PROVERBI VENETI

PROVERBI VENETI

A cura di Aldo Francisci

 

proverbi

Do fémene fa un marca’, tre fa na piassa.

Eà fémena: che eà piasa, che eà tasa e che eà staga casa.

Ghe voe sete fémene pa’ fare un testimone.

E fémene ga’ bisogno de do animai: un toro in leto e un musso che lavora.

E fémene ghe piase furbire e fasse furbire.

Trovare na fémena bea e intejente xe come magnare pastisso e pretendere decagare a strati.

E fémene xe come on falsin: batarle ogni tanto, guzarle senpre.

Chi che se marida de carnevae slonga e ganbe e scursa le bae.

El primo ano se ghe voe tanto ben che eà se magnaria, el secondo se bestema de no verla magnà.

Vèrze scaldà e mojere ritornà no xe mai bone.

Conpare de aneo, pare del primo puteo.

Se laora e se fadiga pa eà panza e pa eà figa

 

 

• Pollo alla cacciatora

Pollo alla cacciatora 
Ingredienti:  • 1 pollo • Cipolla e aglio • 1 Pancetta • Prezzemolo e sedanopollo • 2 foglie di alloro • 1 bicchiere di vino bianco. Tagliare 1 pollo in ottavini e rosolarli in un trito di cipolla, poco aglio, pancetta e olio • Come siano rosolati e la cipolla bionda, irrorare con un bicchiere di vino bianco e aggiungere un trito abbondante di prezzemolo, sedano e due foglie di alloro • Salare, pepare, irrorare con un po’ di acqua calda e portare a cottura con sughetto abbondante.

KURSAAL UNA STORIA INFINITA

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

KURSAAL UNA STORIA INFINITA

Spiace dover constatare che le speranze di vedere in fase di risoluzione i problemi del Kurssal sono, ancora una volta, deluse.PILLON 163

Oramai, però, le responsabilità sono chiare. La provincia di Padova, nelle ultime tre amministrazioni, rinunciando alla sua funzione politica che le deriva come ente proprietario, ha trattato la questione solo come un qualsiasi operatore immobiliare, cercando la massimizzazione dei risultati economici. Se la funzione principale della Provincia è quello di curare gli interessi e promuovere lo sviluppo della comunità provinciale, come può pensare di agire come un qualsiasi operatore del mercato? Per loro sfortuna il mercato ha le sue regole e qualsiasi immobile vale per quanto può rendere e la situazione di assoluto degrado in cui versa attualmente il Kursaal rende un operatore economico sicuro solo delle spese che dovrà affrontare ed insicuro sulla redditività dell’investimento. Questi sono i motivi per cui i bandi non hanno buon fine.

La Provincia deve immediatamente cambiare direzione e pensare di investire direttamente per il mantenimento del valore del suo Patrimonio e svolgere la sua funzione per promuovere lo sviluppo della comunità provinciale.

Occorre necessariamente dare atto al Capogruppo consiliare del Partito Democratico di Abano, Giovanni Amato, di essere l’unico a porre da anni la questione senza avere mai nessuna risposta alle sue precise richieste.

Sopralluoghi su sopralluoghi ed ogni volta la situazione peggiora senza che nessuno si renda conto che la localizzazione del Kursaal è centrale sulla qualità della Città termale e del benessere dei suoi ospiti.

Cosa possono pensare i nostri turisti quando nel cuore della zona termale si trovano di fronte i giardini e il Kursaal transennati da anni, l’hotel Centrale transennato ed abbandonato da anni, lo stesso per l’ex hotel Royal Orologio e per il Centro congressi Pietro d’Abano?

Le Città  Termali stanno cambiando profondamente e senza che nessuno lo abbia mai deciso. E’ cambiato il modo di fare e di intendere il termalismo. La fangoterapia sembra non essere più il nostro tratto distintivo.

Bisogna sicuramente dare merito a quegli imprenditori che stanno investendo ed innovando, ma bisogna stare anche attenti a non lasciare nessuno indietro, altrimenti il  rischio di una crisi sociale sarà molto alto.

Purtroppo il limite di fondo è sempre lo stesso: quello di trovare un’unità di intenti ed una condivisione di obbiettivi che è ben lungi dall’ essere conquistata.

Non aiuta certo un territorio dove tutti sono divisi e dove si sottolineano sempre le distinzioni piuttosto che le cose che dovrebbero unirci.

 

 

LA PRIMA VISITA CON L’ORTODONTISTA

La Rubrica del Dentista

cura di Alice e Francesca Marcato
alice.marcato@alice.it

 

LA PRIMA VISITA CON L’ORTODONTISTA

 Qual è l’età giusta?

A partire dal completamento della dentizione da latte, e non oltre i 7 anni, consigliamo di effettuare la prima visita ortodontica perché entro questo periodo è possibile intercettare e risolvere in modo corretto alcune malocclusioni.

 

Che cosa si può fare da questa età?

1. Correggere abitudini viziate ove presenti (dito, ciuccio, respirazione orale, interposizione della lingua nella deglutizione…)marcato 162

2. Ridurre il rischio di traumi ai denti davanti, qualora molto in fuori e sporgenti (overjet aumentato)

3. Seguire la crescita ossea in modo corretto e la posizione dei denti permanenti

RICORDATEVI CHE… una visita precoce non significa intervenire subito con un trattamento ortodontico. Ogni malocclusione ha il suo momento di elezione per essere trattata, con conseguente monitoraggio.

1. L’occlusione è corretta e non necessita di trattamenti ma di controlli programmati nel tempo

2. È presente una malocclusione dentale che richiede il monitoraggio nel tempo e la programmazione di una terapia futura quali probabilmente quando i denti saranno presenti tutti permanenti (12-13 ANNI)

3. È presente una malocclusione di origine scheletrica e dentale che richiede un trattamento precoce e immediato per evitare un’alterazione nello sviluppo delle ossa della facciali con conseguente disallineamento dentale

 

• Fasioi in salsa

Fasioi in salsa 

Ingredienti: fagioli – cipolle – aglio – acciughe – pancetta – olio – aceto sale – pepefagioli-alla-veneta

Si fa un battuto con cipolle, aglio e acciughe abbondanti e si soffrigge in olio o pancetta, con l’aggiunta di un battuto di erbine aromatiche (prezzemolo, sedano, basilico, mentuc- cia, salvia, rosmarino, a seconda del gusto e della stagione). Il soffritto va spento con l’aceto. Con questa salsa si con- discono fagioli allessati caldi e freddi. La più semplice delle salse si compone di prezzemolo, aglio, olio, aceto, pepe e sale.

 

TANTI PIANI PER NON FARE NULLA

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

TANTI PIANI  PER NON FARE NULLA

La Provincia di Padova ha avuto una brillante idea. pillon 162

Quella di calare un altro Piano sulla già pianificatissima area delle Terme e dei Colli Euganei. Un nuovo PATI (Piani di assetto del territorio intercomunale) con l’obbiettivo di essere uno strumento di pianificazione intercomunale finalizzato a pianificare in modo coordinato scelte strategiche e tematiche relative al territorio di più comuni.

Peccato che sull’area dei Colli e delle Terme Euganee ci sono già numerosissimi strumenti di rilievo intercomunale, a parte i vari strumenti di pianificazione comunale che devono per forza interagire con quelli di coordinamento sovra comunale.

Il PURT (Piano di utilizzo della Risorsa Termale) che regola dal punto di vista sanitario, minerario e anche urbanistico l’utilizzo della risorsa termale.

Il Piano Ambientale dei Colli Euganei che assicura la tutela e la valorizzazione dell’ambiente e sostiene lo sviluppo economico e sociale della popolazione residente, individuando le zone a grado crescente di tutela: zone di urbanizzazione controllata, zone di promozione agricola, zone di protezione agro-silvo-pastorale, zone di riserva naturale orientata e zone di riserva naturale integrale.

Ricordo che questi piani non sono nati, né senza polemiche né senza battaglie, ma sono stati il frutto di una elaborazione collettiva che ha impegnato per molti anni una collettività che appassionatamente ne ha discusso.

Ora perché una nuova pianificazione? Perché non si mette mano, se qualcuno ritiene che  sia da superare o aggiornare, alla pianificazione in atto?

Qualcuno diceva cha e a pensare male si fa peccato, ma molte volte si indovina.

Ci sono esigenze speciali richieste dalle categorie economiche?

C’è la volontà di individuare nuove prospettive economiche per l’area dei Colli?

Ci sono gli amministratori che vogliono sciogliere alcuni lacciuoli che attualmente impediscono nuove colate di cemento in luoghi sensibili a chiedere una nuova pianificazione?

Forse tutte queste ed anche altre, ma la realtà è che una nuova pianificazione andrebbe inevitabilmente a cozzare con quella esistente e produrrebbe un ulteriore nulla per il territorio.

Mentre nel Veneto si vanno affermando processi di aggregazione e fusione, ultima quella che ha visto nascere Confindustria Veneto Est, che servono a compattare gli sforzi e gli obbiettivi, nella nostra area tutti vanno per conto proprio, orgogliosamente isolati e divisi.

Tutti i vari esperimenti e tentativi di dare un immagine coordinata e condivisa sono deboli, senza risorse e si limitano ad essere la sfilata delle buone intenzioni e delle belle statuine di cui nessuno sente il bisogno e che non riesce a determinare nulla.

Lo ripeteremo all’infinito, questa è la questione centrale.

Occorre costruire un progetto unitario e condiviso che si faccia carico delle grandi questioni che dovremmo inevitabilmente affrontare nel prossimo futuro.

Il nuovo modello termale, la transizione ecologica, la sostenibilità economica e sociale, la sfida della trasformazione digitale, solo per citarne alcune.

Si possono affrontare questi temi con le categorie logiche del passato?

In un territorio dove i rapporti tra comunità locali, tra le categorie economiche non vanno al di là della cortesia personale, la strada da percorrere è molta e molto tortuosa.

Ma se mai si comincia!

 

 

PROVERBI VENETI

PROVERBI VENETI

A cura di Aldo Francisci

proverbi

 

A caminare a stravento se fa senpre fadiga.

A chi carne de testa e a chi de colo.

A dire busie ghe vole bona memoria.

A dire la verità ghe vole on cojon, a dire busie ghe vole on bricon. A far credenza se perde l’aventore.

A far la carità no se va in miseria.

A lavarghe la testa al molton, se consuma l’aqua e anca el saon. A on belo senpre ghe manca, a on bruto senpre ghe vanza.

A pensar mal se fa pecà, ma se indovina senpre.

A parlare se fa presto: pì difìzile xe el resto.

A quatro a quatro se inpinisse el saco.

A quel che vien da sóra no ghe xe riparo.

A robare poco se va in galera, a robare tanto se fa cariera.

A sentarse so do careghe el culo se sbrega.

A vìvare co la testa sol saco xe bon ogni macaco.

Al cao de là fa la pitona.

Al ciaro de luse ogni stronzo traluse.

Amore fa amore, cativeria fa cativeria

Anca i cojuni magna el pan.

PROVERBI VENETI

PROVERBI VENETI

A cura di Aldo Francisci

 

proverbiVin vècio e dona zòvene.

Se ve piase la fia, coltivè la mare.

Vardite da le done co la barba.

Se ciapa pì mosche co una gozza di miele che con una bota de asedo.

Tagia la coa del can, el resta can.

El galo prima de cantar, el sbate le ale ter volte.

Un galo senza cresta el ze um capon,

un omo senza barba el ze un coion.

Trer aseni e un vilan fa quatro bèstie.

Co poco se vive e co gnente se more.

Chi va drio ai altri, no passa mais avanti.

Co la boca no sbate, le tete no fà late.

Dona scompagnada, la ze sempre mal vardada.

Verze riscaldà e mugér ritornà, no le ze mai bone.

 

• Costisiole in tecia

Costisiole in tecia  Schermata 2022-11-07 alle 18.05.36

Ingredienti • 1 kg di costine di maiale • 2 kg di verze • 300 g di cipolla • 1 dl di olio • vino bianco o aceto • brodo • sale • pepe – Si tagliano a pezzetti delle costicine di maiale e si fanno rosolare in un soffritto di abbondante cipolla e olio • Quando la cipolla è appena bionda si spegne con vino bianco o aceto e si aggiunge il sale e il pepe, della verza tagliata a listarelle sottili • Si cuoce a fuoco moderato e incoperchiato, e ogni tanto si aggiunge un po’ di brodo, se per caso la pietanza si asciuga.