DIABETE, COSA DOBBIAMO SAPERE

Il Biologo Nutrizionistacapriolo

A cura della Dottoressa Carolina Capriolo
carol.capri@gmail.com    cell. 339 8284852

Malattia dell’era moderna” 

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da una quantità molto elevata di glucosio nel sangue (iperglicemia), dovuta ad un calo dell’insulina, ormone che ha il compito di regolare i livelli glicemici.

Questa patologia nel tempo tende ad associarsi ad altre complicanze: danni ai vasi sanguigni, infiammazioni croniche, aumento del peso, e, secondo alcuni studi scientifici, anche tumori.

Come si arriva al diabete?

Quando il nostro stile di vita e l’alimentazione sono scorretti, esponiamo il corpo a continue elevate concentrazioni di zuccheri. Ciò comporta una costante stimolazione da parte del pancreas a produrre insulina.

A quel punto il nostro corpo inizia a diventare “sordo” alle costanti richieste di tale ormone, entrando così in una fase detta di insulino-resistenza, che precede quella più grave di diabete.

Molti fattori, non solo la genetica, influenzano la comparsa di questa patologia, a causa dell’incidenza aumentata in un tempo troppo ristretto. Viene definita “malattia dell’era moderna” ed il suo sviluppo è massiccio nei paesi altamente industrializzati e più ricchi, a causa di:

VITA SEDENTARIA: le persone si muovono poco, perciò il metabolismo si “impigrisce”,

ALIMENTAZIONE POCO NATURALE: consumo di carboidrati raffinati ed alimenti industrialmente elaborati, poveri di nutrienti ma altamente calorici.

La leptina, cos’è e che ruolo ha

Quando si parla di diabete si nomina solo l’insulina e poco la leptina. Quest’ultimo è anch’esso un ormone fondamentale, poiché gestisce la sensazione di sazietà.

Più un alimento viene raffinato, più sarà assorbito velocemente dall’organismo e quindi più alti saranno i livelli di zucchero nel sangue; di conseguenza maggiore sarà la necessità d’insulina e leptina.

A lungo andare questo squilibrio ormonale si aggrava.

La soluzione è semplice!

Miglioriamo il nostro stile di vita: innanzitutto attività fisica, anche sfruttando i brevi momenti di pausa. Non immaginate quanto possa giovare a migliorare i livelli glicemici anche una semplice camminata.

Infine proviamo a prediligere cibi più naturali possibile, sostituendo le farine raffinate con quelle integrali, ed evitando lo zucchero.

Insegniamo ai nostri figli il valore di queste piccole cose e ad apprezzarle come meriterebbero!

DIGRIGNARE I DENTI

La Rubrica del Dentista
A cura della Dottoressa Alice Marcatomarcato          alice.marcato@alice.it

Molte persone tendono a serrare e stringere i denti: ciò succede solitamente la notte. Questo fenomeno si chiama bruxismo,quando ciò avviene regolarmente è alto il rischio di danneggiare i denti portando anche complicazioni più serie.

Il Bruxismo è un termine medico per indicare il digrignare i denti dovuto alla contrazione della muscolatura masticatoria, specialmente durante il sonno profondo o mentre si è sotto stress. Viene dal termine greco “brychein” che significa far stridere i denti.

La causa del bruxismo non è nota, per quanto ci siano alcune teorie sulla sua origine.

Il digrignamento dei denti può essere causato da stress e ansia è un tentativo inconscio di scaricare un surplus di tensione psichica, una quota di ansia o aggressività che si è accumulata durante la giornata e che il soggetto tende a non esprimere. Le emozioni sono negate e vengono messe a tacere durante il giorno per poi ripresentarsi in un contesto più controllato e meno pericoloso: il sonno. Altre volte il bruxismo potrebbe essere causato da malformazioni mandibolari o a problemi d’occlusione dentari.

Molte persone infatti scaricano gli stimoli nervosi dei problemi quotidiani serrando o digrignando le mascelle. Lo spasmo muscolare che ne può conseguire, scatena i disordini dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare); altre cause possono essere l’artrite dell’ATM, i traumi per azione indiretta (tipicamente un colpo violento sul mento crea un danno riflesso sull’ATM) o i gravi squilibri nella chiusura dei denti come le perdite parziali o totali dei denti.

Segni e sintomi di disordini dell’ATM sono:

• rumori di click o pop accompagnati da dolore durante il movimento di apertura o chiusura della bocca

• digrignamento dei denti durante le ore notturne

• indolenzimento della muscolatura masticatoria al risveglio

• difficoltà all’apertura massima della bocca

• dolore alla pressione della regione articolare

• episodi di blocco nell’apertura o chiusura della bocca

• frequenti dolori alla testa o al collo

Nei casi acuti dopo una prima fase di trattamento con farmaci antinfiammatori si può passare alla terapia fisica con applicazioni caldo/freddo, tecniche di rilassamento, ultrasuoni o altro.

Nei casi in cui il dolore e i sintomi fossero persistenti, possono essere consigliate le placche occlusali gnatologiche (chiamate anche bite) che vengono indossate di notte o 24 ore nei casi più gravi.

Come faccio a sapere se soffro di Bruxismo?

Proprio perchè il digrignamento avviene spesso durante il sonno, la maggior parte delle persone non sono consapevoli che digrignano i denti.Tuttavia, un costante mal di testa o la mascella dolente è un sintomo rivelatore di bruxismo. Molte volte le persone vengono a conoscenza di ciò perchè viene riferito dalla persona che dorme accanto e che si accorge dello sfegamento dei denti.

Se si sospetta di soffrire di bruxismo rivolgetevi al dentista, che esaminerà la bocca e potrà constatare se esistono segni di bruxismo e anomalie alla mandibola o ai vostri denti.

Che cosa posso fare per smettere di digrignare i denti?

Il vostro dentista può consigliarvi su cosa fare e adattare un bite su misura per proteggere i denti dal digrignamento durante il sonno.

NESSUN ASSEGNO PER LA EX MOGLIE “PIGRA”

La rubrica dell’avvocato
a cura dell’Avv. Stefania Chiarellichiarelli avv.stefaniachiarelli@gmail.com

Uno degli effetti più rilevanti, sul piano economico, della separazione e del divorzio, è la disposizione di un assegno di mantenimento a carico di un coniuge a favore dell’altro.

L’accertamento del diritto a tale assegno va effettuato verificando l’inadeguatezza dei mezzi del coniuge richiedente, impossibilitato a procurarseli per ragioni oggettive, raffrontati ad un tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio e che sarebbe presumibilmente proseguito in caso di continuazione dello stesso. L’assegno di mantenimento, quindi, ha lo scopo di riallineare le condizioni di reddito dei due ex coniugi, facendo sì che anche quello meno benestante possa godere dello stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio.

A tale principio ha posto un “freno” la Corte di Cassazione con una serie di pronunce che confermano e consolidano un orientamento che prende sempre più piede in giurisprudenza.

Ad originare una di dette pronunce (Ord. 24324/2015) è stata la richiesta avanzata da una donna la quale, rappresentando la maggiore capacità economica del marito, lamentava il proprio stato di disoccupazione e l’incapacità di reperire una un’attività lavorativa a causa della “penuria di lavoro” riscontrabile nella zona in cui viveva. Nel caso in questione, la donna aveva svolto due lavori in passato rimanendo disoccupata per non essersi presentata all’ufficio di collocamento benché fosse stata chiamata per una nuova occupazione.

In tal caso la Suprema Corte ha stabilito che se il divario fra i redditi della ex moglie e quelli percepiti dal marito, ancora in attività, non è imputabile ad “oggettive difficoltà di reperimento di un lavoro da parte della prima, ma solo a una sua pigrizia tendenziale, allora alcun mantenimento le è dovuto”.

Anche in altra occasione (sent. n. 11870/2015) la Corte di Cassazione ha confermato tale orientamento ribadendo che “se la moglie ha idonea capacità lavorativa, anche se durante il matrimonio era casalinga, può ben andare a lavorare e non ha diritto all’assegno da parte dell’ex marito”.

L’idea del mantenimento della donna giovane e ancora abile al lavoro sembra piacere sempre meno ai Giudici e sempre meno rilevanza sembra avere il fatto che la donna abbia un reddito più basso rispetto a quello del marito se è ancora in età da lavoro e con una formazione tale da consentirle di impiegarsi nel mondo del lavoro.

Un caro saluto a tutti i lettori.

VUOI GAMBE IN BUONA SALUTE?

La rubrica del Farmacista
A cura della Dottoressa Carla Vangelistameltias Tel. 049 812164  abano@farmaciemeltias.it

“Tutti i consigli per combattere l’insufficienza venosa”

L’insufficienza venosa è una sindrome molto diffusa, causata dal rallentamento del ritorno del sangue venoso dagli arti inferiori al cuore. Le cause sono da ricercarsi in alterazioni specifiche delle vene e difetti della funzionalità delle valvole, condizioni di prolungata immobilità, attività lavorative che costringono a lunghi periodi in piedi o seduti, sovrappeso, gravidanza, anomalie posturali (scogliosi, piede piatto..).

I sintomi che si possono manifestare sono gonfiore di caviglie e polpacci, sensazione di gambe stanche e pesanti, formicolii, dolori, crampi notturni, capillari visibili, vene varicose, ulcere cutanee, flebiti.

In estate queste problematiche tendono ad aggravarsi. Da maggio a settembre è fortemente raccomandato, quindi, applicare creme ad azione topica e assumere integratori per via orale, che contengano principi ricavati dalle piante ad azione protettiva sul microcircolo. Di dimostrata efficacia sono gli estratti di vite rossa, centella asiatica, ippocastano, meliloto, rusco, mirtillo nero e la bromelina.

Questi hanno azione antiossidante, antiinfiammatoria e drenante, rendono i capillari più resistenti ed elastici.

Sebbene i problemi circolatori siano più evidenti d’estate, è molto importante prendersi cura delle proprie gambe anche in autunno e inverno e un validissimo supporto è la calza a compressione graduata.

In farmacia si possono trovare collant, autoreggenti e gambaletti con filati innovativi, che conferiscono resistenza ed elasticità pluridirezionale ed una compressione calibrata decrescente dal basso verso l’alto. Essi funzionano come una “pompa esterna supplementare” aiutando quindi il fisiologico lavoro delle valvole venose degli arti inferiori, quando la circolazione è un po’ deficitaria, senza per questo perdere le caratteristiche di trasparenza, eleganza e comfort di una qualsiasi calza fashion.

La forza di compressione è indicata in millimetri di mercurio (mmHg) o in denari (DEN): per avere una compressione efficace conviene indirizzarsi ad almeno 70 DEN (12-14 mmHg), meglio ancora 140 DEN (15-21 mmHg).

Indossare delle calze compressive nella propria routine quotidiana si rivela estremamente utile per mantenere gambe toniche e in buona salute.

Prevenire i sintomi dell’insufficienza venosa e rallentarne il decorso è possibile!

Uno stile di vita sano, un integratore per bocca e una crema ad applicazione topica nei periodi caldi e umidi e una calza compressiva per il resto dell’anno: accorgimenti non troppo difficili da acquisire, ma fondamentali per il benessere delle tue gambe!

 

MACCHIE ROSSE CHE FANNO VINCERE

L’angolo del Terapista
A cura del Dr. Giuseppe Manzo   cell. 348 7048590

manzo

www.giuseppemanzo.com   giuseppemanzo51@gmail.com

Cosa sono quelle inquietanti macchie circolari di colore rosso scuro, che punteggiano le spalle e la schiena di alcuni atleti olimpionici?

Così inizia un articolo del settimanale  “Viversani e Belli”.

Le recenti Olimpiadi di Rio, grazie ad atleti famosi che l’hanno utilizzato, come i ginnasti russi ed il pluricampione di nuoto statunitense Michael Phelps, hanno acceso i riflettori su una terapia antichissima , la vacuum terapia o coppettazione o  con termine inglese  piu’ di moda  il cupping che anche noi utilizziamo con efficacia con i nostri pazienti in abbinata ad altre tecniche massofisioterapiche.

Questa particolarissima ed utile tecnica è  tipica dei Paesi orientali e molto efficace nella riduzione del dolore muscolare.

In particolare la utilizziamo in Studio nel trattamento della lombalgia, il classico ”mal di schiena”e nelle problematiche di spalla  dove la limitazione funzionale si accompagna a tensioni e contratture muscolari a livello cervicale e cuffia dei ruotatori  della spalla.

Si tratta di una tecnica antica quanto l’uomo che oggi è studiata ed avvalorata da molti studi scientifici. Il principio su cui si basa è semplicissimo: si crea un sottovuoto attraverso il calore per quanto riguarda le coppette di vetro, quelle usate per esempio nel nostro Studio,  l’aspirazione per quelle di plastica tramite  una pratica pompa manuale.

Nel caso delle  coppette  di  vetro che normalmente usiamo, e di dimensione adeguata alla zona del corpo che dobbiamo trattare, teniamo accesa la fiammella di un accendino per alcuni secondi.

Tolta la fiammella posizioniamo immediatamente la coppetta sulla cute del paziente che si vedrà “risucchiare” buona parte del tessuto molle. Dopo di che possiamo o lasciarla in posa sui muscoli contratti per alcuni minuti o più, come solitamente si fa per gli atleti agonisti o utilizzarla per massaggiare dolcemente la muscolatura contratta beneficiando del sottovuoto che si è generato.

Effetti collaterali: pochissimi e banali rappresentati da iperemia, rossore prodotto dalla rottura dei capillari di superficie e che scompare dopo poche ore e appunto dal dolore iniziale causato dalle contratture che proprio l’azione vacuum della coppetta riduce in modo significativo dopo pochi passaggi.

FARE TESTAMENTO ALLUNGA LA VITA

“Quesiti di informazione legislativa con risposte ed analisi del notaio Salvatore Di Lauro di Abano Terme ”

di-lauroLa società evolve e i rapporti umani diventano sempre più articolati e complessi.

Il testamento può essere un validissimo strumento per regolare i propri rapporti patrimoniali, ma anche morali o religiosi per certi aspetti, per il tempo successivo alla propria fine. Perchè lasciare alla legge l’individuazione del proprio erede quando si ha la possibilità di orientare con precisione la sorte del proprio patrimonio, piccolo o grande che sia, con disposizioni che possono dare il senso dell’affetto a più persone? Si pensi poi alle disposizioni che non hanno alcun rilievo giuridico ma solo un valore morale o religioso (esortazioni a determinati comportamenti come ad esempio a tenere delle messe in suffragio, altro). In alcuni casi tali disposizioni non patrimoniali possono avere anche più importanza di quelle patrimoniali nel contesto di una famiglia.

La successione legittima – devoluta per legge – si apre solo se non c’è un testamento valido oppure se il testamento non dispone dell’intero patrimonio del defunto. Il patrimonio del defunto, in caso di successione legittima, viene devoluto ai parenti del defunto a partire da quelli a lui più vicini (figli e coniuge) e via via fino a quelli più lontani, sino al sesto grado di parentela. Nel caso in cui non vi siano parenti entro il sesto grado l’eredità si devolve a favore dello Stato.

Il contenuto tipico di un testamento è l’istituzione di erede e comporta la successione del beneficiario nei beni, nei crediti ma anche nei debiti del testatore. Nel testamento, però, vi è anche spazio per attribuire ad una persona cara un bene determinato. In questo caso si parla di legato, ed il legatario non è tenuto a pagare i debiti del testatore.

Il nostro ordinamento prevede tre diverse tipologie di testamento ordinario:

- il testamento pubblico, ovvero per atto di notaio;

- il testamento olografo, ovvero per mano dello stesso testatore;

- il testamento segreto, che è in parte un atto del testatore e in parte del notaio.

È opportuno precisare che tutti i testamenti, a prescindere dalla loro forma, hanno lo stesso valore: è pertanto sufficiente un testamento olografo per revocare un precedente testamento pubblico, e viceversa;

il testamento fatto dal notaio ha di fatto lo stesso valore di un testamento olografo. Il principale vantaggio del testamento pubblico rispetto a quello olografo sta proprio nella specifica competenza in materia successoria del notaio che potrà suggerire le soluzioni migliori per raggiungere il risultato voluto dal testatore, nel rispetto della normativa vigente, evitando eventuali clausole o disposizioni nulle perché in contrasto con le norme di legge.

COSA ACCADE AL CORPO QUANDO È SOTTO STRESS?

caprioloIl Biologo Nutrizionista
A cura della Dottoressa Carolina Capriolo
carol.capri@gmail.com    cell. 339 8284852

“Lo stress, un dispendio di energie!” 

Comunemente si ritiene che lo stress sia la causa scatenante di diverse situazioni di malessere. Questa definizione non è propriamente esatta in quanto lo stress è la risposta del corpo per preservare le energie e per fronteggiare al meglio le difficoltà che la vita ogni giorno ci presenta.

Infatti sotto stress il corpo inizia a rilasciare diversi ormoni, tra i quali soprattutto adrenalina e cortisolo, che favoriscono la possibilità di “sopravvivenza all’imminente pericolo” (risposta immediata, tecnicamente chiamata “fight or flight response”).

E’ un po’ quello che avviene quando un leone attacca la sua preda: l’animale in pericolo avrà come primo obbiettivo quello di tentare la fuga, quindi in tutti modi dovrà preservare le energie per correre, aumentando la frequenza cardiaca e incrementando così velocità, lucidità e riflessi.

Per l’uomo la minaccia può essere reale (uno sforzo fisico intenso, la mancanza di cibo, un’operazione chirurgica, condizioni climatiche estreme) o immaginaria (tutto ciò che riguarda la sfera emotiva, ad esempio preoccupazioni al lavoro, litigi con amici o parenti, la perdita di una persona cara); non importa di che natura sia la minaccia, il nostro fisico la percepisce come stress!

Questa gestione dello stress è una risposta fisiologica “di emergenza”, prevista dal corpo per brevi periodi di tempo, poiché durante questa fase l’organismo mette in secondo piano tutto ciò che non considera necessario per la sopravvivenza, come ad esempio la digestione, la riparazione dei tessuti, l’eliminazione dei radicali liberi e tante altre funzionalità; mancanze che a lungo termine compromettono la salute e l’equilibrio biochimico e metabolico.

Questo è ciò che accade a chi conduce una vita molto stressante, che per lavoro o per altri motivi si deve assumere grosse responsabilità, sostenendo anche ritmi molto serrati.

E’ possibile aiutare il corpo a fronteggiare queste fasi “critiche” fornendo un giusto apporto di amminoacidi, poiché il loro fabbisogno cresce in ragione dell’aumentata produzione di ormoni dello stress. Di solito ad un lavoro sempre più stressante corrisponde una maggiore carenza di vitamina D. Oltre all’apporto di quest’ultima, anche alcune sostanze adattogene, come ad esempio la Rhodiola e l’Ashwaganda, possono rivelarsi preziose per il riequilibrio dei livelli ormonali. Non meno importanti, per contrastare la formazione di radicali liberi, sono gli antiossidanti.

FAI CHE IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA

farmacia“Presso la farmacia Meltias a Giarre è presente un nuovo reparto con tutti prodotti alimentari senza glutine ”

Il cibo è oggi un argomento di grande attualità. Sempre più spesso sentiamo parlare di prodotti biologici, di intolleranze alimentari, di cucina sostenibile e di diete. Come mai? Cos’è che ci spinge alla ricerca dell’alimentazione perfetta? Troviamo risposta nella vita di tutti i giorni: lo stress aumenta e, viceversa,  le proprietà nutritive degli alimenti che consumiamo diminuiscono. C’è zucchero negli alimenti salati e sale in quelli dolci, verdura e frutta di tutti i tipi si trovano tutto l’anno.

Cosa fare dunque? Semplice, riscoprire la dieta mediterranea! Varietà è la parola chiave. Non ci sono cibi da eliminare per sempre, piuttosto infinite alternative da scoprire.

È importante stare attenti alla qualità, alla provenienza ed alla stagionalità del prodotto. Ricorrere all’alimentazione biologica ci dà qualche sicurezza in più sul fatto che il prodotto che stiamo acquistando sia stato trattato con rispetto. Il biologico, inoltre, ci spinge a riscoprire l’integrale e i cereali alternativi al frumento, i legumi e il riso. Il frumento non è un nemico, ma i processi lavorativi industriali di raffinazione che lo riguardano ne alterano fortemente i valori nutrizionali impoverendolo e rendendo il nostro organismo più predisposto alle intolleranze. Ecco perché acquistare anche alcuni prodotti senza glutine o a base di cereali alternativi può aiutarci ad assimilare più sali minerali, vitamine e amminoacidi. Ottimi, ad esempio, la quinoa, l’avena, il miglio, il grano saraceno, il teff, il farro e il kamut. Le fibre contenute nei cereali integrali sono inoltre indispensabili, assieme a frutta e verdura, per la regolare funzionalità intestinale.

Altro importante ingrediente è rappresentato dai semi, dalle bacche e dalla frutta secca. Lino, girasole, chia, sesamo e zucca sono ricchi in omega 3, vitamine del gruppo B e sali minerali; bacche come ad esempio  il goji contengono amminoacidi, vit C e forti antiossidanti; noci, mandorle, anacardi sono un’ottima fonte di acidi grassi e sali minerali utili per il nostro sostegno psico-fisico. Possiamo aggiungerli all’insalata, al pane, nello yogurt o dove più ci piace, ottimi anche come spezza fame a ridotto apporto calorico, ma con alto valore nutritivo. I due pasti principali della giornata possono essere concepiti come un piatto unico diviso in tre fette. Limitiamo il consumo di carne rossa a due volte alla settimana, alternandola con pesce, uova e formaggi.

La colazione deve essere molto nutriente per sostenerci durante la giornata, ricordiamo di abbandonare il più possibile il latte vaccino, ad alto potere infiammatorio, e di sostituirlo con latte di origine vegetale come quello di riso, avena o soia.

Fare un test delle intolleranze e tenere monitorati i nostri valori metabolici è  importante per capire di cosa ha bisogno il nostro organismo. A partire da questi dati è possibile pianificare una corretta integrazione, non dimenticando che attività fisica ed una corretta alimentazione devono essere alla base del nostro benessere.

IL RECIPROCO DEL GINOCCHIO È LA SPALLA…

manzoIL RECIPROCO DEL GINOCCHIO È LA SPALLA…

Questo caso clinico si riferisce ad una recente esperienza in ambito traumatologico sportivo che mette in evidenza le capacità DIAGNOSTICHE oltre che terapeutiche dello SCENAR e le sue  possibili applicazioni.

Un piccolo atleta di 14 anni, pattinatore di livello internazionale, viene inviato dal suo medico di famiglia nel mio Studio  per un’alterata funzionalità della gamba sx che si presenta in flessione forzata, dolente e claudicante.

Il genitore mi spiega che il giorno prima, durante una gara valida per le qualificazioni regionali, il figlio era caduto in dirittura d’arrivo procurandosi una grossa abrasione  sulla tibia pur riuscendo nel suo intento di qualificarsi  alla fase nazionale successiva.

La radiografia fatta al pronto soccorso aveva escluso fratture e l’ortopedico non aveva evidenziato traumi ai legamenti del ginocchio ma visto lo stato fisico del ragazzo ne aveva consigliato l’astensione dall’attività fisica per almeno 15 giorni per permettere all’abrasione di cicatrizzarsi e riportare alla normalità la funzionalità della gamba.

Il medico di famiglia, consultato dal papa’, aveva proposto, avendone già avuto esperienze positive  la Scenar Terapia per un tentativo di rimettere in piedi il piccolo atleta e consentirgli di prendere parte alle nazionali in programma  5 giorni dopo….!

L’impresa sembrava disperata e quella grossa abrasione, sulla quale nulla si poteva fare per favorirne la cicatrizzazione sembrava proprio la causa dei problemi fisici del piccolo atleta.

PREMESSA:

Lo Scenar individua con estrema precisione la zona che necessita del trattamento .

Questa zona spesso non corrisponde a dove è localizzato il sintomo o dove la patologia potrebbe far supporre che sia.

Come si esplica questa azione diagnostica?

Nella modalità più semplice l’elettrodo scorrendo sulla cute cerca le  zone di alterata impedenza elettrica che si evidenziano per l’ alterata scorrevolezza( stickiness) arrossamento della cute (piccola asimmetria)   , rumore sordo nel passaggio sulla cute (musica..)

Tornando al caso specifico in seduta sulla zona dove è presumibile possa esserci il problema, non si evidenzia lo “stickiness” né arrossamento né rumore al passaggio dell’elettrodo sulla cute.

In questa terapia è importante lavorare oltre che sulla zona locale, anche sull’opposto e sul reciproco ed il reciproco della gamba è la spalla!

E proprio sulla spalla  opposta trovo cattiva scorrevolezza dell’elettrodo e grande asimmetria!

Questa zona viene trattata con protocolli particolari finché l’elettrodo scorre al meglio e l’asimmetria cromatica scompare….

Di riflesso il piccolo atleta recupera all’istante la funzionalità della gamba e con grande gioia recupera anche le speranze di poter prendere parte alla gara nazionale dove 5 giorni dopo partecipa e conquista un insperato 4 posto!

Di tutto il problema rimane solo il bruciore ed il fastidio dell’abrasione……

Sicuramente nella caduta il braccio opposto alla gamba interessata alla caduta doveva aver compensato con un brusco movimento alla ricerca dell’equilibrio …ed anche se successivamente non era stato accusato alcun risentimento da parte dell’atleta , lo stesso  a livello di catene muscolari…di fasce…ecc ecc il tutto si era trasferito sulla gamba ….della serie…se tiro un lenzuolo si scopre in fondo…ma il problema non è dove si scopre…ma dove si tira!

RAPPORTI PATRIMONIALI TRA CONVIVENTI IL CONTRATTO DI CONVIVENZA

chiarelliLa rubrica dell’avvocato
a cura dell’Avv. Stefania Chiarelli
avv.stefaniachiarelli@gmail.com

La legge n. 76 del 2016, recentemente entrata in vigore, regolamenta il nuovo istituto della convivenza di fatto, sia tra un uomo ed una donna che tra due persone dello stesso sesso.

Una delle novità più rilevanti è la disciplina del cosiddetto “contratto di convivenza”, un accordo scritto che consente alle coppie non sposate di definire alcune regole, riguardanti soprattutto la gestione del patrimonio e le conseguenze sullo stesso dell’eventuale cessazione della convivenza.

Ad esempio, sarà possibile regolamentare le modalità di partecipazione alle spese comuni, i criteri di attribuzione della proprietà dei beni acquistati nel corso della convivenza – potendo le parti definire una sorta di regime patrimoniale di comunione o separazione dei beni, come avviene nel matrimonio – le modalità di uso dell’immobile adibito a residenza comune, sia che esso sia di proprietà di uno solo dei conviventi, di entrambi, o condotto in locazione.

Ma, cosa ancor più rilevante, sarà possibile disciplinare le modalità per la definizione dei reciproci rapporti patrimoniali in casi di cessazione della convivenza.

Non solo. Sarà possibile definire anche alcuni rapporti di carattere personale, come ad esempio la facoltà di assistenza reciproca in casi di malattia di uno dei conviventi o la designazione reciproca ad amministratore di sostegno.

Per poter sottoscrivere tale contratto i contraenti devono essere maggiorenni, deve sussistere tra di essi una stabile unione caratterizzata da un legame affettivo e di reciproca assistenza morale e materiale, una coabitazione risultante dal certificato di stato di famiglia e non deve sussistere tra gli stessi alcun vincolo di parentela, affinità o adozione, matrimonio o unione civile.

Il contratto deve essere redatto in forma scritta, con atto pubblico o scrittura privata con sottoscrizione autenticata da un notaio o da un avvocato e, con le medesime forme, può essere modificato in qualunque momento.

Allo stesso modo in cui è stato stipulato, il contratto di convivenza può essere risolto per accordo delle parti, per recesso di un solo dei contraenti (da esercitarsi con dichiarazione ricevuta da notaio o autenticata da notaio o avvocato) oppure può venire meno in seguito a matrimonio o unione civile tra i conviventi o tra un convivente ed altra persona o, infine, per morte di uno dei contraenti.

In buona sostanza, finalmente oggi anche i conviventi di fatto, ai quali sino ad ora la legge non ha garantito alcuna reale tutela, potranno regolamentare con un vero e proprio contratto gli aspetti economici, e non solo, della loro convivenza.

Un caro saluto a tutti i lettori.