominale salvia, finocchio e bacche di ginepro. Salare e pepare. Cuocere in pentola profonda con coperchio, con olio e burro. Irrorare di vino bianco. Quando il fagiano sarà cotto, togliere il prosciutto e tritarlo con tutti gli aromi, aggiungendolo al succo di cottura. Tagliare il fagiano a pezzi e napparlo con la salsa suddetta.
Cuocere allo stesso modo piccioni, pernici e piccoli.

 

 

FANGHI E BAGNI TERAPEUTICI AD ABANO all’hotel Roma ed Helvetia

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Sepe in tecia col nero

• Sepe in tecia col nero

Si procede allo stesso modo delle Sepe in tecia però si diminuisce il quantitativo di salsa di pomodoro

e si aggiunge a metà cottura il sacchettino del nero

cucina 155diluito in pochissima acqua .

Un pizzico di pepe a piacere.

 

 

E’ VERA RIPRESA ?

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

In questi giorni girando per Abano e Montegrotto si vedono molti turisti passeggiare e sembrano superati, a sentire gli interventi pubblici di qualche operatore, i tempi bui del lockdown.

Pur valutando positivamente questa situazione non sfugge a nessuno che non essendo mutate le criticità, che più volte abbiamo segnalato da queste pagine, molto probabilmente, quando si riapriranno a pieno titolo i viaggi per turismo, ci ritroveremo a fare  i conti con tutte le difficoltà del passato.

Ora viviamo una situazione drogata da questa pandemia, con cui purtroppo avremo a che fare ancora a lungo, e le situazioni contingenti occupano tutti i nostri pensieri  e ci preoccupano fortemente.

La stagione dei rinnovi delle amministrazioni di Abano e Montegrotto ha già dato il suo primo frutto. Il voto di Montegrotto ha confermato il sindaco uscente Riccardo Mortandello, a cui inviamo i migliori auguri di buon lavoro.

Nella prossima primavera  si voterà ad Abano e dopo alle due amministrazioni si porrà il grande obbiettivo di cambiare con decisione il volto delle due città.

Alcune questioni  debbono avere una risposta veloce.

Ad Abano la situazione di grave degrado in cui versa il cuore delle Terme non può più attendere con il Kursaal chiuso e recintato in una situazione indecorosa, l’ex hotel Orologio che non si capisce quale fine farà, dopo l’asta con cui l’Empam ha venduto tutte le sue proprietà delle Terme Euganee ad un fondo di investimento, il Centro Congressi Pietro d’Abano chiuso, l’ex hotel Centrale in una situazione di completo abbandono e tante alter situazioni che tutti conoscono e purtroppo anche i nostri ospiti vedono.pillon 155

A Montegrotto si ripete il tema del riuso degli hotel dismessi e quello della riqualificazione del centro dove si fronteggiano attività di assoluta eccellenza, come ad esempio la pasticceria Dalla Bona e altri negozi di pregio, con situazioni ampiamente degradate.

Sono questioni che esigono coraggio e unità d’intenti e l’abbandono di coloro che questo coraggio non hanno e non lo sanno trovare.

Non si può bearsi dei fasti passati, occorre pensare a quelli futuri confrontandosi con i migliori esempi nel mondo, con le mete turistiche che hanno fatto di più sfidando anche difficoltà che sembravano insuperabili.

Le centinaia di operatori economici e migliaia di lavoratori guardano con speranza al futuro e si aspettano coraggio dagli amministratori e da chi ha responsabilità nel territorio, nessuno si può sottrarre da questa sfida.

 

AGNELLO DI PAN

• Agnello di pan

Ingredienti • Lardo • Cipolla • Uova • Sale • Zucchero • Prezzemolocucina 153

Soffriggere del lardo o della pancetta insieme a delle cipolle marzaiuole tagliate a pezzettini. • In una terrina sbattere le uova con un pizzico di sale e un cucchiaio di zucchero • Versare il composto nella padella del soffritto aggiungendo molto prezzemolo tritato. Mescolare bene e cuocere, conformandola arrotolata • Questa frittata, per antica tradizione, si fa il giorno di San Marco.

 

 

ABANO PERDE UN ALTRO PROTAGONISTA DELLA VITA CITTADINA

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

ABANO PERDE UN ALTRO PROTAGONISTA DELLA VITA CITTADINA

“Don Antonio Pontarin lascia la Parrocchia del Sacro Cuore”. La visione 153

Ha colto tutti di sorpresa la notizia, data direttamente da lui, durante la messa di domenica 13 giugno, che il parroco del Sacro Cuore Don Antonio Pontarin, lascerà a breve la guida della parrocchia, per raggiunti limiti di età.

Dopo trentatre anni di intenso lavoro pastorale, un altro dei pilastri della storia della Città di Abano Terme esce di scena.

Don Antonio è  un uomo schiettamente sincero, a volte spigoloso, ma sicuramente sempre ed appassionatamente dedicato alla cura e alla crescita della Parrocchia.

Numerosi i successi conseguiti per farla diventare una comunità forte e coesa.

Chi ha avuto occasione di conoscerlo ha sempre potuto apprezzare la sua intelligenza pronta ed ironica e la sua profonda conoscenza delle dinamiche economiche e sociali di Abano Terme, segno di una partecipazione attiva ed attenta alla vita cittadina.

Ha lasciato un po’ di amaro in bocca e ha fatto discutere la sua dichiarazione in cui lasciava intendere che molti parrocchiani erano dispiaciuti della sua partenza, ma altri ne saranno contenti.

Cosa c’è dietro a questa dichiarazione? Forse che le dimissioni per raggiunti limiti di età non erano  poi così spontanee? Qualcuno ha tramato per indurlo a questo passo? A chi era scomodo?

Questi interrogativi molto probabilmente non avranno risposte ma aprono un altro capitolo di quelle lotte sotterranee che da sempre segnano la vita di Abano e che le impediscono di avere una crescita serena e condivisa.

A pochi mesi dalla elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale si stanno già affilando le armi per una battaglia che si annuncia senza esclusione di colpi.

Il popolo della calunnia, della maldicenza, dell’invidia e della meschinità sta cominciando il proprio lavoro.

Nel frattempo, come ho avuto modo di dire molte volte, non si intravvede la crescita di un dibattito serio sul futuro della Città ed una analisi approfondita sui programmi necessari per far compiere una svolta all’economia termale.

Sembra quasi che nessuno si ponga seriamente il tema del bisogno di un cambio di passo deciso  e tutto si giochi su un campo di semplice lotta di potere indipendente ed inconsapevole del fatto che,  Abano e tutto il comparto termale,  hanno bisogno di grandi progetti e di grandi trasformazioni per poter competere nel mondo del turismo del futuro.

CUCINA PADOVANA • Fortaia col pressemolo

• Fortaia col pressemolo

Ingredienti • Lardo • Cipolla • Uova • Sale • Zucchero • Prezzemolocucina veneta

Soffriggere del lardo o della pancetta insieme a delle cipolle marzaiuole tagliate a pezzettini. • In una terrina sbattere le uova con un pizzico di sale e un cucchiaio di zucchero • Versare il composto nella padella del soffritto aggiungendo molto prezzemolo tritato. Mescolare bene e cuocere, conformandola arrotolata • Questa frittata, per antica tradizione, si fa il giorno di San Marco.

 

 

MOLTO PIÙ DEL GRANDE SINDACO CHE É STATO

MOLTO PIÙ DEL GRANDE SINDACO CHE É STATO

FEDERICO TALAMI se n’è andato lasciando una grande lezione. Quella di aver amato profondamente la sua città e di aver posto ciascun cittadino di essa al centro di ogni iniziativa politica e civica: dal lavoro alla scuola, dalla salute alla cultura, all’assistenza, all’ambiente, alle terme.

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Ricordare tutto quello che ha fatto il professor Talami nei suoi quasi 17 anni da Sindaco è un’impresa che richiederebbe tropo spazio e quindi ci limiterò a ricordare solo le opere che più gli stavano a cuore.

Il professor Talami fu eletto per la prima volta Sindaco del Comune di Abano Terme il 13 novembre 1960. La prima grande opera messa in cantiere nella sua prima tornata amministrativa fu l’allargamento del Viale delle Terme, cui seguirono la circonvallazione nord e la Piazza mercato. Poi venne deliberata la costruzione delle scuole Pascoli e Busonera. Dal punto di vista politico, invece, la scelta più importante fu l’adozione del Piano Regolatore Generale. Una scelta che oggi potremmo definire profetica fu quella per cui nel 1964 fece aderire il Comune alla Campagna Nazionale Antipoliomelitica con il vaccino Sabin per i bambini da 3 mesi a sei anni.

Il 3 gennaio 1965 venne eletto per la seconda volta a Sindaco e subito diede impulso a un grande piano di edilizia popolare per dare case dignitose ai meno abbienti. Il 25 aprile 1970, data non casuale, inaugurò la Biblioteca Civica, una delle sue realizzazioni cui era rimasto più legato. Lo sviluppo della città fu aiutato dall’asfaltatura di strade e piazze, dall’estensione dell’acquedotto e della rete fognaria, dall’acquisto dello stadio di Monteortone.

Il 16 luglio 1970 venne eletto per la terza volta a Sindaco. Nel 1972 accettò la donazione, da parte della signora Isabella Bassi Rathgeb, di oltre una trentina di quadri di pittori prevalentemente bresciani e bergamaschi. Questo atto fu il seme da cui tanti anni dopo germogliò il Museo Civico, un’opera da lui tanto attesa, il cui ritardo gli procurò molta sofferenza, ripagata dalla soddisfazione di vederlo inaugurato pochi anni fa dall’attuale Amministrazione. Sempre in quella tornata amministrativa venne costruita la scuola elementare Giovanni XXIII e furono ampliate tutte le scuole già esistenti. Proseguì l’acquisizione di aree per l’edilizia economico popolare e venne costruita la seconda palestra. La sua Amministrazione terminò nel giugno del 1975.

Dopo una breve parentesi, il professor Talami fu eletto Sindaco di Abano Terme per la quarta e ultima volta il 6 maggio 1977. Nel 1979 venne acquistata Villa Zasio, poi intitolata a Roberto Bassi Rathgeb, per ospitare il Museo. In quegli anni fu dato ulteriore impulso all’edilizia popolare. L’8 ottobre 1979 rassegnò le dimissioni da Sindaco per consentire un ricambio generazionale.

Come avete potuto notare abbiamo messo in rilievo tre aspetti che il professore riteneva prioritari nella sua azione amministrativa: una casa dignitosa per tutti, istruzione per tutti in scuole confortevoli, cultura per tutti tramite, ma non solo, la Biblioteca e il Museo. Ovviamente fu attento anche alla viabilità, alle attività sociali, alla pratica sportiva e ad altri ambiti della vita della comunità aponense, ma non vi è dubbio che quei tre aspetti gli stavano particolarmente a cuore.

Per tratteggiarne la figura di politico partiremo da dei dati esteriori. Tutti se lo ricordano, prima che l’età avesse la meglio sul suo fisico, mai sul suo spirito, in sella alla sua bicicletta perfettamente eretto. Ecco ogni volta che lo vedevamo così pensavamo a quella bella espressione spagnola “hombre vertical” che indica un uomo tutto d’un pezzo. Inoltre anche con un gran caldo lo ricordiamo sempre inappuntabile in giacca e cravatta. Su quest’ultimo aspetto va detto che non era affatto un formalista o un dandy, ma per lui l’abbigliamento era una forma di rispetto nei confronti degli altri e in particolare nel Consiglio Comunale egli pretendeva da sé stesso, e lo avrebbe voluto anche dagli altri, un atteggiamento simile a quello che si aveva un tempo quando si andava in Chiesa. Per lui il Consiglio Comunale era un luogo e un momento di enorme importanza poiché l’insieme degli eletti rappresentava tutta la cittadinanza e soffriva quando vedeva alcuni Consiglieri avere un atteggiamento poco rigoroso. Per quanto riguarda il primo aspetto, quello dell’uomo tutto d’un pezzo, occorre dire che, pur essendo una figura luminosa di cattolico sociale, non era per niente un democristiano, nell’accezione che questo termine ha assunto di persona che cerca di mediare a tutti i costi. Il professor Talami era un politico capace di assumere posizioni molto nette, come avvenne per esempio nel 1971 quando impegnò l’Amministrazione comunale a fianco dei lavoratori termo-alberghieri in sciopero, cosa che gli provocò fortissime resistenze anche all’interno del suo stesso partito. Peraltro nel suo impegno fu certamente democratico e cristiano. Riguardo a quest’ultimo punto ci piace ricordare la sua capacità di assumere decisioni da cattolico adulto anche in contrasto con monsignor Mazzarotto, per esempio nel volere la Biblioteca come luogo in cui potessero trovarsi a loro agio tanto una suora quanto un rivoluzionario. Per quanto concerne il suo essere democratico, vogliamo ricordare a tutti che la cerimonia che lui amava di più era quella del 25 aprile, la liberazione dal giogo nazista e dalla dittatura fascista. Il suo antifascismo gli veniva dal padre e su questo era assolutamente intransigente. Al tempo stesso però era anticomunista, nel senso che era impegnato a contrastare gli esiti totalitari insiti in quella ideologia. Tuttavia riconosceva un comune sentire con le forze della sinistra per il riscatto delle masse popolari e quindi si adoperò sempre per raggiungere degli equilibri più avanzati, prima nei confronti dei socialisti e poi dei comunisti, al fine di allargare l’area democratica e il coinvolgimento dei cittadini nel governo della cosa pubblica. Com’è facile capire in questo si ritrovava pienamente nel disegno di Aldo Moro, una figura alla quale era molto legato. Riprendendo il particolare del rispetto della forma che sa farsi sostanza, ricordiamo la sua presenza silenziosa e al tempo stesso estremamente comunicativa ai Consigli Comunali. Come un bravo cattolico assolve al proprio dovere di assistere alla messa anche se il sacerdote è incapace di predicare, lui assolveva al suo dovere di cittadino di assistere alle sedute del Consiglio, anche se a volte i politici non erano all’altezza del compito. In questo in lui c’era qualcosa del cittadino greco che deve partecipare alla vita della polis.

Concludiamo questo breve ricordo richiamando i libri che scrisse negli ultimi anni.  Anche queste furono opere, nel senso forte del termine, e vennero fatte con un intento politico più che storico. Se andiamo a rileggere quei volumi, possiamo vedere, infatti, in numerosi passaggi un intento chiarificatore tipico dell’insegnante e in effetti il suo lettore ideale era il giovane di Abano che deve riappropriarsi della storia della propria comunità per riscoprire le proprie radici e così poter progettare in modo consapevole il proprio futuro. Questo era l’ultimo lascito che il professore voleva lasciare alla sua città e la molla che lo spinse fu quella che abbiamo appena descritto e non certo il divertimento erudito o la voglia di mettersi sotto ai riflettori, cosa che aborriva. Quando tornava dal Municipio, dove aveva consultato i registri delle deliberazioni, mostrava tanto la fatica a cui si sottoponeva, stante la noia di leggere quel gran numero di atti burocratici invece che di immergersi nei suoi amati studi letterari, quanto l’ansia di terminare il gravoso compito prima che arrivasse la fine che sentiva sempre più vicina. E in effetti, quando presentò il suo ultimo libro al teatro Marconi, cogliemmo quel senso di sollievo per cui sentiva di aver assolto al suo ultimo debito nei confronti della sua città che così tanto aveva amato. Auguriamo a tutti noi, amministratori e cittadini, di essere degni di un amore così grande.

 

LA STAGIONE DELLE SCELTE

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

GESTIRE O PROGETTARE ?PILLON

“Costruire è l’opposto del verbo distruggere”. Non serve sprecare nuovo territorio basta rigenerare quelle parti del territorio già compromesse e obsolete o abbandonate.

La storia ha dimostrato che nei momenti di crisi non serve piangersi addosso ma occorre rimboccarsi le maniche e pensare al futuro. In quest’ultimo anno di pandemia nel territorio termale si sono levati pianti inconsolabili ma non si è sentito parlare di nessun progetto per il futuro.

Le Terme sono in crisi in tutto il mondo e hanno ceduto il passo al wellness ed ad una generica ricerca del benessere. Il problema è che centri benessere si possono aprire in qualsiasi parte del mondo e non serve venire ad Abano e Montegrotto. Di conseguenza il nostro successo non può che essere legato ad un rilancio della particolarità-unicità delle nostre acque e del loro potenziale sanitario. Questo non vuol dire stare fermi e aspettare che ritornino i fasti del passato ma invece impegnarsi con grande slancio in una campagna di ricerca scientifica, che abbia come obiettivo la piena accettazione delle proprietà terapeutiche delle nostre cure da parte del mondo medico.  Sappiamo bene che questo non è attualmente e chi fa finta che sia così è a dir poco superficiale,  se non in mala fede.

Identico discorso vale per le Città termali. Senza un profondo cambiamento, fortemente orientato alla sostenibilità ed all’accoglienza, continuerà quel processo di degrado  a cui stiamo assistendo da anni. Ci sono degli illusi che pensano che restando fermi si migliori la qualità delle città. Restando fermi le città muoiono! In un’intervista al quotidiano La Repubblica dell’11 maggio 2019 Renzo Piano affermava: “Costruire è l’opposto del verbo distruggere”. Non serve sprecare nuovo territorio basta rigenerare quelle parti del territorio già compromesse e obsolete o abbandonate.

Nelle pagine seguenti di questo numero di InformAbano si parla di un Sindaco del passato, scomparso in questi giorni,  il Prof. Federico Talami. Lui negli anni sessanta non ebbe paura di progettare una nuova città, di fare scelte coraggiose che guardavano al  futuro. Questo è lo spirito con cui occorre affrontare i problemi del presente per costruire la città del ventunesimo secolo.

La semplice gestione delle città non basta più, si tratta, quindi, di progettare una città moderna, tecnologicamente avanzata e aperta alle nuove tendenze nel campo della salute e del turismo.

Una città SMART che sappia attrarre nuove funzioni e nuovi investimenti e che sappia anticipare e non seguire i tempi.

Non mi stancherò mai di dire, a costo di sembrare ripetitivo, che tutti devono fare la loro parte, mettendo da parte gli individualismi, facendo squadra per la definizione di un progetto unitario e condiviso per le Città Termali. Una Squadra forte, unita e con le idee chiare, avrà anche la forza per chiedere alla Regione e al Governo di investire sul futuro delle Terme Euganee, dei lavoratori, delle attività economiche e dei cittadini.